Quella dell’educazione digitale potrebbe essere la più grande sfida del secolo, e solo affrontandola con i metodi e gli strumenti giusti sarà possibile trasformarla in un’opportunità altrettanto grande per il maggior numero possibile di persone. Ne è convinto Davide Dattoli, Co-Founder ed Executive Chairman di Talent Garden, che con una lettera alla community del gruppo ha delineato lo scenario che imprese e individui dovranno affrontare nei prossimi anni, dopo l’accelerazione digitale impressa dall’emergenza pandemica.
“Ciò che è chiaro è che, mentre la preoccupazione per la salute passerà prima o poi, l’impatto sulle persone e sulla nostra società rimarrà per sempre. Questo sviluppo esponenziale della digitalizzazione appena iniziato è davvero entusiasmante: pensiamo a Metaverse, Web 3.0 e molte altre tendenze digitali emerse negli ultimi mesi e anni”, scrive Dattoli. “L’aspetto che dovrebbe farci riflettere è che questi nuovi sviluppi cambieranno la nostra società prima piuttosto che dopo, e noi come esseri umani non siamo ancora del tutto pronti”.
La nuova configurazione delle competenze
Secondo il presidente di Talent Garden, la società sarà divisa in tre gruppi principali. Al primo appartengono i Digital First: persone che già lavorano nel settore digitale e hanno le giuste competenze. “Sono i più ricercati sul mercato, hanno lo stipendio più alto e hanno la possibilità di scegliere il proprio lavoro e la propria azienda. Le persone appartenenti a questo gruppo hanno abilità rare, che le aziende scoprono ogni giorno cercando quindi di trovare i migliori talenti. Mentre da un lato le aziende offrono stipendi più alti e maggiori opportunità, dall’altro mancano ancora milioni di professionisti della tecnologia che potrebbero aiutarle a sviluppare nuovi prodotti e servizi, quindi i pochi che sono pronti per il lavoro possono scegliere il proprio futuro. “Ma”, avverte Dattoli, “ricordiamoci che anche queste abilità cambiano ogni settimana, quindi tenersi informati e continuare ad aggiornarsi ogni giorno è fondamentale”.
Ci sono poi i Digitally Enabled, persone che oggi utilizzano alcuni tipi di tecnologie per lavoro ma la cui attività potrebbe non esistere in pochi anni a causa dei progressi tecnologici. “Quest’anno in Talent Garden abbiamo assistito alla nascita delle ‘accademie digitali aziendali’, programmi su grande parte della popolazione aziendale e che comportano la ridefinizione della mentalità dell’azienda e il miglioramento delle competenze di migliaia di dipendenti. Le aziende hanno bisogno di questi programmi perché il mercato fa pressioni per sviluppare prodotti e servizi digitali”, dice Dattoli, precisando che qualsiasi azienda oggi deve trasmettere le competenze sui dati, la user experience, la gestione del prodotto e le basi della sicurezza informatica a ogni dipendente. Molte volte i talenti sono già all’interno dell’azienda e con il giusto programma di upskilling e una mentalità innovativa possono contribuire rapidamente alla costruzione di un digital first group, con il vantaggio di conoscere l’azienda a fondo”.
Rispetto alle persone che necessitano di Digital Reskills, Dattoli spiega che per riqualificare le persone per il mercato attuale, le aziende e i governi devono fare grandi investimenti. “Alcune grandi imprese negli Stati Uniti hanno recentemente annunciato che stanno investendo 100 milioni di dollari in programmi di riqualificazione per i propri dipendenti per aiutarli ad adattarsi a un nuovo lavoro”.
Ma il passaggio sarà comunque molto brusco e potrebbe creare grandi problemi sociali. Per questo, per Dattoli, durante i prossimi tre anni sarà fondamentale impostare le giuste politiche e programmi che aiuteranno miliardi di persone a prepararsi per il nuovo mondo in cui stiamo entrando”.
L’impegno di Talent Garden sulle Digital Reskills
Ecco perché Talent Garden, che nel decennio appena trascorso ha supportato migliaia di innovatori e startup nella ricerca del giusto ecosistema, rinnova l’impegno su questo fronte. “La nostra attività di formazione è già diventata una parte significativa del nostro business negli ultimi cinque anni, parallelamente al coworking e agli eventi, e abbiamo formato oltre 10 mila studenti e professionisti”, dice Dattoli. “Nel corso del 2021 abbiamo annunciato l’acquisizione di Hyper Island, la più grande business school digitale fondata nei paesi nordici e ora attiva anche nel Regno Unito, in Brasile e a Singapore. L’idea di unire le forze tra queste due società nasce dalla convinzione che insieme possiamo aumentare il nostro impatto. Attualmente, il nuovo gruppo comprende più di 260 professionisti in tre continenti. Nel 2021, abbiamo formato 20 mila professionisti, 5 mila studenti e aiutato oltre 150 grandi aziende a sviluppare i talenti già presenti al loro interno. Nei nostri campus”, continua Dattoli, “più di 4.500 startup stanno creando il futuro di prodotti e servizi che tutti noi utilizziamo ogni giorno. La formazione dei talenti digitali sarà un obiettivo chiave per noi nel 2022. L’effetto ha un duplice obiettivo: aiutare i giovani a trovare carriere appaganti ed evitare l’enorme tasso di disoccupazione che stiamo vedendo nell’Europa meridionale e aiutare le aziende a trovare nuovi talenti che possono costruire il futuro”.
Quest’anno Talent Garden ha lavorato anche sulle reskills digitali, un’attività chiave nei prossimi anni. “Riteniamo che questo programma sia fondamentale per l’inclusione sociale e per evitare grandi programmi di licenziamento”, chiosa Dattoli. “Crediamo fermamente nelle persone e vorremmo aiutarle a creare il loro futuro. Quest’anno abbiamo fatto il primo test con il percorso Digital Restart, un programma di riqualificazione per over 45 con almeno due anni di disoccupazione alle spalle. Grazie a Fideuram Intesa SanPaolo Private Banking, che sta realizzando con noi questo progetto, li stiamo formando sul digitale, ma soprattutto su cosa significa aggiornare costantemente il proprio sistema operativo digitale”.