GLOBAL GENDER GAP REPORT

Intelligenza artificiale, allarme del Wef: “Si rischia squilibrio di genere”

Troppe poche donne lavorano nel settore, solo il 30% e in crescita di appena 4 punti dal 2016. Bassa anche le presenza di lavoratrici nei comparti Stem. Intanto in Italia GammaDonna presenta la lista delle 50 top tech women

Pubblicato il 21 Giu 2023

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Esiste un divario di genere nel campo dell’intelligenza artificiale? Secondo il  Global gender gap report del World Economic Forum (Wef), sì. E non da poco. Il report evidenza infatti che la concentrazione di talenti dell’AI ha subito un’impennata, aumentando di sei volte tra il 2016 e il 2022. Tuttavia, quando si parla di divario di genere, la rappresentanza di talenti femminili nell’AI è inferiore rispetto a quella maschile in tutti i grandi ambiti: complessivamente, nel 2022, solo il 30% dei talenti dell’AI era di sesso femminile. I dati rivelano dunque che la rappresentanza femminile nell’IA sta progredendo, ma molto lentamente. La percentuale di donne che lavorano nell’IA oggi è superiore di circa il 4% rispetto al 2016 (~26%).

Un divario che cresce con l’aumento dei livelli di competenza

L’apprendimento online offre flessibilità, accessibilità e personalizzazione, consentendo di acquisire conoscenze in un modo che si adatta alle loro specifiche esigenze e circostanze. “Tuttavia, donne e uomini non hanno attualmente pari opportunità e accesso a queste piattaforme online, dato il persistente divario digitale“, fa notare il Wef. Anche quando utilizzano queste piattaforme, si riscontra un divario di genere nella qualificazione, soprattutto per quanto riguarda le competenze che, secondo le previsioni, sono destinate a crescere di importanza e di domanda. I dati di Coursera indicano che a partire dal 2022, ad eccezione dei corsi di insegnamento e tutoraggio, ci sarà una disparità di iscrizioni in ogni categoria di competenze. Per quanto riguarda le competenze tecnologiche come l’alfabetizzazione tecnologica (43,7% di parità) e l’intelligenza artificiale e i big data (33,7%), che sono tra le prime 10 competenze previste in crescita, la parità è inferiore al 50% e i progressi sono stati lenti. In tutte le categorie di competenze, il divario tra i sessi tende ad ampliarsi con l’aumento dei livelli di competenza. Tuttavia, quando le donne si iscrivono, tendono a raggiungere la maggior parte dei livelli di competenza nelle categorie di abilità studiate in un tempo minore rispetto agli uomini.

AI: il gender gap avrà “implicazioni di vasta portata”

I settori con la più alta concentrazione di talenti dell’AI comprendono sia quelli con una bassa rappresentanza femminile, sia quelli con una rappresentanza più elevata, come i Servizi finanziari (rappresentanza femminile del 28%), l’Istruzione (40%), i Servizi professionali (31%) e la Tecnologia, l’informazione e i media (25%). Inoltre, i servizi al consumo (38%) e il settore pubblico e governativo (35%) sono settori con un forte divario di genere in generale, e nell’AI in particolare.

Il divario di genere tra i professionisti dell’AI – fa notare il Wef – ha “implicazioni di vasta portata, che vanno al di là dell’ambito tecnologico. Esaspera le disparità di genere esistenti nella forza lavoro, in particolare in un settore in rapida crescita come quello dell’intelligenza artificiale, che esercita un’influenza significativa su diversi settori. Poiché l’AI sta sconvolgendo soluzioni critiche nel lavoro della conoscenza, nelle catene di approvvigionamento, nell’assunzione, nell’istruzione, nella salute e nell’ambiente, tra gli altri, la sottorappresentazione delle donne nell’AI può impedire la realizzazione del premio per l’innovazione associato alla diversità. Inoltre, quando le prospettive, le esperienze e le intuizioni delle donne non vengono adeguatamente incorporate nello sviluppo e nell’implementazione dell’AI, è possibile che si perpetuino algoritmi e tecnologie distorte, con il rischio di soluzioni distorte e non ottimali alle sfide emergenti“.

