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Industria 5.0, ecco come 6G e private network trasformeranno il manufacturing



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Le Tlc svolgono un ruolo cruciale nell’evoluzione dei modelli produttivi, da una parte efficientando le attività di analisi dei dati e virtualizzazione e dall’altra combinando piattaforme di intelligenza artificiale con tecnologie resilienti, sostenibili e human-centric

Pubblicato il 24 feb 2025



robot, umanoidi, industria 5.0, automazione

Gli operatori di telecomunicazioni ricoprono un ruolo strategico nella filiera che sta già lavorando per facilitare e rafforzare l’adozione della cosiddetta Industria 5.0: la connettività e la comunicazione dei dati risultano fondamentali per il buon funzionamento delle tecnologie di frontiera, come le piattaforme in grado di abilitare i digital twin e i sistemi alimentati dall’AI, che danno vita ai robot collaborativi (cobot). E saranno le reti 6G a offrire la velocità di trasmissione dati, la latenza bassissima, l’affidabilità, l’efficienza energetica e la capacità di traffico necessarie a supportare le applicazioni e i casi d’uso dell’Industria 5.0. Le reti wireless private, inoltre, forniranno servizi di rete localizzati e specifici per servizi estremamente verticalizzati. L’integrazione di AI e blockchain, inoltre, potrebbe semplificarne ulteriormente l’implementazione. D’altra parte, per continuare lo sviluppo delle tecnologie di realtà mista, sarà fondamentale concentrarsi sulla rete zero-touch, sull’edge computing, sui dispositivi ad alta capacità e sul miglioramento delle capacità di comunicazione.

L’analisi di Nokia e le prospettive di mercato

A sottolinearlo è Nokia, che in un paper dedicato alla nuova rivoluzione industriale precisa che, per merito del 5G, le reti wireless private possono superare la frontiera del mondo manifatturiero ed essere utilizzate in molti settori, come ospedali, scuole e università, per fornire soluzioni di connettività specifiche per ogni luogo.

Fatta questa premessa, Nokia evidenzia che i fornitori di servizi di connettività hanno il potenziale per monetizzare vari asset e servizi, compresi i dati degli utenti, soprattutto nel contesto dell’industria 5.0. I dati possono essere sfruttati per ottimizzare le reti 5G e la collaborazione tra uomini e robot, migliorando la produttività e la qualità del lavoro. Unendo la gestione dei dati e le informazioni utili alla connettività di rete, le imprese possono creare nuovi flussi di reddito.

Si parla del resto di un mercato in pieno fermento: si prevede che il giro d’affari dei cobot raggiungerà il valore di 6,8 miliardi di dollari entro il 2029, con una crescita del 34,3% nel periodo di previsione. Secondo Siemens, poi, la spesa globale per l’attivazione di sistemi di digital twin nel 2026 rifletterà un tasso di crescita annuale composto del 58% rispetto ai 3 miliardi di dollari del 2020. Sono stime che confermano un altro trend: i robot e i cobot sono in grado di ridurre il numero di infortuni sul lavoro, che oltre a generare drammi umani hanno anche un peso specifico sui conti delle imprese, delle filiere e degli Stati nazionali. Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, il loro costo grava sul 4% del Pil mondiale.

Cosa significa davvero Industria 5.0

L’Industria 5.0 costituisce una risposta efficace alle sfide del nuovo millennio: integra tecnologie resilienti, sostenibili e incentrate sull’uomo, concetti organizzativi e principi di gestione per migliorare gli ecosistemi, le catene di fornitura e le operazioni in tutti i settori.

Scaturendo dall’Industria 4.0, in cui la priorità è stata l’automazione, la nuova ondata tecnologica punta ora a concentrarsi più ampiamente su un approccio umanista, sulla collaborazione intersettoriale, su un’economia circolare e su una visione condivisa dell’utilizzo della tecnologia per un futuro migliore. Secondo Nokia, l’Industria 5.0 sfrutterà le competenze e la creatività umana per collaborare con macchine, algoritmi e sistemi cognitivi in modo da poter svolgere gran parte dei compiti con soluzioni operative efficienti dal punto di vista delle risorse. Dunque l’Industria 5.0 non sostituisce l’Industria 4.0, ma la integra e la amplia.

Le priorità per le Tlc e per gli attori dell’ecosistema

In questo scenario, le priorità per i vari attori che comporranno la nuova filiera sono molteplici: occorre prima di tutto creare un ecosistema di edge computing efficace, che offra la potenza del cloud in prossimità degli stabilimenti e che abiliti un ambiente di rete a bassa latenza, elemento chiave per la produzione di applicazioni Industry 5.0.

La convergenza degli ambienti OT e IT, insieme ad altre applicazioni dell’Industria 5.0 come i gemelli digitali e i cobot, renderà la rete industriale più vulnerabile agli attacchi alla sicurezza. I fornitori di servizi dovrebbero quindi sviluppare e fornire servizi di cybersecurity per proteggere le applicazioni Industry 5.0 da potenziali minacce informatiche, garantendo la sicurezza e l’integrità delle loro operazioni.

Bisogna comunque precisare che, nonostante il valore che apporta alle imprese e alle industrie, l’Industria 5.0 risulterà sempre più complessa e impegnativa da implementare. Oltre alla connettività di rete, le imprese devono quindi considerare la progettazione delle applicazioni, l’ingegneria del software, gli ecosistemi di alimentazione e batterie, le competenze in materia di big data, analisi e sicurezza, dando vita a una catena del valore solida e affidabile. I fornitori di servizi di connettività hanno in tal senso l’opportunità di creare portfolio di servizi professionali intorno all’Industria 5.0 e gestire il tutto per l’impresa come uno sportello unico.

Non si può poi prescindere da una accelerazione della distribuzione di reti in fibra e non terrestri con modelli di finanziamento innovativi, come l’esplorazione di partnership con ecosistemi industriali, investitori privati ed enti governativi Ciò è fondamentale per soddisfare l’elevata domanda di soluzioni di connettività affidabili per settori strategici come la produzione di energia, l’estrazione mineraria e così via, tipicamente situati in aree a bassa densità di popolazione dove le reti 5G commerciali hanno meno senso dal punto di vista economico.

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