LA STRATEGIA

Competenze digitali, via al piano operativo nazionale. Pisano: “Bisogna saper parlare la lingua del computer”

Presentate le azioni chiave e gli obiettivi per colmare lo skill gap con l’Europa entro il 2025. Istruzione e formazione superiore, forza lavoro, competenze specialistiche Ict e cittadinananza i quattro pilastri

Pubblicato il 02 Dic 2020

skills-competenze

Chiudere entro il 2025 lo skill gap con Paesi come Germania, Spagna e Francia e rendere il digitale opportunità di crescita economica. Questo è l’obiettivo del piano operativo della Strategia nazionale per le competenze digitali che mira ad abbattere l’analfabetismo digitale.

Il piano è stato presentati in occasione in occasione dell’incontro europeo dedicato al tema, alla presenza della ministra dell’Innovazione, Paola Pisano, e di Fabrizia Benini, a capo della Digital Economy and Skills della Commissione Europea.

“Il Piano operativo per aumentare le competenze digitali nel nostro Paese, messo a punto dal Dipartimento per Trasformazione digitale, si pone obiettivi importanti e ambiziosi. Tra questi ne sottolineo alcuni: portare al 70%, entro il 2025, la quota di popolazione con competenze digitali di base, quota che oggi è al 40%; portare al 90% entro il 2023 la quota di classi della scuola primaria nelle quali viene introdotto l’insegnamento del pensiero computazionale”, spiega il ministro dell’Innovazione Paola Pisano. “Il Piano pone anche una forte enfasi sulla necessità di un rapido recupero del numero di laureati Ict rispetto al dato attuale dell’1%, secondo l’ultimo rapporto Desi. Pensiamo sia fondamentale aumentare il numero di specialisti Ict per governare la trasformazione digitale, per guidare l’innovazione e rimanere competitivi a livello internazionale. Per questo la cultura tecnologica e l’educazione all’informatica sono da sviluppare in modo strutturale in tutti gli ordini scolastici in stretto raccordo con i percorsi universitari, la ricerca e l’impresa, in una logica ampia di sistema educativo connesso con gli ecosistemi di innovazione”.

“Ai nostri giorni – evidenzia la ministra – non è più sostenibile avere dei sistemi educativi che insegnano a declinare i verbi latini ma che non hanno mai mostrato ai ragazzi la logica della programmazione algoritmica. Non è più accettabile conoscere le lingue ma non sapere quale linguaggio parli un computer. Non capire cosa succede in un computer, con l’analisi dei dati e degli algoritmi, ci porta a perdere il controllo e a darlo a qualcun altro, qualcuno che magari questa lingua la parla bene”.

Il Piano operativo si inserisce nel quadro dell’iniziativa Repubblica Digitale e indica le azioni di sistema per l’attuazione delle linee di intervento, ne delinea gli obiettivi, misurabili per ciascuno dei 4 assi individuati dalla Strategia.

  • Istruzione  e Formazione Superiore: per lo sviluppo delle competenze digitali all’interno dei cicli di istruzione, con il coordinamento del Miur
  • Forza lavoro: per garantire competenze digitali adeguate sia nel settore privato che nel pubblico, includendo anche le skill per la e-leadership. Con il coordinamento di Mise e ministero della PA;
  • Competenze specialistiche Ict: per potenziare la capacità del Paese di sviluppare skill per nuovi mercati e nuove possibilità di occupazione, in gran parte legate alle tecnologie emergenti, al possesso di competenze cruciali per il lavoro del futuro. Il coordinamento è di Miur e Mise;
  • Cittadini: per sviluppare le competenze digitali necessarie ad esercitare i diritti di cittadinanza digitale e la partecipazione consapevole alla vita democratica, con il coordinamento del Mid.

Come già avvenuto per l’elaborazione della strategia, il piano è stato redatto in ottica corale, sotto la regia del Comitato tecnico guida del Repubblica Digitale, coordinato da Mid. Hanno partecipato alla stesura ministeri, Regioni, Comuni, nonché associazioni di impresa e professionisti e centri di ricerca. Inoltre ha tenuto conto della consultazione aperta sul sito partecipa.gov.it.

La strategia nazionale per le competenze digitali

Lo scorso luglio la ministra Pisano ha firmato il decreto di adozione della Strategia Nazionale per le Competenze Digitali.

È la prima volta che l’Italia si dota di una strategia globale per le competenze digitali, base essenziale per l’attuazione di interventi organici, multisettoriali ed efficaci su un’area fondamentale per lo sviluppo economico e sociale del Paese. Fino ad ora la mancanza di una strategia ha limitato la messa in atto dei processi di trasformazione digitale. Le competenze digitali sono infatti una priorità strategica.

Elaborata nell’ambito dell’iniziativa Repubblica Digitale, la Strategia è il risultato di un approccio collaborativo che ha messo sullo stesso tavolo Ministeri, Regioni, Province, Comuni, Università, istituti di ricerca, imprese, professionisti, Rai, associazioni e varie articolazioni del settore pubblico, oltre alle organizzazioni aderenti alla Coalizione Nazionale. La regia è affidata al Comitato Tecnico Guida di Repubblica Digitale, coordinato dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale.

L’obiettivo è di eliminare il ​gap con gli altri Paesi europei, in termini generali di digitalizzazione e rispetto ai singoli assi di intervento, e di abbattere il digital divide tra varie aree del nostro territorio nazionale. Per raggiungere tale obiettivo viene elaborato un Piano Operativo con le iniziative concrete, alcune già avviate, altre in corso di definizione.

Tra le iniziative specifiche curate dal Mid per il superamento del divario digitale culturale figurano:

  • il progetto Servizio Civile Digitale, promosso con il Ministro per le politiche giovanili e lo Sport, attraverso un primo bando rivolto a 1000 volontari del Servizio Civile Universale, con lo scopo di rafforzare il ruolo dei giovani come facilitatori digitali e favorire l’inclusione digitale della popolazione;
  • una collaborazione organica con la Rai per lo sviluppo di contenuti per tutti i cittadini, anche attraverso i canali TV;
  • la realizzazione di una palestra digitale, un sito web dove i cittadini possono trovare una guida e strumenti per valutare le proprie competenze e rafforzarle.

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