Il Piano nazionale Scuola digitale (Pnsd) viaggia a passo spedito. Dopo venti mesi di azione, il programma – costola della Legge 107, la cosiddetta “Buona scuola” – ha portato “una forma di connessione” nel 97% degli istituti italiani mentre il 54% delle aule è attrezzato per la didattica digitale. Il bilancio lo ha tracciato oggi la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, in occasione dell’ebento dedicato al Pnsd.
Il primo bando del Piano nazionale ha cablato 1.500 scuole. Oggi nell’82% dei plessi si usa il registro di classe o quello del docente. E il 96% delle scuole dichiara di utilizzare almeno uno strumento digitale per comunicare con le famiglie. Diversi istituti iniziano ad avere regolamenti interni per gestire lo smartphone personale degli studenti e un milione e 600mila ragazzi, studiano coding. Gli animatori digitali creati dalla “Buona scuola” sono 1.800, quarantamila le persone coinvolte nell’educazione informatica scolastica.
Ora, come spiegato dalla ministra, è il momento ere in avanti “l’ecosistema di questa comunità, puntando sulla formazione dei docenti e sugli innovatori. Sedici le azioni chiave per i prossimi mesi Il più importante è: 140 milioni entro il 20 settembre per realizzare laboratori in chiave digitale per gli istituti professionali, l’alberghiero, il meccatronico, le scuole di moda. “Il modello è l’industria 4.0”, ha sottolineato Fedeli.
Entro il 29 settembre, poi, saranno a bilancio 2,5 milioni per il digitale nelle scuole di periferia. Quindici milioni per il registro elettronico nel primo ciclo (elementari e medie) e 5,7 milioni per l’assistenza tecnica. Entro novembre siti web aperti per tutte le scuole. Sempre entro novembre, l’avvio delle iniziative di educazione all’imprenditorialità e per la diffusione delle materie scientifiche (Stem) alle scuole medie con un investimento “fino a 5 milioni”. Entro novembre, ancora, saranno individuati 18 “future labs” nel Paese e altrettanti centri di competenza. 25 milioni serviranno a formare gli amministrativi e il personale Ata.
Il Miur ha creato una task force che dovrà elaborare linee guida per le scuole ad hoc in tempi stretti: 45 giorni. Focus anche sui contenuti digitali. “Ne vogliamo di qualità – ha detto la ministra – Entro l’anno raccoglieremo e offriremo prodotti per la scuola dei migliori autori ed editori”. In cantiere anche i voucher per le connessioni delle scuole. Il sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonello Giacomelli, ha ricordato che le risorse ci sono: “Sono al Cipe da tre anni”, ha fatto sapere. Una parte di queste risorse servirà a garantire la connessione a 100 megabit per secondo entro il 2020 (il primo annuncio parlava del 2018). Le scuole che già hanno una buona connettività, invece, “potranno spendere la loro aliquota per ulteriori acquisti digitali”.
Un capitolo a parte è dedicato alla formazione di studenti e insegnanti. Fedeli, ha annunciato che oltre 47.000 i docenti e i dirigenti scolastici sono stati coinvolti in percorsi formativi e di aggiornamento su tematiche relative all’integrazione delle nuove tecnologie nella didattica e oltre 15.000 gli studenti in tutta Italia che hanno partecipato a incontri, laboratori e workshop volti a promuovere competenze digitali e un uso consapevole e critico delle tecnologie. In questo contesto il Miur ha firmato due protocolli con Google e Microsoft.
Al centro dell’intesa con Google la promozione dello sviluppo delle competenze IT e della diffusione della didattica digitale. Previsti in fase operativa due progetti gratuiti di Google: “Eccellenze in Digitale”, il progetto di formazione per la digitalizzazione delle imprese, a disposizione per i programmi di alternanza scuola-lavoro a sostegno della digitalizzazione delle Pmi; “Computer Science First”, piattaforma online per l’apprendimento del pensiero computazionale, sarà a disposizione di insegnanti e studenti.
Per quanto riguarda la piattaforma, “Eccellenze in Digitale”, per valorizzare la sinergia tra il sistema educativo e il mondo dell’impresa, Google mette a disposizione del Miur il corso gratuito online “Eccellenze in Digitale”, premiato nel 2016 dalla Commissione Europea con l’European Digital Skills Award. Gli studenti che devono intraprendere il percorso di alternanza scuola-lavoro avranno a disposizione strumenti concreti sull’utilizzo del web in ottica aziendale, cosi’ da favorire l’integrazione di strumenti digitali all’interno delle imprese. “Eccellenze in Digitale” è una piattaforma online volta alla diffusione delle competenze digitali per il mondo del lavoro.
