LA RICERCA

Iot, non sarà una passeggiata: il 50% delle aziende non ha un piano

I dati dell’Intelligent enterprise index di Zebra Technologies: solo il 5% utilizza appieno l’integrazione tra canali fisici e digitali. E c’è ancora molta strada da fare sul piano del coinvolgimento dei dipendenti

Pubblicato il 02 Nov 2017

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Il 48% delle aziende su scala globale ha già intrapreso un percorso per trasformarsi in società “intelligente, ma a oggi soltanto il 5% è davvero smart. Più del 50 percento delle aziende si aspetta delle resistenze nel processo di adozione delle proprie soluzioni IoT, e non possiede un piano pronto per indirizzarle, mentre solo il 21 percento di coloro che si aspettano delle resistenze ha un piano per risolverle.

E’ il principale risultato della prima edizione dell’“Intelligent enterprise index” pubblicato da Zebra Technologies, società specializzata nel settore dei palmari, degli scanner e delle stampanti di codici a barre potenziati da software e servizi che abilitano soluzioni di visibilità in tempo reale delle operazioni delle aziende. Il sondaggio online è rimasto attivo dal 3 al 23 agosto 2017 e si è rivolto a settori come il sanitario, il manifatturiero, il retail e la logistica, per capire in che modo stanno connettendo i mondi digitale e fisico per migliorare la visibilità, l’efficienza e la crescita. La survey ha riguardato 908 decisori provenienti da nove paesi: Usa, Regno Unito, Francia, Germania, Messico, Brasile, Cina, India e Australia/Nuova Zelanda. Ne è scaturito che il 48% delle società sta già compiendo passi per diventare “Azienda Intelligente”, segnando punteggi tra 50 e 75 punti sull’indice generale. Solo il cinque percento supera i 75 punti dell’indice.

Tra i criteri che contribuiscono a rendere “intelligente” un’azienda lo studio contempla la visione e il piano di adozione dell’Internet of things (IoT) e il coinvolgimento del business nello sviluppo di un piano di rientro degli investimenti in IoT. La struttura di un’azienda intelligente, secondo gli autori della ricerca, si basa su soluzioni tecnologiche che integrano il cloud computing, la mobilità e l’Internet of Things e in grado di “sentire” in modo automatico le informazioni provenienti dagli asset dell’azienda. I dati operativi provenienti da questi asset, inclusi lo status, la localizzazione, l’utilizzo o le preferenze, vengono analizzati per fornire suggerimenti operativi, che possono poi essere diretti verso la persona giusta al momento giusto, in modo che possano essere “attivati” per diventare una guida e dare agli utenti la possibilità di prendere decisioni più tempestive ovunque e in ogni momento.

Il quarantadue percento delle aziende analizzate nel campione spende annualmente più di un 1 milione di dollari in soluzioni IoT, con una media di 3,1 milioni di dollari l’anno. Il 75 percento si aspetta che queste cifre aumentino nei prossimi uno o due anni. Il 42 percento delle prevede che i propri investimenti nell’IoT incrementeranno dell’11-20 percento. In particolare il 57 percento delle aziende ha una visione per l’IoT e sta eseguendo già oggi un piano. Nonostante solo il 36 percento attualmente possa contare su un’implementazione dell’IoT sull’intera azienda, ci si aspetta che il 62 percento lo implementerà in futuro. Il 70 percento del campione, inoltre, afferma che il più grande impulso per gli investimenti in IoT provenga dal miglioramento della customer experience. Per il futuro vengono considerati come i più importanti driver l’incremento dei profitti (53 percento) e l’espansione verso nuovi mercati (51 percento).

Quasi il 70 percento delle aziende, infine, condivide le informazioni provenienti dalle proprie soluzioni IoT con i propri dipendenti più di una volta al giorno, di queste più di due terzi le condivide in tempo reale o quasi reale. Solo il 32 percento però fornisce delle informazioni operative a tutti i dipendenti e le informazioni vengono fornite sotto forma di email (69 percento) o di dati grezzi (62 percento).

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