IL POLICY PAPER

IoT, Competere: “Ecco le 9 mosse per spingere il mercato”

L’associazione pubblica un policy paper chiamando in causa l’esecutivo e suggerendo alcune azioni strategiche. Tra i punti chiave la creazione di una roadmap strategica, la riduzione della burocrazia e dei ritardi delle PA

Pubblicato il 08 Feb 2017

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Nove azioni politiche che il Governo dovrebbe perseguire per favorire lo sviluppo dell’Internet of Things. Sono contenute nel policy paper presentato da Competere, associazione che produce studi, analisi e ricerche sulla innovazione e semplificazione delle organizzazioni complesse e sullo sviluppo sostenibile dei processi produttivi e decisionali, e puntano a sostenere le politiche innovative dell’esecutivo.

L’IoT, che secondo le previsioni di Cisco nel 2020 coinvolgerà 50 miliardi di dispositivi, sarà fondamentale nell’evoluzione futura di diversi settori industriali e dei servizi. Si tratta di una sfida che coinvolge direttamente il nostro paese e le prospettive dell’industry 4.0. “L’Italia offre ottime prospettive riguardo l’IoT e vi sono anche alcune eccellenze nel settore della ricerca – sostiene Giacomo Bandini, direttore generale di Competere -. Tuttavia non è chiaro come il legislatore intenda implementare politiche pubbliche di stimolo a questa evoluzione della rete e degli oggetti e, soprattutto, se vi sono investimenti strutturali per i prossimi 10-20 anni”.

L’IoT ha già raggiunto una diffusione globale, ma per poterne trarre i maggiori benefici, spiega il policy paper, “è necessario implementare politiche che ne favoriscano la diffusione e l’efficacia” ed è “urgente favorire la maturazione di un ecosistema produttivo che attraverso l’IoT possa automatizzare e digitalizzare i propri processi produttivi e migliorare sensibilmente la vita dei cittadini”.

Il documento elaborato da Competere si concentra sulle partnership pubblico-private, dove il Governo gioca un ruolo primario seppur neutrale rispetto al mercato, che potrebbero accelerare la diffusione e lo sviluppo dell’IoT sia a livello di pubblica amministrazione sia a livello industriale privato. Fra i punti fondamentali, la creazione di una roadmap strategica nazionale, la riduzione delle barriere burocratiche e i ritardi delle PA, la necessità di investimenti di tipo misto pubblico/privato e di regolamentare solo ove necessario, evitando le ipertrofie legislative che contraddistinguono la storia italiana.

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