Google ha annunciato la chiusura entro un anno del servizio IoT core, invitando i suoi clienti a trovare nuovi partner per la gestione dei loro dispositivi IoT entro il 15 agosto 2023. La notizia è passata relativamente in sordina, con un header apparso due giorni fa sulla pagina IoT core, nel quale si invitano i clienti a trovare alternative a Google Cloud IoT Core MQTT e ai bridge http, prima che le connessioni vengano definitivamente interrotte.
Che cos’è Iot Core
l servizio IoT Core era stato lanciato in versione beta a settembre 2017 e commercializzato nel 2018, anno in cui Google stava ancora promuovendo la sua offerta IoT precedente, cioè Android Things. Nella primavera di quell’anno, l’azienda in un blog sul proprio sito aveva fatto sapere che il suo Android Things 1.0 avrebbe incluso “un sostegno di lungo termine per i devices, in modo da poter trasformare un prototipo di device IoT in un prodotto commercializzabile”. Tuttavia, nel febbraio 2019 un altro blog di Google informava che Android Things sarebbe stato “ricalibrato”, passando dall’essere una generica piattaforma a supporto dei devices IoT ad una “piattaforma per i partners Oem (originale equipment manifacturers, ndr)”, per permettere ad esempio la realizzazione di devices di consumo come le smart tv, dotate di un assistente digitale di Google. Il Google Cloud IoT Core era stato così pensato come una alternativa per gli sviluppatori che tentavano di commercializzare prodotti IoT.
La rete di partner specializzati
Come riportano i media statunitensi, la società avrebbe acquisito consapevolezza sul fatto che i clienti di Google IoT Core hanno esigenze diverse, che possono essere soddisfatte in modo più preciso ed efficace da partner specializzati in applicazioni e servizi IoT. Una decisione che sta facendo discutere sia i clienti sia gli analisti e gli osservatori. Questi ultimi, tuttavia, sottolineano come nel tempo sia cresciuta la platea di vendor e fornitori, specializzati nel mettere a punto offerte specifiche e articolate, legando i propri servizi alle infrastrutture cloud dei big player del comparto: Microsoft, AWS e, per l’appunto, Google. Da parte sua, Google sta mandando messaggi di rassicurazione ai propri clienti sulla volontà di rendere la migrazione il più semplice possibile, mentre alcuni tra i vendor specializzati cominciano a offrire servizi di migrazione “seamless”.
“Sin dal lancio di IoT Core, è risultato chiaro che i bisogni dei nostri clienti potessero essere meglio soddisfatti dalla nostra rete di partners specializzati in applicazioni e servizi IoT. Abbiamo lavorato molto per fornire ai clienti le possibilità di migrare, e metteremo a disposizione un percorso annuale di migrazione, prima che IoT venga definitivamente interrotto”, ha dichiarato un portavoce di Google ad Enterprise IoT Insights.