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Istat: solo il 4,7% delle imprese italiane ha un elevato livello di digitalizzazione

Secondo il Rapporto annuale dell’Istituto di statistica, l’80% delle aziende nella Penisola è caratterizzato da un basso profilo tecnologico sul piano dell’Ict. Mancano le competenze, che risultano in linea con la media europea soltanto nell’area software

Pubblicato il 20 Giu 2019

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Le competenze digitali sono fra le più spendibili sul mercato del lavoro, e le stesse dinamiche di domanda e offerta occupazionale risentono dell’introduzione delle nuove tecnologie: cresce sempre più il numero degli occupati in professioni informatiche (2,9% nel 2011 a fronte del 3,5% nel 2018) e diminuisce il divario digitale tra gli addetti all’interno delle imprese (31% nel 2009 contro 48% nel 2018). Lo scrive l’Istat nel Rapporto annuale sulla situazione del Paese, sottolineando che però le competenze a disposizione non riescono a soddisfare la domanda delle imprese. Il rapporto infatti descrive il gap che separa la media nazionale da quella europea in termini di skill sul piano dell’Ict. Nel 2016 (ultimo anno disponibile), tra le forze di lavoro che avevano usato Internet negli ultimi tre mesi, la quota di chi possiede competenze digitali elevate è in linea con la media Ue solo per quel che riguarda l’area software (51%). Per le altre aree di competenza, secondo l’Istat si sconta un netto ritardo: parliamo di meno 16 punti percentuali sia nella capacità di risoluzione dei problemi (53 contro 69%) sia nei servizi di informazione (67 contro 83%), e meno otto punti percentuali nella comunicazione (67 contro 75%).

Attraverso l’integrazione delle informazioni provenienti dall’indagine europea sull’uso delle Ict, dall’archivio statistico delle imprese attive (Asia) e dal Frame-Sbs, l’Istat ha inoltre sviluppato un filone di ricerca tematica sui livelli di digitalizzazione delle imprese. Sulla base degli investimenti in capitale umano e fisico, l’uso di tecniche di data mining ha permesso di individuare tre gruppi di imprese: il primo, che comprende l’80% delle organizzazioni, è caratterizzato da un profilo tecnologico a basso livello di digitalizzazione; il secondo, costituito dal 15,9% delle imprese, mostra un utilizzo delle tecnologie orientato principalmente al web; il terzo, che include il 4,7% delle imprese, presenta un elevato livello di digitalizzazione. In particolare quest’ultimo gruppo raccoglie 7,5 milioni di addetti con elevato skill, contribuisce a un terzo del valore aggiunto complessivo, investe maggiormente in dotazioni tecnologiche e premia i lavoratori in termini salariali. I risultati delle analisi confermano l’esistenza di correlazioni positive tra investimenti in automazione, innovazione industriale e assunzioni di lavoratori con un elevato profilo professionale e tecnico. Il capitale umano impiegato accoglie non solo nuove professioni, ma anche vecchi mestieri riqualificati in chiave tecnologica.

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