IL PROGETTO

Accenture apre l’era dello “stemanesimo”

L’azienda punta sulla formazione e valorizzazione di figure professionali con un background ibrido di competenze scientifiche e umanistiche. Un approccio bilanciato che facilita l’accesso e lo sviluppo di carriera delle donne. Obiettivo: parità di genere entro il 2025

Pubblicato il 13 Gen 2020

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Accenture aumenta l’impegno sulle risorse umane e mira alla parità di genere delle proprie risorse (50% donne – 50% uomini) entro il 2025.

Per raggiungere l’ambizioso obiettivo, l’azienda ha deciso di puntare sulla ricerca, formazione e valorizzazione di figure professionali con un background ibrido, che coniughino competenze sia scientifiche che umanistiche. Un approccio bilanciato che facilita l’accesso e lo sviluppo di carriera delle donne, solitamente meno presenti in percorsi accademici di tipo Stem (Science, Technology, Engineering e Mathematics).

 L’attenzione verso questo tipo di figure professionali si sposa perfettamente con la mission di Accenture che in Italia da più di 60 anni aiuta le imprese a reinventarsi e a sviluppare nuovi percorsi di innovazione digitale. La valorizzazione delle diversità (genere, religione, abilità, provenienza geografica) per Accenture rappresenta infatti un vero e proprio elemento di valore, in grado di generare innovazione e sostenere lo sviluppo del business in un contesto in veloce cambiamento.

“In Accenture ci troviamo in un momento storico che, usando un neologismo, potremmo definire “stemanesimo – spiega Raffaella Temporiti, Responsabile Risorse Umane di Accenture Italia – Si tratta di uno scenario che nasce dal superamento del dualismo tra corsi di laurea Stem/Non Stem, sensibilità umanistiche Vs competenze tecnologiche e che beneficia dell’apporto combinato di entrambe le parti. Forti di questa convinzione, abbiamo sviluppato percorsi di formazione interni per i nostri talenti volti a favorire e valorizzare lo sviluppo di nuove professionalità, incentiviamo il dialogo con le Istituzioni e continuiamo a dialogare con le università per creare nuovi percorsi che coniughino entrambe le competenze. In questo scenario, l’obiettivo della parità di genere all’interno dell’azienda appare una conseguenza naturale, agevolata dall’allargamento del bacino proprio dei corsi ibridi che, rispetto al passato, per definizione sono in grado di accogliere una popolazione maggiormente bilanciata ed eterogenea”.

In questa cornice, l’azienda ha definito il nuovo piano recruiting per il 2020 con circa 2.500 assunzioni previste e 500 stage formativi, di cui:

  • oltre 580 sono nell’area delle competenze digitali e tecnologiche in aree chiave che includono: cyber security, architettura delle informazioni volta all’innovazione, analytics, interactive, mobility, e-commerce e digital marketing;
  • circa 560 inserimenti in tutti i settori di industria con particolare attenzione a servizi bancari e assicurativi, Beni e Servizi di consumo, Grande distribuzione, Automotive, energia, utilities e consulenza direzionale.
  • circa 360 nell’area Intelligent Cloud & Infrastructure (ICI).

Investire su figure professionali ibride rappresenta anche una risposta all’incertezza che caratterizza i cosiddetti “lavori del futuro”, ovvero tutte quelle professioni legate alle nuove tecnologie, oggi sempre più strategiche. Secondo uno studio Accenture Strategy, il 65% dei bambini di oggi avrà un lavoro che non è ancora stato definito ed entro il 2020 più di un terzo (33%) delle competenze che verranno richieste per accedere al mondo del lavoro proverranno da quelle che oggi sono considerate di scarso valore.

 

 

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