L’ingresso nell’ecosistema di Industria 4.0 può essere un passo importante per un’azienda, che prima di lanciare il cuore oltre l’ostacolo per cogliere le opportunità aperte dalla digital transformation deve analizzare con attenzione il proprio business model e definire una strategia precisa, basata il più possibile su dati di fatto. Per aiutare le imprese in questa fase di passaggio Roland Berger, società tedesca di consulenza strategica e aziendale, ha realizzato un’analisi che identifica le principali direttrici di sviluppo aperte in questo momento nel campo dell’industrial IoT, i quattro passi fondamentali per costruire una strategia efficace e i tre principali fattori per avere successo. A illustrarne i risultati durante “Huawei eco-connect Europe 2017, in corso a Berlino, è Martin Lüers, a capo del competence center “engineered products & high-tech”di Roland Berger a Monaco.
“Le direttrici di sviluppo nel campo di industria 4.0 dell’industrial Internet of things sono ad oggi essenzialmente cinque – spiega Lüers – e riguardano i cloud service providers, le industrial cloud platform, i provider di app e software per l’industria, e gli abilitatori di connettività verso il cloud e gli utenti finali che connettono i device e utilizzano applicazioni a valore aggiunto”. Fattori che tutti insieme vanno a comporre ecosistemi che oggi sono a tutti gli effetti operanti in diversi campi, da quello ferroviario a quello delle centrali elettriche, fino a diversi esempi di smart factory.
Roland Berger definisce quattro step che ogni azienda interessata dovrebbe compiere per non rischiare brutte sorprese, e tutte partono da una fotografia dettagliata della propria situazione e della propria strategia. A iniziare dalla definizione del proprio ruolo all’interno dell’ecosistema, della parte che si decide di giocare in collaborazione con gli altri player del settore: “In base al ruolo che si sceglie – sottolinea Lüers – si devono individuare i propri alleati e i propri partner. Il secondo passo, che potrebbe apparire scontato ma che non lo è affatto, è la definizione della propria offerta. È questo il momento in cui scegliere se si vuole aumentare il vantaggio competitivo dei prodotti esistenti, o se si vogliono sviluppare nuovi servizi ad hoc, quindi creando nuovi business”. Il terzo passo è quello di scegliere quale piattaforma utilizzare per raggiungere il proprio obiettivo, quindi se crearne una o se utilizzare quelle messe in campo da terze parti. Il quarto è quello dell’identificazione del valore aggiunto che si può portare, con nuovi servizi digitali che possono innestarsi all’interno dei processi già esistenti. “Uno dei modelli più spinti nel campo dell’industrial Internet of things – spiega Lüers – è quello di sviluppare modelli di revenues completamente nuovi”.
Tutto il percorso, conclude Lüers, “deve essere affrontato tenendo ben presente quali sono i tre fattori che possono decretare il successo delle nuove iniziative nel campo dell’IioT: aumentare la propria velocità nell’adozione delle soluzioni, assicurandosi che sia una priorità per l’azienda, e che questa dedichi al progetto un’unità ad hoc. Il secondo fattore fondamentale per il successo è l’adozione di una strategia che sia in grado alla stesso momento di differenziare l’offerta mantenendone basso il costo, per aprire così al massimo le opportunità di mercato, introducendo anche soluzioni as a service. E infine coinvolgere il più possibile i propri clienti in questo percorso di passaggio, perché da loro solitamente arrivano le indicazioni più importanti sui servizi di cui c’è bisogno. Questo anche attivando progetti pilota in collaborazione”.