Fibra, rete mobile, televisione. Sono i tre fronti critici del digital divide nelle comunità montane che lanciano un appello al futuro governo – ma anche a enti locali, associazioni, telco, Camere di commercio – affinché venga attivata “urgentemente” una strategia mirata: “Servono strategie, oltre ai fondi”.
Nasce da qui il “decalogo” firmato da Uncem, l’Unione nazionale di Comuni, Comunità e Enti montani, contenente gli interventi da attuare sul gap che separa aree urbane e aree rurali-montane italiane. Questo perché, spiega l’unione, 5 milioni di italiani non riescono a vedere bene i primi tre canali Rai in digitale terrestre, il 25% per cento del territorio non è coperto da segnale mobile e Internet viaggia “a velocità ridicole in troppe aree del Paese in attesa del Piano nazionale banda ultralarga, sia con linee wifi sia con fibra”.
L’accelerazione del Piano nazionale per la banda ultralarga occupa il primo posto del decalogo: “Infratel e Open Fiber con l’azione del Mise – chiede Uncem – devono chiudere al più presto le convenzioni mancanti che stanno finora frenando il Piano (con Anas, Rfi, Province, Soprintendenze…). Le reti tra Comuni devono essere collegate. Le aziende degli scavi, operative, che hanno vinto i subappalti da Open Fiber, devono modificare l’approccio al piano investendo di più. “Assistiamo al subappalto del subappalto – scrive l’unione -. Serve un coinvolgimento di nuove imprese con un piano straordinario per i lavori. Le risorse europee da spendere e rendicontare scadono entro il 2021: non è concesso perdere giorni e settimane sul Piano Bul”.
Ancora, Uncem chiede una mappatura delle “case sparse” non comprese finora nel Piano banda ultralarga, la facoltà per Comuni e imprese di dotarsi – acquistandoli – di ripetitori per la telefonia mobile, con la creazione di un fondo statale ad hoc, un fondo per incentivi per chi si dota di parabola satellitare e piattaforma tvsat nei Comuni montani. Inoltre, riflettore acceso sulla digitalizzazione delle scuole montane.
Ancora, si chiede l’eliminazione per 3 anni dell’obbligo di scontrini elettronici per i Comuni montani, impreparati all’obbligo che scatta il primo gennaio 2020, per “mancanza di servizi di connettività adeguati”.
Il decalogo prevede anche l’avvio di un “programma nazionale, all’interno dell’Agenda digitale, coordinato da Agid, sulle “smart valley” e sulle “green communities”, la definizione con Mise e Agid per le Unioni montane di Comuni e le Comunità montane degli standard relativi ai sistemi informativi, gestionali e operativi che permettano una relazione efficiente tra gli enti.
Viene richiesta infine “una specifica Agenda nazionale per i piccoli Comuni su Intelligenza artificiale, blockchain, Iot. “È urgente – conclude Uncem – una precisa strategia che non escluda pezzi di Paese e nasca da Mise e Agid di concerto e in stretto rapporto con le Regioni. Uncem offre competenze e supporto al prossimo Governo. La spinta dei Parlamentari è indispensabile. Società private e Associazioni di categoria dovranno fare la loro parte”.