Il piano Transizione 4.0 va rivisto. Lo ha sottolineato il ministro per le Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, in un messaggio inviato inviato al convegno per la presentazione del rapporto sul mercato digitale di Anitec-Assinform.
“Il sistema dei crediti d’imposta 4.0 si è rivelato una cornice vincente per il sistema produttivo – ha evidenziato Urso – ma è indubbio che le imprese abbiano finora concentrato le strategie innovative prevalentemente sul rinnovo dei macchinari, rischiando di non cogliere pienamente i benefici di una rivoluzione industriale che è imperniata, al contrario, sugli aspetti immateriali: la potenza di calcolo e la connettività, il cloud computing per la centralizzazione delle informazioni e la loro conservazione, la capacità di estrarre valore dai dati raccolti, la cybersecurity, sono solo alcuni degli assi portanti del 4.0”.
“Ancora oggi – ha ricordato – si stima che solo l’1% dei dati raccolti dalle imprese viene utilizzato, una percentuale che impone un’attenta riflessione e la definizione di strategie in grado di imprimere una rapida crescita”.
“Anche il piano, la cui impostazione attuale non si discosta troppo da quella del 2017, a distanza di oltre sei anni – ha annunciato il ministro delle Imprese e del Made in Italy – necessita di una profonda revisione per recepire le esigenze imposte dal mutato contesto eco. È mia intenzione avviare già a inizio 2023 una riflessione su come renderlo più efficiente attraverso un metodo di lavoro inclusivo e di ascolto”.
Tranisizione 4.0, niente fondi in manovra
Nella manovra da quasi 35 miliardi scompare il finanziamento al piano Transizione 4.0. (Scarica QUI il testo bollinato): niente credito di imposta per la formazione 4.0 e niente 500 milioni per il rifinanziamento della nuova Sabatini così come, invece, previsto dalla prima bozza licenziata dal Cdm.
Stando a quanto risulta a CorCom il finanziamento al Piano verrà definito in provvedimenti successivi ad hoc, anche in previsione di una rivisitazione del Piano così come annunciato oggi dal ministro Urso, con risorse più massicce per investimenti sui beni immateriali.