SCENARI

E-skills, i lavoratori vogliono imparare dai robot

Per l’82% è il momento di rivolgersi a un’intelligenza artificiale, invece che a una persona, per aumentare le proprie competenze e l’85% è convinto che le tecnologie 4.0 possano aiutare e definire il proprio futuro

Pubblicato il 27 Ott 2021

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I robot per abilitare lo sviluppo professionale: i lavoratori sono pronti. A dirlo uno studio condotto da Oracle e Workplace Intelligence, società di ricerca e consulenza nel settore risorse umane.

La ricerca, che ha coinvolto oltre 14.600 tra impiegati, manager, responsabili HR ed executive e C-Level di 14 paesi, svela che i lavoratori di tutto il mondo si sono sentiti bloccati a livello personale e professionale a causa della pandemia ma ora sono pronti a riprendere il controllo del loro futuro.

L’83% degli intervistati è pronto a cambiare, ma il 76% dichiara di dover affrontare grandi ostacoli: tra questi l’instabilità economica (22%), il non sapere quale cambiamento professionale abbia senso fare, per loro (20%), non vedere opportunità di crescita nella propria azienda (20%), non sentirsi abbastanza sicuri per cambiare (20%).

Guardando al 2022, lo sviluppo professionale è al primo posto per molti, che sarebbero disponibili a rinunciare a benefit come ferie (52%), bonus monetari (51%) e perfino parte del salario (43%) pur di avere nuove opportunità di carriera.

IE in questo scenario sale la fame di nuove competenze e cercano aiuto nella tecnologia.

L’85% degli interpellati nello studio vuole che la tecnologia AI li aiuti a definire il loro futuro: per  identificare le competenze che hanno bisogno di sviluppare e proporre modi per acquisirle (36%) o per suggerire passi da compiere per perseguire gli obiettivi di carriera (32%). E ben il 75%   farebbe dei cambiamenti nella propria vita sulla base di raccomandazioni ottenute da strumenti basati sull’AI. Infine l’83% ritiene che queste tecnologie AI siano un miglior supporto, rispetto a un essere umano, per quanto riguarda le scelte di carriera, perché danno raccomandazioni non influenzate da bias/pregiudizi (37%), rispondono velocemente (33%) e aiutano a trovare nuove posizioni lavorative in linea con le competenze possedute (32%). Queste considerazioni impattano anche nella relazione con l’azienda dato che la metà dei lavoratori ammette che resterebbe più probabilmente fedele a un’azienda che usi tecnologie AI per supportare lo sviluppo di carriera.

“L’ultimo anno e mezzo ha cambiato il modo di lavorare, il luogo in cui lavoriamo e anche il datore di lavoro. Aziende e lavoratori hanno affrontato molte sfide ma questo ha creato anche l’opportunità di migliorare – spiega Dan Schawbel, managing partner, Workplace Intelligence – I risultati della ricerca con Oracle evidenziano chiaramente che investire nello sviluppo professionale e in competenze è un fattore differenziante per i datori di lavoro, perché gioca un ruolo rilevante nel definire come i loro dipendenti possono riavere il controllo della loro vita personale e professionale. Le imprese che investono sulle persone e le aiutano a trovare opportunità potranno godere dei vantaggi di avere una forza lavoro coinvolta e produttiva”.

“L’ultimo anno ha cambiato il corso del futuro del lavoro. A sorpresa, tra tanto stress, ansia e solitudine a causa della pandemia, le persone hanno ritrovato la loro voce, sono diventate più attive e ora chiedono ciò che desiderano – sottolinea ha detto Yvette Cameron, senior vice president, Oracle Cloud Hcm – Il cambiamento nel mondo del lavoro ha cambiato il modo in cui le persone pensano al successo e ridefinito le loro aspettative in termini di supporto da parte dell’azienda. Per attrarre i talenti e trattenerli bisogna dare priorità a come identificare e sviluppare nuove competenze, e offrire alle persone percorsi professionali personalizzati che le aiutino a riprendere il controllo della loro carriera”.

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