Donne sottorappresentate anche nei settori Stem

Il report evidenzia che le professioni scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (Stem) sono un importante insieme di lavori ben remunerati e destinati a crescere in importanza e portata in futuro, ma anche qui le donne restano significativamente sottorappresentate nella forza lavoro. Le donne rappresentano quasi la metà (49,3%) dell’occupazione totale nelle professioni non Stem, ma solo il 29,2% di tutti i lavoratori Stem. Mentre la percentuale di donne laureate in materie Stem che entrano nel mondo del lavoro è in aumento, i numeri sull’integrazione dei laureati in materie Stem nel mercato del lavoro mostrano che la permanenza delle donne in questi ambiti anche un anno dopo la laurea vede un calo significativo. Attualmente le donne rappresentano il 29,4% dei lavoratori entry-level; ma per i ruoli di leadership di alto livello, come VP e C-suite, la rappresentanza scende rispettivamente al 17,8% e al 12,4%.

Le 50 imprenditrici più innovative

Imprenditrici, ricercatrici e scienziate che hanno avuto il coraggio di investire nei propri progetti ambiziosi e trasformarli in imprese ad alto tasso di innovazione.

Con l’obiettivo di continuare a promuovere lo spirito imprenditoriale, la leadership e l’innovazione in tutto il Paese, GammaDonna ha raccolto anche quest’anno cinquanta storie di imprese guidate da donne che appartengono a settori diversi, ma condividono lo stesso obiettivo: rendere l’economia e la società più sostenibili, eque e inclusive attraverso l’innovazione applicata all’impresa, e generare un impatto positivo.

“Attraverso il percorso di empowerment e valorizzazione dell’imprenditoria femminile, GammaDonna si propone di rendere sempre meno rilevanti le differenze di genere in Italia e all’estero. – spiega la presidente Valentina Parenti – Una sfida che perseguiamo con passione ed entusiasmo, per fare emergere storie di innovazione che hanno superato ogni stereotipo di genere e sono di ispirazione per tutte e tutti. Le FAB50 di quest’anno ci raccontano come il cambiamento stia diventando reale”.

Ecco tutti i nomi

MARIA LAURA ALBINI, Arad Digital

ANTONELLAAVRAM,Trend Technology

CARLA BENEDETTI, Th-Habitat

PAOLA CAMPANA, Campana Caffè

MICHELA CAROLLO, Doctorium

SILVIA COSTA, GCE

ELECTRA COUTSOFTIDES, Xworks Tech

FRANCESCA DE SANCTIS, De Sanctis Costruzioni

ANNA DEL SORBO, Idal Group

ELEONORA DEL VENTO, viteSicure

GIULIA DETOMATI, InVento Innovation Lab Impresa Sociale

CINZIA DI ZIO,Blue Italy Industry

GABRIELLA ESPOSITO, Green Growth Generation

ANGELINA FADDA, Sardinia Flavour-Girls in Italy

ALICE FALSAPERLA, Galleria la Nuvola

SABRINA FIORENTINO, Sestre

CRISTINA FRESIA, Fresia Alluminio

ELENA GAIFFI, Laborplay

MARTINA GIANFREDA, Whatwapp Entertainment

ELENA LANATI, Indicon

CARMELA LEREDE, Youcomehere

ROBERTA LIGOSSI, Ta-Daan

ANN LOCICERO, SmartFAB

MARIA LETIZIA MAGALDI, Magaldi Power

SARAMALAGUTI, Flowerista

ALEKSANDRA MARAVIC, Beyond TheBox

SUSANNA MARTUCCI, Alisea

SARA MAZZOCCHI, Storyfactory

LUCREZIA MAZZONETTO, Fondazione Cuore Livio Mazzonetto

DANIELA MELANDRI, UniverCities Associazione

ELENA MOGLIA, MyLime

FRANCESCA MARIA MONTEMAGNO, Smartive

RAFFAELLA MORO, Reair

FRANCESCA PARVIERO, Linkbeat

FEDERICA PASINI, Hacking Talen

VALENTINA PEDRETTI, PMP

MONICA PERNA, Auge International Consulting

ELISABETTA PIERAGOSTINI (Sant’Elpidio a Mare –FM)

ELISA PISCITELLI, Futurely

IRENE PUGLIATTI, ELIGO eVoting

SECONDINA RAVERA, Destination Italia Group

STEFANIA RINALDI, Rinaldi Group

GIUDITTA ROSSETTI, Acqualai

ELIANA SALVI, Cosmic

FRANCESCA SARACENI, Intellico

VIRGINIA SCIRE’, Wear Me

ALICE SIRACUSANO, Luz

DONATELLA SOLDA, Wonderful Education

GIULIETTA TESTA, Djungle Studio

TIZIANA TRONCI, High Performance Die Casting

JESICA UMANSKY, Sportlinx360

PIERA VELARDO, Manitu

LAURA VENTURINI, Quindo

CRISTIANA VIGNOLI, HemeraPharma

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