L'ASSEMBLEA

Digital disruption, Scabbio (Assolavoro): “Agenzie interinali in prima linea”

La trasformazione digitale al centro dell’assemblea nazionale dell’associazione. Il presidente: “Automazione e innovazione cambieranno il mercato. Formazione essenziale per reggere l’urto”

Pubblicato il 30 Mag 2017

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“Le agenzie per il lavoro sono in prima linea per affrontare le sfide che l’innovazione, e in particolare l’automazione e la digitalizzazione, pongono al mondo dell’occupazione”. Così Stefano Scabbio, presidente di Assolavoro, associazione nazionale delle agenzie per il lavoro, interviene nel corso dell’assemblea pubblica della stessa associazione andata in scena a Roma, alla presenza del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti.

“Costituiremo appositi gruppi di lavoro tecnici per entrare nel merito delle questioni relative all’impatto delle nuove tecnologie sull’incontro tra domanda e offerta di figure professionali e per rispondere per tempo e come sistema alle nuove esigenze che emergono nel mercato del lavoro – spiega Scabbio -. Una scelta funzionale a un contributo fattivo alle richieste di merito avanzate dal ministero del Lavoro” con l’iniziativa “Il lavoro che cambia – Digitalizzazione, automazione e futuro del lavoro”.

Secondo il presidente di Assolavoro è “cruciale la formazione, per sviluppare le nuove competenze e per ridurre la polarizzazione del mercato del lavoro, che si sta accentuando. Occorre una formazione collegata al sistema delle imprese e con precisi obblighi di placement”. Questa strategia sta già guidando le iniziative dell’associazione per la formazione, effettuate attraverso FormaTemp, che solo nel 2016 ha coinvolto 230mila persone “confermandosi un modello riconosciuto e apprezzato in tutta Europa”. Il mondo del lavoro che verrà tra digital disruption, disintermediazione e nuovi servizi alle persone e alle imprese ha animato l’intera durata dell’assemblea, che ha visto la partecipazione di diversi esperti.

“Aziende come Google, Amazon e altre in cinque anni hanno scalato i vertici delle classifiche mondiali delle multinazionali come maggior fatturato scalzando imprese tradizionali, e adesso stanno entrando nel mondo dei servizi al lavoro – spiega Cosimo Accoto, consulente aziendale e visiting scientist al Mit di Boston -. Queste aziende stanno utilizzando l’intelligenza artificiale per entrare in questo mondo, non so come finirà ma ci stanno provando: è possibile che entrino pesantemente a fare distruption in questo mondo relativamente stabile”.

Secondo Antonio Belloni, consulente aziendale e giornalista, “gli attori nuovi spesso irrompono con modelli e soluzioni che fanno leva sulle inefficienze di mercati in cui attori, domanda, offerta, non trovano risposte adeguate alle domande vecchie e nuove”. E quando irrompono “cambiano regole, azzerano ruoli e processi consolidati, immettono elementi di disintermediazione e creano nuove forme di intermediazione che vedono protagoniste piattaforme che collegano bisogni”. Nel mondo globale e digitalizzato di oggi, sottolinea Belloni, “sono saltati i confini che in passato separavano luoghi e settori, creando spazi aperti trans-territoriali e trans-settoriali in cui ci sono molte opportunità, ma anche molta confusione”. Per rispondere a questo mutato contesto “occorre sempre più abilitare forme di intelligenza relazionale in grado di mettere in connessione chi è dotato di capacità con chi potrebbe usare utilmente quelle capacità per rispondere alle proprie esigenze o ai propri bisogni”.

Per Marcello Bogetti, direttore di LAbNet, spin-off Saa, “il mondo dei servizi è al centro di questa trasformazione nella quale si affacciano attori che ad oggi operano in altri settori e mercati, creano combinazioni di servizi nuovi mentre saltano le dimensioni territoriali e le regole che ci siamo dati”. Emergono “dimensioni nuove, trascurate sin qui, viste solo come inefficienze, ma che hanno caratterizzato profondamente il mercato del lavoro, in Italia e non solo”.

Da gennaio a dicembre 2016 il numero medio mensile di lavoratori impiegati tramite le Agenzie per il Lavoro è pari a 378 mila (+9% sul 2015): il valore più alto dall’introduzione della somministrazione in Italia nel 1997. A dicembre 2016, in particolare, si è raggiunto il picco storico con oltre 409 mila lavoratori occupati in somministrazione. Una crescita che dovrà sempre più entrare in contatto con le sfide legate all’innovazione.

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