LO STUDIO

IoT, quasi mezzo miliardo di oggetti connessi “mobile”: Cina in pole

A China Mobile 150 milioni di connessioni. Vodafone, At&t e Verizon dominano i mercati occidentali e guidano la classifica per ricavi: in arrivo 1 miliardo di dollari di revenues nel 2018 dagli oggetti connessi derivanti dall’Internt delle cose. Le stime nell’ultimo studio Berg Insight

Pubblicato il 12 Gen 2018

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I dieci maggiori operatori di rete mobile connettono complessivamente il 76% degli oggetti IoT, con le telco cinesi in testa. Ad affermarlo è il nuovo studio di Berg Insight, che stima che i dieci maggiori carrier mobili mondiali rappresentano una base attiva di 407 milioni di connessioni cellulari nel 2017. China Mobile è la numero uno con 150 milioni di connessioni IoT, seguita a distanza da Vodafone con 59 milioni di connessioni; la top five vede presenti gli altri colossi cinesi China Unicom, terza con 50 device IoT conessi, e China Telecom, quinta con 28 milioni di device; la statunitense At&t è quarta con 36 milioni di connessioni. Compleano la top ten Deutsche Telecom, SoftBank/Sprint, Verizon e Telefonica, con circa 15-20 milioni di oggetti connessi sulle loro reti mobili, e Telenor con circa 12 millioni di oggetti connessi su rete cellulare.

“Gli operatori mobili cinesi hanno messo a segno un’impressionante crescita dei volumi nel 2017, grazie al colpo di acceleratore nell’adozione di oggetti connessi su rete mobile sul loro mercato domestico”, commenta Tobias Ryberg, senior analyst di Berg Insight e autore dello studio. “China Mobile, secondo le prime stime, dovrebbe ormai aver raggiunto 200 milioni di connessioni cellulari IoT”.

Il mercato delle connessioni IoT cellular-based cresce a tassi annuali compresi fra il 15% e il 30%, afferma Berg Insight, ma i carrier cinesi avanzano a ritmi superiori alla media grazie alla solida domanda di servizi IoT sul mercato interno, mentre Vodafone e At&t restano leader nei loro mercati principali (Europa e Nord America rispettivamente) perché servono grandi clienti multinazionali. L’IoT offre tuttavia opportunità a numerosi carrier, anche piccoli, in molteplici scenari, sottolinea la società di ricerche svedese. “Vodafone si è rafforzata in Europa nel 2017, ma anche i concorrenti stanno crescendo e il mercato, essendo in espansione, ha posto per diversi player”, nota Ryberg.

Inoltre, non è solo il numero di connessioni cellulari attivate a contare per le telco, ma il guadagno che tali connessioni rappresentano. Da questo punto di vista, le aziende occidentali sono in pole position: Berg stima che At&t, Verizon e Vodafone potrebbero generare complessivamente dalla IoT più di 1 miliardo di dollari di fatturato nel 2018.

“La strategia principale per far crescere le entrate dalla IoT è la presenza verticale sulle principali aree di applicazione”, afferma Ryberg. Verizon, Vodafone e altre telco hanno fatto acquisizioni rilevanti da questo punto di vista, per esempio nel settore dell’auto connessa, e questo non solo allarga il portafoglio prodotti, ma potenzia la capacità di generare revenue. Analogamente, At&t e Deutsche Telekom sviluppano strategie dedicate alle smart city, mentre altri operatori cercano un ruolo di primo piano nei progetti in corso nei loro paesi legati a smart metering, pedaggio elettronico sulle autostrade e altri settori industriali che promettono non solo milioni di connessioni ma anche un ritorno economico.

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