“I punti di forza dei distretti rappresentano risorse cruciali, ma non sufficienti per affrontare il difficile contesto economico che si sta delineando”: questo l’allarme che emerge dal Rapporto Economia e Finanza di Intesa Sanpaolo che mappa i Distretti Industriali (SCARICA QUI L’EXECUTIVE SUMMARY) .
Dagli impatti della crisi del 2020 al forte rimbalzo del 2021 ai rischi derivanti dall’invasione russa dell’Ucraina: questi i parametri presi in esame. “Le filiere distrettuali potranno continuare a rappresentare un fattore di competitività solo se gli attori che le compongono sapranno rinnovarsi e rafforzare le loro relazioni strategiche, attraverso un’accelerazione degli investimenti in innovazione e tecnologia anche green, un consolidamento dimensionale e la formazione e l’inserimento in azienda di nuove competenze”.
Accelera l’adozione delle tecnologie Industry 4.0 ma solo nelle aziende più grandi
In particolare dallo studio è emerso che analizzando alcuni settori del Nord-Est ad alta vocazione distrettuale, come l’agro-alimentare, il legno-arredo e la meccanica, ne viene fuori un quadro caratterizzato da un’accelerazione nell’adozione di tecnologie Industry 4.0 a partire dal 2017, grazie anche alla spinta delle iniziative di policy. “Tuttavia, i dati mostrano come il fenomeno abbia sinora riguardato in larga parte aziende medio-grandi (tre su quattro hanno adottato tecnologie 4.0 vs poco più di una su cinque tra le micro)”.
E si può fare molto di più anche sul fronte ambientale: “In un settore come il legno-arredo ad alta intensità distrettuale, nell’ultimo triennio poco meno di un’impresa su tre ha acquistato macchinari efficienti che riducono il consumo energetico. Si scende addirittura sotto il 6% quando si considera la quota di imprese che ha realizzato investimenti in impianti per la produzione di energia elettrica da rinnovabili o per la produzione di energia termica da rinnovabili o di cogenerazione e/o recupero di calore”.
Dalla pandemia alla guerra russo-ucraina
Il fatturato delle imprese manifatturiere distrettuali, dopo un calo pari al 14,5% nel 2020 (a prezzi correnti e in valori mediani), secondo le nostre stime nel 2021 ha registrato un rimbalzo del +25,2%, il 4,3% in più rispetto al 2019. Un contributo importante è venuto dalle esportazioni che nel 2021 hanno sfiorato i 133 miliardi di euro, toccando un nuovo record storico. Solo il sistema moda non ha ancora pienamente recuperato quanto perso nel corso del 2020.
L’invasione russa dell’Ucraina modifica ora profondamente lo scenario macroeconomico, che si fa complesso e incerto. “Le imprese si trovano a operare con prezzi delle commodity volatili ed elevati che possono mettere in pericolo i loro equilibri economico-finanziari. È poi venuto meno, almeno momentaneamente, un mercato, quello russo e ucraino, che per i Distretti nel 2021 valeva 3,2 miliardi di euro, il 2,4% del totale”.
Riflettori sugli impatti a livello regionale
In valore le regioni più esposte stando a quanto emerso dal report sono Veneto (805 milioni di euro), Lombardia (771 milioni) ed Emilia-Romagna (531 milioni). In termini di incidenza spiccano Umbria (10,8%) e Marche (5,7%), seguite a distanza dall’Abruzzo (3,1%). “Al contempo, se i problemi di approvvigionamento innestati dalla pandemia e poi amplificati dall’invasione russa porteranno a una regionalizzazione su base continentale delle catene globali del valore, si potranno aprire opportunità per i distretti italiani grazie alla presenza di filiere strutturate e di un buon nucleo di imprese resilienti”.
Il Pnrr e la sfida Istituti tecnici
Il Prnn – evidenzia il Report – dedica molta attenzione al rapporto tra scuola e imprese, al rilancio della ricerca di base e applicata in sinergia tra università e imprese, al sostegno dei processi di trasferimento tecnologico, alla valorizzazione del capitale umano, anche attraverso lo sviluppo degli Its. “È ancora alto il potenziale inespresso degli Its: nel 2019 hanno ottenuto il diploma 3.761 studenti, contro i circa 486 mila diplomati nella scuola secondaria di secondo grado. Gli interventi previsti nel Pnrr si pongono l’obiettivo di raddoppiare iscritti e corsi frequentati entro il 2030”.