LA RICERCA

Competenze digitali, Rangone: “Colmare il gap tra università e mondo del lavoro”

I dati dello studio “Il futuro è oggi: sei pronto?” di University2Business: in media il 30% degli studenti ha competenze tecnologiche avanzate. Ma le aziende investono poco sulla formazione. Il ceo di Digita360: “Una fetta troppo grande degli universitari è ancora inconsapevole delle opportunità offerte dalla digital transformation. Gli atenei mettono in campo progetti, ma anche le imprese fecciano la loro parte”

Pubblicato il 15 Dic 2017

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Gli studenti italiani stanno progressivamente colmando le loro lacune in materia di competenze digitali, ma sul mercato del lavoro troppe posizioni rimangono ancora scoperte per la mancanza di profili professionali adeguati alle necessità della digital tranformation, con le aziende che investono ancora troppo poco per formare i propri dipendenti e mettere le loro skill al passo con i tempi. E’ quanto emerge dalla ricerca “Il futuro è oggi: sei pronto?”, realizzata da University2Business, società del gruppo Dgital360, in collaborazione con Enel Foundation, sulle capacità digitali e la sensibilità imprenditoriale degli studenti universitari italiani.

Dallo studio emerge nello specifico che soltanto il 30% degli studenti conosce la definizione corretta di strumenti dell’innovazione digitale applicati al business, come “mobile advertising”, “cloud”, “fatturazione elettronica” o “big data”, mentre ben il 60% non ha mai sentito nominare blockchain, Internet of Things o Industria 4.0.

Solo un universitario su cinque, inoltre, (il 21,5%, contro il 18,6% del 2015) mediamente ha un’esperienza concreta nella gestione di progetti digitali: un 38% ha già venduto online, il 26,9% gestisce una pagina Facebook, appena l’11,4% ha un canale YouTube e il 9,8% un proprio sito o blog.

Passi avanti nelle competenze per lo sviluppo di software: 4 studenti su 10 comprendono l’importanza di queste skill,  mentre il 16% è in grado di sviluppare programmi informatici, contro il 10% di due anni fa, e il 29% sta imparando a farlo, contro il 20% del 2015.

Fatica a farsi strada, in ongi caso, anche tra gli studenti, l’idea delle tecnologie come strumenti per sviluppare modelli di business innovativi e discontinui rispetto al passato.

Quanto agli insegnanti, sono 2.140 quelli delle università italiane con contenuti formativi su temi digitali e imprenditoriali: i corsi “digitali” sono particolarmente diffusi nelle facolta` informatiche e scarsi in quelle scientifiche, i corsi “imprenditoriali” sono ben presenti nelle facoltà economiche ma rari in quelle scientifiche e informatiche.

Il ritardo dei giovani nelle competenze digitali, se pure in progressivo miglioramento, rischia di avere però un impatto forte sul loro ingresso nel mercato del lavoro: più di due imprese su tre considerano le competenze imprenditoriali e digitali requisiti molto importanti per assumere, e il 76% fatica a trovare laureati adeguatamente preparati su queste skill. E intanto rimangono ancora poche le imprese che investono nello sviluppo di competenze digitali (38%) e imprenditoriali (28%) dei propri dipendenti.

La ricerca, presentata questa mattina a Milano, ha coinvolto un campione di 2161 studenti e ha analizzato l’offerta formativa sul tema delle principali Università italiane, ha indagato il punto di vista di 251 HR manager delle principali imprese del Paese su competenze digitali e mindset imprenditoriale dei talenti del futuro.

Andrea Rangone

“Il gap di competenze digitali degli studenti universitari si sta riducendo – commenta Andrea Rangone, Ceo di Digital360 – negli ultimi due anni, è raddoppiata la percentuale di coloro che hanno sviluppato progetti digitali concreti e possiedono un’elevata conoscenza teorica, passata dal 6% al 12%, è calata sensibilmente la quota di coloro senza competenze teoriche e concrete, passata dal 67% al 54%. Ma non è sufficiente: una fetta ancora troppo grande degli universitari è ancora inconsapevole di quanto il digitale stia trasformando la cultura aziendale, i processi e i modelli di business, con una scarsa conoscenza teorica e un’ancora più lacunosa competenza pratica. Gli atenei stanno aggiornando la loro offerta formativa, ma anche le imprese, che scontano difficoltà nel reclutamento di profili adeguati, devono fare la loro parte, aumentando gli investimenti in piani di formazione che mettano al centro competenze digitali e imprenditoriali”.

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