LA RELAZIONE

Internet of things, gli ecosistemi delle Big tech preoccupano Bruxelles

L’Antitrust Ue individua aree di attenzione, tra cui l’accesso ai dati, la mancanza di interoperabilità e la difficoltà di ingresso nel mercato per la presenza di colossi come Amazon, Apple e Google. Vestager: “Ci aspettiamo dalle imprese misure proattive per rispondere alle preoccupazioni”

Pubblicato il 20 Gen 2022

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Esistono potenziali problemi di concorrenza nei mercati dei prodotti e dei servizi connessi all’IoT nell’Unione europea. È la conclusione dell’indagine settoriale sulla concorrenza nell’Internet of things consumer pubblicata dalla Commissione europea (qui la relazione finale).

L’IoT consumer include dispositivi personali, come gli smartphone e i wearable, o per la smart home. È un settore in rapida crescita di cui fanno parte i sempre più diffusi assistenti vocali. Questi funzionano da interfaccia utente per l’interazione con altri dispositivi intelligenti e servizi Iot.

“I risultati della nostra indagine settoriale confermano le preoccupazioni individuate nella relazione preliminare. Si tratta di un mercato con forti barriere all’ingresso e pochi operatori integrati verticalmente”, e che preoccupa, “tra i tanti aspetti, per l’accesso ai dati, l’interoperabilità o le pratiche di esclusività”, ha affermato Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva responsabile della politica di concorrenza della Commissione europea.

Dominano i colossi Usa

Proprio il settore degli assistenti vocali presenta i problemi di tutela dei dati e accesso di mercato evidenziati da Vestager. La maggior parte degli stakeholder che ha partecipato all’inchiesta settoriale ha evidenziato che il costo degli investimenti tecnologici costituisce uno dei principali ostacoli all’entrata ed espansione nell’IoT consumer. E questi costi sono particolarmente elevati sul mercato degli assistenti vocali.

Lo scenario concorrenziale rappresenta un altro ostacolo importante all’ingresso nel settore: molti stakeholder hanno segnalato difficoltà a competere con imprese integrate verticalmente che hanno costruito i propri ecosistemi all’interno e al di fuori del settore dell’internet of things consumer (ad esempio Google, Amazon o Apple). Siccome queste imprese forniscono i più diffusi sistemi operativi per i dispositivi mobili e smart usati a livello consumer, nonché i principali assistenti vocali, decidono di fatto i processi con cui integrare i dispositivi e i servizi smart in un sistema di consumer IoT.

I dati possono conferire un vantaggio sleale?

Quattro le aree problematiche individuate dalla Commissione europea.

La prima sono alcune pratiche di esclusività e di vendita vincolata connesse agli assistenti vocali, e le pratiche che limitano la possibilità di utilizzare assistenti vocali diversi sullo stesso dispositivo intelligente.

La seconda è rappresentata dal ruolo degli assistenti vocali e dei sistemi operativi per dispositivi intelligenti come intermediari tra gli utenti, da un lato, e i dispositivi intelligenti o i servizi di internet degli oggetti di consumo, dall’altro. Questo ruolo, unito alla loro funzione fondamentale nella produzione e raccolta dei dati, consentirebbe loro di controllare la relazione con gli utenti. In tale contesto gli stakeholder hanno espresso preoccupazione anche in merito alla reperibilità e visibilità dei loro servizi di internet degli oggetti di consumo.

L’ampio accesso ai dati dei consumatori è la terza area di attenzione per Bruxelles. Include le informazioni sulle interazioni degli utenti con i dispositivi intelligenti di terzi e i servizi IoT dei fornitori degli assistenti vocali. L’accesso e la raccolta di enormi grandi quantità di dati potrebbe consentire ai provider degli assistenti vocali di migliorare continuamente la loro posizione di mercato e penetrare più facilmente nei mercati contigui.

Infine, c’è la mancanza di interoperabilità dovuta al predominio di tecnologie proprietarie, che ha talvolta portato alla creazione di “standard di fatto”. In particolare, è possibile che alcuni fornitori di assistenti vocali e sistemi operativi controllino unilateralmente i processi di interoperabilità e integrazione e siano in grado di limitare le funzionalità dei dispositivi intelligenti e dei servizi IoT consumer di terzi dando vantaggio ai propri.

“Le imprese rispondano con misure proattive”

“Siamo certi che i risultati dell’indagine orienteranno in futuro i lavori della Commissione sul controllo del rispetto delle norme e sulla regolamentazione”, ha dichiarato Vestager. “Ci auguriamo inoltre che incoraggino le imprese ad agire in modo proattivo per rispondere a queste preoccupazioni“.

La Commissione fa notare la recente revisione da parte di Amazon di alcune delle condizioni business-to-business applicabili ai suoi servizi per riordinare automaticamente i prodotti.

Le conclusioni della Commissione tengono conto delle osservazioni ricevute nel corso della consultazione pubblica sulla relazione preliminare del giugno 2021 e confermano le conclusioni della relazione preliminare pubblicata in quello stesso mese. Le osservazioni comprendono i contributi di stakeholder quali le aziende dell’IoT consumer, i produttori di dispositivi intelligenti, i fornitori di contenuti creativi, gli operatori telecom e le associazioni di settore.

La Commissione userà le conclusioni dell’indagine settoriale come base dei suoi lavori per l’attuazione della strategia digitale europea. I risultati dell’indagine settoriale contribuiranno anche al dibattito legislativo in corso sulle proposte della Commissione per il Digital markets act.

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