Riviste al rialzo le previsioni 2021 per l’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione elaborate dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi per produrre. In particolare, la produzione italiana crescerà del 22% (rispetto al 2020) a 6,3 miliardi di euro mentre l’export salirà del 19% a 3,4 miliardi.
“Le misure relative a Industria 4.0 hanno dimostrato di essere efficaci – dice la presidente di Ucimu, Barbara Colombo -. La direzione è quella giusta ma chiederemo al governo di rendere strutturali gli incentivi estendendoli oltre il 2022”. Una misura invocata anche alla luce della crisi dei chip che può incidere, sottolinea Colombo, “sulla ripresa economica. Ad esempio a livello del settore automobilistico le consegne sono lunghissime. Questo, a caduta, ha dei riflessi importanti su tutta la filiera”.
Il bilancio di Ucimu
Si tratta di una situazione “che crea una incertezza – spiega ancora Colombo – che si introduce in un contesto economico favorevole. I portafogli ordini delle aziende sono capienti. Il problema è capire in quanto tempo questi ordini si trasformeranno in fatturato e quindi in produzione per il settore. Questo dipende dalle consegne dei fornitori che sono rallentate, per non parlare poi dell’aumento dei prezzi. Quindi c’è questa incognita che preoccupa tutti“.
Il bilancio positivo per l’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione è frutto, si legge nella nota di Ucimu, “sia dell’ottimo andamento delle consegne dei costruttori italiani sia dell’export che raggiungerà il valore di 3,4 miliardi, il 19% in più rispetto al dato 2020”.
Nei primi sei mesi del 2021 (ultimo dato disponibile), principali paesi di destinazione dell’offerta italiana di macchine utensili sono risultati Germania (+64,4%), Stati Uniti (+8,7%), Cina (-16,5%), Polonia (+77,8%) e Francia (+1,6%).
La domanda italiana
Anche la domanda italiana è vivace, come dimostra il dato di consumo che dovrebbe attestarsi a 4,6 miliardi di euro, il 28% in più rispetto al 2020. Questo risultato farà da traino sia per le consegne dei costruttori in Italia – che segneranno, infatti, un incremento del 25%, attestandosi a 2,9 miliardi di euro – sia per le importazioni che cresceranno del 33%, attestandosi a 1,7 miliardi di euro.
L’indice degli ordini raccolti dai costruttori italiani nel secondo trimestre dell’anno, ultimo dato disponibile, evidenzia una crescita decisa pari al 187% rispetto al secondo trimestre 2020 (che però comprende aprile, mese di stop per il lockdown, e dunque rappresenta un trimestre difficile).
In crescita la capacità produttiva
Gli ordini interni sono cresciuti del 368% e gli esteri del 132% rispetto al periodo aprile-giugno 2020. E’ risultata in crescita anche la capacità produttiva il cui indice ha sfiorato l’80%. Il dato risulta superiore a quello registrato nell’ultimo trimestre 2019.
Anche il carnet ordini è cresciuto a 7 mesi, tornando così, di fatto, sui livelli record del 2018. In media di anno (6 mesi) l’indicatore si attestato a 6,8: anche in questo caso il dato è molto vicino a quello registrato nel 2018.