NUOVE COMPETENZE

Digital transformation, il Mip lancia il Master internazionale

Focus sulle tecnologie, ma soprattutto su management, strategia e propensione all’innovazione. Il corso, della durata di un anno e completamente in inglese, al via nella primavera del 2021. Ghezzi: “I manager del futuro non possono più permettersi di ignorare i cambiamenti in atto”

Pubblicato il 25 Nov 2020

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Il Mip Politecnico di Milano ha creato l’International Master in Digital transformation, un corso specializzato che ha lo scopo di formare professionalità capaci di destreggiarsi in un ambito sempre più trasversale in tutti i settori dell’economia e dell’imprenditoria. “Oggi assistiamo a un abuso del termine Digital transformation da parte di molte realtà, allo scopo di collocarsi e riposizionarsi”, spiega Antonio Ghezzi, Professore di Strategia, Imprenditorialità e Digital Transformation, e Direttore del nuovo Master. “Quello che dobbiamo fare, invece, è definire i confini di questo concetto. Troppa enfasi rischia di portare a un’inflazione, con il rischio di vedere esplodere una bolla come accadde con le dot-com nei primi anni 2000. Dobbiamo cercare invece di capire la natura delle ondate tecnologiche, che cosa possono portare al business e come cambierà il ruolo dei manager, che non possono più permettersi di ignorare le trasformazioni in atto”.

Le caratteristiche del Master in Digital Transformation

Il Master, sponsorizzato da aziende del calibro di Tim, Oracle, Cisco, Soldo, Musement e Accenture, si rivolge a candidati con background in management, scienze economiche e sociali, discipline Stem e punta a trasmettere competenze, approcci e strumenti utili a interpretare e governare la trasformazione e le sue dirompenti dinamiche da una prospettiva inedita. Il corso ha infattil’ambizione di fornire ai partecipanti un approccio strategico, imprenditoriale e organizzativo al tema, mettendo a disposizione dei professionisti del pubblico e del privato una “cassetta degli attrezzi” su misura per navigare attraverso le principali tendenze digitali, dall’Intelligenza Artificiale al Machine Learning, passando per Blockchain, Big Data e Analytics, Cloud, Internet of Things, eCommerce, Mobile & Omnichannel Communication, Digital Manufacturing e Industry 4.0. Il Master, con classi full time, inizierà nella primavera del 2021, durerà 12 mesi e sarà tenuto in inglese.

Parte integrante del programma è il Career Development Center del Mip, una struttura che collabora con i principali leader del settore all’interno di una rete di relazioni e partnership che consentono agli studenti di accedere informazioni preziose sulle tendenze del mercato e, naturalmente, a offerte di lavoro qualificate. Grazie alla collaborazione con JobTeaser, i datori di lavoro possono condividere i profili aziendali e le opportunità di lavoro promuovendo eventi di reclutamento.

Il ruolo delle tecnologie nei processi di innovazione

Il nuovo Master del Mip affronta prima di ogni altra cosa il tema tecnologico. Oggi, più di ogni altra cosa, bisogna sapere dove andare a cercare le tecnologie che fanno al caso del business. “Passiamo dal modello del know-how al modello del know-where”, dice Ghezzi. È improbabile che una singola impresa detenga tutte le tecnologie che oggi stanno segnando la digital transformation. Se mettiamo in cima alla piramide l’intelligenza artificiale, scendendo vedremo che questa avrà bisogno del machine learning, dei big data e della raccolta dati, che può avvenire a livello consumer, o tramite l’Internet of Things. E tutti questi dati, poi, vanno immessi nel cloud. Ecco, difficile per una sola azienda gestire questa complessità, e per questo diventa importante conoscere dove trovare questi servizi digitali”.

L’azienda digital, anche la più piccola, deve sperimentare

Secondo Ghezzi, adottare la digital transformation porta prima di tutto a dei processi di trasformazione che vanno interpretati. “Il primo tema è di natura strategica. Attraverso la combinazione di diverse tecnologie, possono crearsi nuovi mercati. Inoltre, la natura della competizione cambia, si evolve, abbandona le forme del passato. Il secondo tema è di natura imprenditoriale”, continua Ghezzi. “Questo fenomeno fa emergere nuove opportunità di business, che bisogna saper cogliere. La creatività diventa fondamentale, da questo punto di vista. E permette alle startup e a tutte quelle realtà born digital di competere con aziende molto più strutturate”. Il terzo e ultimo tema è quello organizzativo: “Difficile mettere in atto un piano strategico, se l’organizzazione non è allineata. E poi, bisogna pensare a come incide il digitale: che impatto ha sulla macrostruttura? E sulla microstruttura? Sono presenti le competenze adeguate per portare avanti il piano?”

L’importanza di un management all’altezza della situazione

Ovviamente, il ruolo del manager diventa fondamentale di fronte a un cambiamento così ineludibile e così necessario. “È importante riconoscere che il mondo, ormai, è digitale”, spiega Ghezzi. “Anche chi è riuscito a posizionarsi in uno spazio ristretto, deve sapere che, prima o poi, quella nicchia si eroderà. Per trovare nuove strade, le aziende devono imparare a sperimentare, investendo poco in direzioni diverse, imparando a saggiare la qualità delle proprie scelte, per capire quale sia la migliore. In un contesto così turbolento, dove le discontinuità non sono solo di natura tecnologica, diventa impossibile una pianificazione classica. Lo hanno capito anche le aziende più grandi, che ora cominciano a imitare questo approccio finora tipico delle start-up”. Per affrontare queste sfide, il mindset imprenditoriale è, secondo Ghezzi, ideale: “La ricerca delle opportunità di business deve essere costante. La discontinuità in cui viviamo ci costringe a farlo. A meno che le aziende non vogliano essere soppiantate. Pensiamo a quanto hanno realizzato, in poco tempo, imprese digitali come Amazon, Airbnb, Uber”.

Ecco perché il nuovo Master è strutturato in tre blocchi. “Noi diamo innanzitutto dei fondamenti di general management a tutti gli iscritti, insieme a nozioni di strategia di marketing e di finanza. Quindi approfondiamo le tecnologie, valutandone l’impatto manageriale. Il terzo blocco prevede un’analisi degli approcci lead start-up e di design thinking. Gli studenti avranno modo di mettere concretamente in pratica quanto studiato. Non esiste momento migliore di questo per iscriversi. Le organizzazioni che non mettono in attesa questo processo rischiano di finire ai margini”, conclude Ghezzi.

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