L’INTERVISTA

Pmi e industria 4.0, Gerardini: “La transizione digitale passa dal capitale umano”

Per il Presidente Piccola Industria di Assolombarda, formazione e condivisione di esperienze sono cruciali per l’innovazione tecnologica. Un aiuto agli imprenditori arriva dalla piattaforma Bussola 4.0

Pubblicato il 01 Feb 2023

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La sfida è impegnativa: aiutare le micro, piccole e medie imprese ad avere la consapevolezza che transizione digitale e sostenibilità non siano un’esclusiva della grande industria, ma siano anche alla loro portata. E per questo motivo, dice Paolo Gerardini, Presidente Piccola Industria di Assolombarda, “abbiamo creato la piattaforma Bussola 4.0”. Un’applicazione sempre più estesa di Internet delle cose, automazione industriale, intelligenza artificiale, big data e algoritmi condivisi nelle filiere e utilizzati in tempo reale permetterà alle Pmi di rimanere competitive sui mercati (soprattutto) internazionali e difendere la propria leadership nell’export. “Per fare in modo che ciò avvenga occorre sensibilizzare le imprese e fornire loro occasioni di formazione – spiega – dando loro una mano per acquisire e scambiare conoscenze e competenze oltre che condividere esperienze, affinché le micro, piccolissime e piccole aziende stesse riconoscano i bisogni, definiscano gli obiettivi di business e il conseguente piano di digitalizzazione e ottimizzazione dei processi anche in ottica ESG (svolta green) programmando gli investimenti. Eccolo l’obiettivo di Bussola 4.0, il nuovo servizio che accompagna passo dopo passo le imprese lungo la strada dell’innovazione e che è stato progettato e lanciato da Assolombarda, che, per dimensioni e rappresentatività, è l’associazione più importante di tutto il Sistema Confindustria.

Presidente Gerardini, l’industria 4.0 è una chance di crescita anche per le Pmi?

“Assolutamente sì, lo è stata e continua ad esserlo. Per continuare a essere competitive le piccole aziende devono migliorare la produttività e per farlo devono innovare. La transizione digitale per loro è come l’ossigeno, non ne possono fare a meno.

Le PMI devono comprendere i benefici attesi dall’implementazione delle tecnologie digitali nei processi: questi riguardano soprattutto l’aumento dell’efficienza e la riduzione dei costi ma anche l’aumento della qualità, una maggiore soddisfazione del cliente e l’aumento del volume di affari. A questo si aggiunge che tali tecnologie sono spesso utilizzate per automatizzare i lavori manuali a basso valore aggiunto e liberare le risorse umane che possano svolgere funzioni più strategiche per il business e acquisire nuove competenze.

Tecnologie digitali e creatività umana danno alle imprese una spinta verso il futuro e le rendono capaci di attrarre investitori e consumatori oltre che artefici del benessere della società e del pianeta.

Ma è anche vero che bisogna guardare oltre “.

Perché?

“La transizione digitale non è la panacea di tutti i problemi e delle difficoltà che un’azienda incontra ogni giorno; essa va considerata come una parte del più ampio processo di innovazione che un’impresa deve sostenere, dopo averne compreso l’urgenza. L’ Associazione è a fianco di ogni imprenditore che intenda abbracciare questa sfida, perché innovare in un’impresa non è un aspetto che riguarda meramente la dotazione tecnologica, è un cambiamento di paradigma. Assolombarda negli ultimi anni ha lavorato e si è affermata come punto di riferimento sui temi della Trasformazione Digitale, generando conoscenza e strumenti che oggi vogliamo portare a un livello di impatto superiore.”

Da qui, il ruolo strategico della piattaforma Bussola 4.0?

Bussola 4.0 nasce “dal basso”, dalla sollecitazione dei nostri associati. Assolombarda ha intercettato questo bisogno e con questa piattaforma ha dato una risposta concreta a una necessità oggettiva degli imprenditori. Bussola 4.0 è pensata per le Pmi. Si tratta di uno strumento per conoscere e approfondire la transizione digitale attraverso le testimonianze di imprenditori, tecnici e specialisti dell’ecosistema Assolombarda. “Bussola 4.0” rappresenta un’innovazione nell’accessibilità di conoscenza, strumenti e servizi per le imprese che in questo modo sono disponibili e trasferiti in maniera semplice ed efficace. È uno strumento unico che amplifica le capacità dimostrando le potenzialità della tecnologia.