Invece “Computer Science First” ha come obiettivo quello di diffondere un’adeguata formazione sul pensiero computazionale e sulle competenze digitali di base. Computer Science First è una piattaforma online gratuita che permette agli studenti tra i 9 e i 14 anni di avvicinarsi alla programmazione attraverso semplici attività didattiche. La piattaforma è pensata in modo da permettere agli insegnanti – anche privi di una preparazione specifica – di organizzare corsi formativi per favorire l’avvicinamento alla programmazione e alla risoluzione di problemi complessi, per sviluppare confidenza e curiosità verso l’uso dei computer e per dimostrare l’impatto positivo della programmazione nella vita di tutti i giorni e nel mondo del lavoro.
“La digitalizzazione può portare crescita e lavoro, ma l’Italia deve ancora cogliere il potenziale dell’economia di internet. Uno dei maggiori freni è la carenza di competenze digitali, per questo negli anni abbiamo rivolto una particolare attenzione a iniziative per la diffusione delle e-skills nel mondo dell’impresa e per i giovani in cerca di occupazione – dice Diego Ciulli, Public Policy Manager, Google- Oggi siamo felici di annunciare questa nuova collaborazione con il Miur, per dare il nostro contributo al Piano Nazionale Scuola Digitale. Vogliamo fornire a tutti i ragazzi la possibilità di avvicinarsi alla programmazione e agli strumenti del web, e crediamo che il digitale possa essere una chiave per costruire percorsi di alternanza scuola-lavoro proficui per gli studenti e per le imprese. Questi progetti sono solo l’inizio di un impegno comune”.
Microsoft e Miur rinforzano invece la collaborazione per far evolvere la didattica attraverso le nuove tecnologie. L’estensione del Protocollo d’Intesa prevede infatti il sostegno alla collaborazione fra le classi, abbattendo barriere geografiche e linguistiche attraverso l’adozione nelle scuole di Skype in the Classroom, classe virtuale che, facendo leva sullo strumento della videochiamata, è in grado di mettere in contatto gratuitamente esperti di tutto mondo con studenti e professori italiani; lo sviluppo di percorsi e contenuti didattici innovativi per l’insegnamento del pensiero computazionale e delle competenze digitali attraverso strumenti e piattaforme quali MakeCode e Minecraft: Education Edition e, infine, la diffusione di piattaforme di apprendimento e condivisione di buone pratiche come ad esempio Microsoft Educator Community tra docenti, animatori digitali, dirigenti scolastici, ricercatori e professori universitari.
“Per preparare i giovani ad affrontare un mercato che evolve costantemente e che richiede competenze sempre nuove è importante sviluppare iniziative di formazione ed educazione innovativa, per offrire agli studenti nel nostro Paese opportunità di lavoro qualificante e un futuro migliore”, ha commentato Francesco Del Sole, Direttore Education di Microsoft Italia. “La nostra volontà è di continuare a collaborare a fianco del Miur per contribuire in modo concreto ad una Scuola che permetta di sviluppare nuove modalità di apprendimento, allargando gli orizzonti e offrendo la possibilità agli studenti di acquisire competenze che li rendano professionisti competitivi nel mercato globale”.
Per Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale plaude al progetto della ministra Fedeli. “E’ questa la via maestra perché sulla formazione di nuove competenze e professioni dobbiamo colmare un ritardo di almeno 15 anni. E dobbiamo farlo in fretta, proprio perché il Paese si è rimosso in moto e le imprese stanno investendo su Industria 4.0”, dice Catania.
“Entro il 2018 abbiamo stimato un fabbisogno di 85.000 nuovi specialisti nel digitale – spiega Catania – Formare questi nuovi profili ad alto grado occupabilità è un obiettivo prioritario del Piano per la scuola digitale. Ora è il momento di concentrarci sui risultati per avere nei prossimi tre anni cambiamenti tangibili. Per questo va messo in campo un monitoraggio stretto delle iniziative previste dal Piano, sul quale il sistema delle imprese si rende disponibile. Dobbiamo puntare a passare dagli attuali 8mila diplomati l’anno sfornati dagli Its ad almeno 24mila (in Germania, per avere un termine di paragone, sono già oggi 80mila); il numero di laureati in discipline Ict va raddoppiato passando da 7.500 a 10mila; infine è fondamentale che tutti i 500mila studenti che annualmente si diplomano ogni anno nelle scuole superiori, abbiano dal prossimo anno scolastico le competenze digitali di base. E’ ormai acclarato che il gap di crescita e di occupazione nel nostro Paese ha radici nella carenza di nuove competenze e profili specializzati. Lo sviluppo della formazione richiede quindi uno sforzo collettivo. Da parte nostra, come Confindustria, siamo impegnati a formare, con specifiche iniziative sul territorio, migliaia di imprenditori e tecnici per aiutare le imprese associate a intraprendere la via di Industria 4.0”.