IL RAPPORTO ISTAT

Competenze digitali, l’Italia fanalino di coda: 10 punti percentuali sotto la media Ue



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Il nostro Paese al 23° posto della classifica. La quota dei laureati Ict in tre anni è aumentata appena dello 0,2% attestandosi all’1,5% mentre a livello europeo si arriva fino al 4,5%. Agricoltura e costruzioni i settori più indietro

Pubblicato il 21 giu 2024



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Nel panorama europeo, l’Italia è uno dei Paesi con la quota più bassa di persone con competenze digitali almeno di base, con una distanza dalla media Ue27 di quasi 10 punti percentuali. Rispetto al 2021 aumenta lievemente la quota di cittadini europei con queste competenze (+1,6 punti percentuali), mentre l’incremento più evidente si registra in Ungheria con +10 punti percentuali. Nel 2023 nel nostro Paese solo il 45,9% degli adulti possiede competenze digitali adeguate, oltre un terzo (36,1%) ha competenze insufficienti e il 5,1%, pur essendo utente di Internet, non ha alcuna competenza. Con questi dati, l’Italia si pone in 23a posizione tra i Paesi dell’Ue27.

Lo rileva l’Istat nell’ambito del monitoraggio del capitale umano realizzato in coordinamento con gli altri Istituti europei di statistica. Da quasi vent’anni l’Istat documenta lo sviluppo della società dell’informazione in Italia attraverso due indagini specifiche, una sugli individui e l’altra sulle imprese. Le stime prodotte sono utilizzate dalla Commissione europea per valutare i progressi degli Stati membri nella digitalizzazione e, dal 2021, rientrano nel sistema di monitoraggio del programma strategico europeo “decennio digitale 2030”. Tale programma è articolato in quattro assi d’intervento: capitale umano, imprese, Pubblica Amministrazione, infrastrutture. A ognuno di tali assi è associato uno specifico set di indicatori.

Ancora pochi i laureati nelle discipline Ict

Una delle raccomandazioni della Commissione europea presenti nella prima relazione sul decennio digitale è quella di intensificare la quota di laureati nelle discipline scientifiche, tecnologiche, dell’ingegneria e della matematica (Stem). Nel 2022 secondo il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca, i laureati in Italia sono 468mila, di cui 288mila appartengo all’aggregato delle discipline Stem, pari al 23,4% del totale.

La maggioranza dei laureati nelle discipline Stem è concentrata tra Ingegneria e Architettura (14,2%), seguono le materie del gruppo Scientifico e Matematico (3,2%) mentre sono appena l’1,5% i laureati nelle discipline Ict, contro la media Ue di 4,5%. La quota di laureati nelle discipline Stem in Italia è poco inferiore alla media europea (26,5%). L’Italia, in particolare, è in linea con la media Ue27 per quanto riguarda i laureati nelle discipline di Ingegneria e Architettura e nel gruppo scientifico e matematico, mentre per i laureati nelle discipline Ict il Paese si colloca in fondo alla graduatoria, con una distanza dalla media di 3 punti percentuali.

Tra gli occupati skill digitali base 8 punti sotto la media

In Italia nel 2023 i disoccupati in possesso di competenze digitali almeno di base sono il 38,7% rispetto al 47,7% della media Ue27. Il valore registrato per il nostro Paese risulta in linea con la Germania, ma distante dalla Spagna e dalla Francia di oltre 18 punti percentuali. La diffusione delle competenze digitali è significativamente più elevata tra gli occupati: in Italia, il 56,9% raggiunge un livello almeno di base. Anche in questo caso, tuttavia, si osserva un divario ampio con la media dell’Ue27 (il 64,7%) e, tra le maggiori economie, con la Francia (67,5%) e la Spagna (75,4 %), mentre la Germania mostra valori poco superiori a quelli italiani.

In Italia, come in altri Paesi europei, le competenze digitali sono associate alle caratteristiche socioculturali della popolazione. In particolare, in Italia ha competenze almeno di base il 59,1% dei giovani tra 16 e 24 anni, contro appena il 19,4% degli adulti tra 65 e 74 anni. La distanza intercorrente tra i più giovani e i più anziani è in linea con quella media europea, ma l’Italia presenta valori nettamente inferiori all’Ue27 in tutte le classi d’età.

Gender gap a favore degli uomini

Le competenze digitali sono caratterizzate da una disparità di genere a favore degli uomini in quasi tutti i Paesi europei (in Italia, pari a 3,1 punti percentuali). Lo svantaggio femminile, tuttavia, è presente solamente a partire dai 45 anni, mentre fino ai 44 anni le donne risultano possedere maggiori competenze digitali rispetto agli uomini. Il principale fattore discriminante insieme all’età è il grado di istruzione: in Italia, tra le persone con titolo di studio di livello universitario il 74,1% ha competenze digitali almeno di base e per questo segmento di popolazione il divario con la media Ue27 si riduce a -5,7 punti percentuali, mentre tra le persone con un titolo di studio basso, almeno la licenza media (il 22,6%) la distanza con la media Ue27 è di 11 punti percentuali.

Nella comunicazione e nel finance le competenze più elevate

In Italia, come in altri Paesi europei, la quota più elevata di occupati con competenze digitali almeno di base si osserva nei Servizi di informazione e comunicazione e nelle Attività finanziarie e assicurative (80% circa). Segue col 76,7% l’aggregato del Settore immobiliare e dei servizi alle imprese e altre attività professionali, che si colloca davanti al settore Pubblica Amministrazione, difesa e assicurazione sociale obbligatoria (71,8%). L’Industria in senso stretto e il Commercio si collocano appena sotto il valore medio, mentre i valori più bassi si osservano nel settore Agricoltura, silvicoltura e pesca (32,5%) e in quello delle Costruzioni (43,8%).

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