Quattro miliardi per la Transizione 5.0. È quanto prevedono le proposte di revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e RepowerEU presentate dal ministero delle Imprese e del Made in Italy alla della Cabina di Regia Pnrr.
Transizione 5.0, le nuove misure
Nel documento che sarà esaminato dal Parlamento sono, in particolare, previste quattro misure:
- il Piano Transizione 5.0, con una dotazione di 4 miliardi di euro, per sostenere le imprese negli investimenti necessari a realizzare progetti tesi al perseguimento di obiettivi di transizione ecologica e digitale;
- il supporto alla transizione ecologica del sistema produttivo e alle filiere strategiche per le net zero technologies, consistente concessione di incentivi alle imprese tramite strumenti di finanziamento esistenti sia per investimenti utili alla decarbonizzazione dei processi produttivi sia per il supporto alle filiere più strategiche per la produzione di tecnologie verdi;
- la Nuova Sabatini green, per sostenere le Pmi nell’acquisto di impianti e connesse tecnologie digitali che consentano la produzione diretta di energia da fonti rinnovabili, nell’ambito di programmi di investimento per migliorare l’ecosostenibilità dei prodotti e/o dei processi produttivi;
- il credito d’imposta per l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, per sostenere le imprese nella realizzazione di investimenti in impianti – e connesse tecnologie digitali – per la produzione diretta di energia da fonti rinnovabili, il quale potrebbe essere nel negoziato europeo assorbito all’interno di Transizione 5.0.
Urso: “Mettiamo il turbo alle imprese”
Per il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, le nuove misure sono una bella notizia per le imprese italiane. “Le risorse che abbiamo chiesto in merito al RepowerEu e alla rivisitazione del Pnrr sono state accolte e ora sono all’esame del Parlamento – spiega il ministro – Parliamo di Transizione 5.0, di Sabatini Green, di sostegno alle piccole medie imprese per la produzione energetica ai fini dell’autoconsumo. Mettiamo il turbo all’imprese italiane per investire in innovazione, nella transizione ecologica e quindi industriale. È un buon segno”.
Transizione 5.0, cos’è
L’industria 5.0, o Tranzione 5.0, è una Collaborative Industry, ossia un modello di impresa caratterizzato dalla cooperazione uomo-macchina, con l’obiettivo di dare un valore aggiunto alla produzione creando prodotti personalizzati che rispettino le esigenze dei consumatori e anche l’ambiente.
Si tratta di un’evoluzione naturale dell’Industria 4.0 e si basa sullo sviluppo a ritmi serrati di tecnologie 4.0 sempre più potenti, in particolare nei settori dell’Ict, AI e robotica, che stanno portando alla realizzazione di Cyber Physical System (Cps) e dispositivi IoT sempre più potenti.
Rispetto a Industria 4.0, l’industria 5.0 sarà però una Collaborative Industry, ossia un modello di impresa caratterizzato dalla cooperazione tra macchine ed esseri umani, con il fine ultimo di dare un valore aggiunto alla produzione creando prodotti personalizzati che rispettino le esigenze dei consumatori.
Secondo la visione dell’Unione Europea, “Industria 5.0 è in grado di apportare benefici all’industria, ai lavoratori e alla società”, si legge nel paper della Commissione “Industry 5.0: verso una industria europea sostenibile, human centric e resiliente”.
Transizione 5.0, come impatterà sulle aziende
La Transizione 5.0 impatterà fortemente sui modelli di organizzazione produzione delle aziende. Al centro del nuovo modello di produzione industriale ci sono l’approccio human centric, la sostenibilità e la resilienza.
Approccio human centric significa che la tecnologia deve essere utilizzata per adattare il processo di produzione alle esigenze del lavoratore e che i sistemi e le piattaforme non interferiscano con i diritti fondamentali dei lavoratori e rispettino la dignità umana.
Per quanto riguarda la sostenibilità, lo stress è sull’abilitazione di modelli di economia circolare e di efficienza energetica mentre la resilienza si riferisce all’obiettivo di sviluppare un più alto grado di robustezza nella produzione industriale e delle infrastrutture critiche.