L'INIZIATIVA

Colao e Cartabia in campo per dare lavoro ai detenuti: focus sulle Tlc

Siglato il memorandum d’intesa del programma “Lavoro carcerario”: nelle case circondariali, progetti con Tiscali, Linkem, Tim, WindTre e Vodafone. Aderiscono anche Sirti, Sielte, Open Fiber e Sky Italia. Si punta ad aumentare le opportunità professionali e favorire il reinserimento

Pubblicato il 24 Giu 2022

Cagliari e Torino, unite da questo progetto, sono il punto di partenza di un percorso che permetterà ai detenuti di riabilitarsi, di essere guardati con fiducia quando arriveranno al fine pena. Per la nostra Costituzione, la detenzione deve sempre avere un valore rieducativo e riabilitativo, e voglio sottolineare il valore altamente simbolico di essere qui oggi, in carcere, a raccontare quello che stiamo facendo”.

L’ha detto il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, a Cagliari per la firma del memorandum d’intesa del programma “Lavoro carcerario”: un progetto in collaborazione con 9 aziende dei settori Tlc e Ict, fra cui Tiscali, Linkem, Tim, WindTre e Vodafone, oltre a Sirti, Sielte Open Fiber e Sky Italia, per aumentare le opportunità professionali dei detenuti nei settori Tlc e Ict e favorirne il reinserimento sociale.

In collegamento dal carcere di Torino, dove il progetto partirà parallelamente a quello di Cagliari Uta, il ministro dell’Innovazione tecnologica Vittorio Colao. “Questo di oggi non è un riempitivo di tempo ma un lavoro vero, con un contratto regolare e una retribuzione adeguata, un lavoro che guarda già al dopo fine pena. E’ un progetto complesso che ha due anime: il lavoro interno al carcere con il ricondizionamento dei modem e quello esterno con la posa della fibra ottica. Siamo a Cagliari e Torino in contemporanea, per sottolineare che con questo progetto abbracciamo tutto il territorio nazionale”, ha concluso Cartabia.

“Non è possibile portare a compimento il compito immane della socializzazione dei detenuti se non con la collaborazione di una pluralità di voci e questo progetto porta benefici a tutti coloro che sono coinvolti”, ha sottolineato ancora Cartabia. In particolare, la casa circondariale di Cagliari ospiterà un laboratorio dedicato al ricondizionamento dei modem di rete, mentre in quella di Torino è in corso una formazione per la realizzazione delle reti di telecomunicazioni, per coinvolgere i detenuti nel lavoro esterno.

Previsto il coinvolgimento di 2mila detenuti

Secondo dati forniti dal Carlo Renoldi, capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, negli ultimi 30 anni non ha superato il 33-34% la quota di detenuti impegnati in attività lavorative. In particolare, 15 mila sono impiegati alle dipendenze della amministrazione penitenziaria e appena 1800-1900 sono impegnati in attività lavorative per imprese esterne. L’accordo appena firmato potrebbe coinvolgere fra i 1.500 e i 2 mila detenuti. “Speriamo che questo progetto diventi ‘contagioso'”, ha auspicato Cartabia, “e che possa coinvolgere anche altre aziende”.

Nel corso della conferenza stampa per la firma del Memorandum d’intesa, il ministro dell’Innovazione tecnologica, Vittorio Colao, si è rivolto ai giovani detenuti inseriti nel percorso di formazione. “La cosa straordinaria – ha affermato – siete voi, il vostro entusiasmo, avete lo spirito giusto e potete diventare un esempio. Dovete cercare di far capire che la formazione in carcere è un diritto ma anche una strada per una vita migliore. Più ci sarà entusiasmo da parte vostra e dei vostri amici e colleghi e più avremo fatto una strada straordinaria oggi”.  Oggi, prosegue il ministro, “partono due bei progetti e speriamo di crescere come numeri. Il vero successo è se voi riuscirete a essere un esempio per tanti altri. Sono felice ed emozionato di essere qui oggi. Complimenti e in bocca al lupo”. 

I progetti delle aziende

Fra gli aderenti al progetto c’è ad esempio Fastweb, che ha dato il via ad una iniziativa che prevede il coinvolgimento di alcuni reclusi del carcere di Bollate nelle attività dell’azienda dedicate al recupero, al riciclo e al ricondizionamento di componenti dei propri apparati di rete.

Mario Rossetti, l’amministratore delegato di Open Fiber, che porterà un numero di detenuti a lavorare nei cantieri per la posa della fibra ottica in Italia, ha invece spiegato che “stiamo partendo sul carcere di Rebibbia come progetto pilota. Abbiamo già individuato i cantieri e avremo le prime persone assunte sui cantieri di Monterotondo, cittadina a 30 chilometri da Roma”. 

La partecipazione di Sky a questo progetto interministeriale prevede invece di coinvolgere i detenuti nell’attività di ricondizionamento e re-packaging degli apparati terminali di rete, come modem e router, restituiti dai clienti Sky Wifi in caso di cessazione o di upgrade tecnologico. Il coinvolgimento dei detenuti prevede un periodo di formazione, che permetterà loro di acquisire nuove skills, necessarie allo svolgimento dell’attività ma anche spendibili nel mondo del lavoro per possibili impieghi futuri.

Il progetto WindTre, invece, coinvolgerà i detenuti del carcere milanese di Bollate, che si occuperanno del recupero e della rigenerazione di apparati di rete, dopo aver seguito un percorso formativo dedicato.

Vodafone si impegna, dal canto suo, a creare un laboratorio per la rigenerazione dei propri modem di rete all’interno della casa di reclusione di Roma Rebibbia. Già oggi Vodafone ha accordi per la rigenerazione dei propri apparati Fwa nel laboratorio di Linkem all’interno del carcere di Rebibbia.  Con la creazione di un proprio laboratorio, Vodafone potrà estendere la rigenerazione agli apparati di tutte le tecnologie di rete fissa.  L’attività in una prima fase dovrebbe offrire opportunità di impiego a circa 12 persone. 

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