È in corso un’evoluzione che va affrontata anche dalle piccole e medie imprese attraverso la condivisione di esperienze e soluzioni. E con un approccio pratico. A questo scopo attraverso Bussola le imprese possono non solo sviluppare nuove conoscenze ma anche riconoscersi e impostare nuove progettualità.

Con questa piattaforma, il capitale umano di un’impresa è coinvolto tanto a livello di consapevolezza che di conoscenza. Per un’azienda innovare vuol dire anche ampliare gli orizzonti dei propri quadri dirigenti, dipendenti e collaboratori. L’incremento della consapevolezza e della conoscenza serve ad abilitare gli imprenditori nel sapere cosa chiedere e dove indirizzare gli investimenti, eventualmente anche di formazione delle proprie risorse.

Quali sono le iniziative che Bussola 4.0 metterà in campo per il 2023?

Anzitutto, è importante farla conoscere e comunicare agli imprenditori le potenzialità di questo strumento al servizio di tutte le imprese, perché essere associazione, come lo è Assolombarda, vuol dire essere parte di una comunità e sviluppare le attività necessarie per sostenerne la crescita mettendo anche a fattor comune le miglior esperienze.

(A proposito di formazione) L’esito sarà quindi aumentare il tasso di innovazione delle imprese. Questa renderà necessario che le Pmi rafforzino le loro relazioni con scuole e università?

“Certamente. Ed è un tema sul quale Assolombarda è impegnata in prima linea con una specifica delega. Un costruttivo rapporto tra impresa e sistema educativo deve essere consolidato attraverso un coinvolgimento reciproco e integrato. La collaborazione e la condivisione degli obiettivi formativi tra impresa e attori della formazione, soprattutto per le giovani generazioni, è cruciale per la competitività del Sistema Paese. I giovani devono essere messi in condizione di comprendere, e possibilmente governare, il progresso tecnologico e sociale in cui andranno a inserirsi.

Dobbiamo ispirarci al modello tedesco”.

Cioè?

“In Germania, c’è una maggiore conoscenza delle potenzialità e una migliore distribuzione sul territorio degli Istituti Tecnologici Superiori (Its). Così come in una Pmi tedesca c’è un livello di scolarizzazione più alto fra i dipendenti. Con più diplomati e laureati, innovare è più facile e veloce”.

E in Italia?

Basti dire che il centro studi di Confindustria ha appena calcolato che, nel 2023, mancheranno circa 143 mila tecnici informatici nelle imprese italiane. Il nostro tessuto produttivo è di fronte a una grave criticità. In Italia occorrerebbe anche migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Il disallineamento va colmato a vantaggio dell’occupazione e della competitività delle nostre imprese. Eppure, nonostante queste difficoltà, il nostro sistema industriale continua a essere protagonista e leader in Europa nelle esportazioni e nell’economia circolare.

Ma se vogliamo proseguire su questa strada, diventa impellente innovare per mantenere tali posizioni di mercato. Aggiungerei che il nostro ecosistema, fatto da grandi imprese che operano in sinergia con le Pmi in una logica di filiera, rappresenta un ulteriore sprone alla innovazione, coordinata.

Le Pmi hanno però difficoltà di accesso al credito e sono soffocate dalla pressione fiscale.

“L’abbattimento del cuneo fiscale è indispensabile. E, come sostiene il presidente di Confindustria Bonomi, è a beneficio dei lavoratori. Progettare quindi un’innovazione che crei un’azienda più green, più funzionale nei suoi processi e con tempi di produzione più ridotti, allora si sta anche ottemperando ai criteri di rating che consentono di accedere alla finanza sostenibile. E questa è un’altra battaglia che, come Confindustria e, soprattutto, come Assolombarda stiamo portando avanti”.

È il tema delle Esg e della digitalizzazione che va a braccetto con la svolta green.

Sulla lettera “E” di Environment dell’acronimo Esg, va detto che siamo leader dell’economia circolare in Europa perché, avendo poche materie prime, abbiamo sviluppato l’arte del riuso, abbiamo imparato a “far di necessità virtù”. Sulla “S” di social e sulla “G” di government invece ci giochiamo la partita. Ma se riusciremo a vincerla, continueremo ad esser leader di mercato e a battere la concorrenza agguerrita dei nostri competitor continuando a contare sull’appoggio di sistema bancario. Ed è un’occasione che non possiamo perdere”.

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