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La priorità per l’impresa 4.0? Una digitalizzazione “secure-by-design”

Per cavalcare la rivoluzione le organizzazioni devono implementare nuovi modelli di sicurezza: soluzioni real time e grandi capacità analitiche al centro della svolta

Pubblicato il 17 Nov 2017

cybercrime

La rivoluzione digitale è un dato di fatto e permea tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana, con un trend di crescita esponenziale del numero di utenti digitali, smartphones, dispositivi IoT connessi ed un incremento della quantità di dati collezionati e scambiati: nel 2025 si prevedono 80 miliardi di dispositivi connessi (fonte:IDC) e 3.3 Zettabyte di traffico internet generato all’anno (fonte:CISCO).

Il mondo fisico e digitale continuano ad intersecarsi e sovrapporsi e la diffusione di tecnologie disruptive – biotecnologie, nanotecnologie, blockchain, robotica, stampa 3d, realtà aumentata e mista, intelligenza artificiale, Internet of things, big data, cloud – è foriera di cambiamenti rivoluzionari in tutti i settori, dall’industria manifatturiera alla pubblica amministrazione, dall’agricoltura all’energia, aprendo un universo di possibili applicazioni, fino ad ora impensabili.

In tale scenario un’organizzazione è vincente se è open, se fa network, se è globale: il perimetro si allarga, nuovi canali si aprono e l’ottica diviene quella dello scambio continuo e dell’iperconnessione secondo il paradigma dell’Industry 4.0. Ma tutto ciò comporta, inevitabilmente, una maggiore vulnerabilità: aumentano gli attacchi informatici ad apparati e impianti industriali, generando in cascata effetti devastanti sui sistemi interconnessi e perdite significative dell’unico valore insostituibile di un’organizzazione: il know how. (Juniper Networks stima in 8000 Miliardi di dollari l’impatto del Cyber Crime nei prossimi 5 anni). Ne consegue che per cavalcare la rivoluzione i4.0 le organizzazioni devono necessariamente implementare nuovi modelli di sicurezza.

Leonardo ha abbracciato il paradigma 4.0, sia come utilizzatore che dal lato del business, ha colto direttamente le opportunità legate alla digital transformation, alle applicazioni e servizi 4.0 sviluppando un modello di “Secure Connected Factory” che integra applicazioni avanzate, iperconnessione e sicurezza digitale.

“Secure Connected Factory” si basa sulla capacità di connettere al cloud qualsiasi tipo di macchinario, sistema di automazione, CNC, PLC o sensore dei più importanti produttori mondiali. I dati raccolti in fabbrica sono trasferiti in tempo reale sul cloud (pubblico o privato), divenendo immediatamente utilizzabili da strumenti di monitoraggio remoto e analisi con l’obiettivo di supervisionare e ottimizzare la produzione e ridurre i fermi macchina.

Inoltre, una “Secure Connected Factory” deve guardare al futuro ed utilizzare tecnologie di realtà mista, machine learning e artificial intelligence, creando nuovi canali di interazione quali bot e team chat, grazie ai quali le macchine possono comunicare con gli operatori in linguaggio naturale o tramite ologrammi virtualmente posizionati sulle macchine utensili.

Alla base dell’architettura una visione di Cyber Security unificata e Real Time, grandi capacità analitiche e un approccio visionario a costituire un sistema completo e funzionante di rilevazione degli attacchi e delle minacce in ambiente industriale e Scada. Il sistema rappresenta quanto di più avanzato disponibile nell’applicazione di tecniche di analisi comportamentale “signatureless” alle reti industriali, che costituiscono uno degli obiettivi meno difesi e più invitanti per il crimine digitale.

Dal punto di vista privilegiato di Leonardo, al contempo azienda manifatturiera leader nei settori Aerospazio e Difesa – la cui filera abbraccia un ampio ventaglio di aziende produttive, anche nel settore della PMI – e fornitore di soluzioni e servizi Cybersecurity ed ICT per il mercato, è possibile effettuare un’analisi del livello di consapevolezza e diffusione del digitale in Italia.

La percezione di dover cambiare è diffusa, ma non tutti hanno compreso che la “digital transformation” non si identifica con l’introduzione di nuove tecnologie, l’acquisto di nuove macchine utensili o di software innovativi. La tecnologia è pronta, ma le imprese 4.0 devono accelerare il processo di “rivoluzione digitale”, avviando una trasformazione profonda dei propri processi e dell’organizzazione. Solo in questo modo sarà possibile coglierne i reali benefici: incrementare la flessibilità e la velocità, migliorare la produttività e la qualità, aumentare la sicurezza dei lavoratori, perseguire la sostenibilità ambientale.

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