La digital transformation sta rivoluzionando il mondo del lavoro. Alcuni mestieri stanno sparendo e al contempo emerge dirompente la domanda di nuove professionalità a cui però il sistema educativo non riesce a rispondere. Il risultato è che il mismatch tra domanda e offerta di lavoro aumenta: come evidenzia uno studio Anpal-Unioncamere , la difficoltà segnalata dalle imprese di trovare il candidato più idoneo è passara dal 12% dei contratti totali del 2016 ad oltre il 21% del 2017. Il mismatch tra domanda ed offerta di lavoro, che quest’anno arriva ad interessare più di un posto di lavoro su 5.
Quello del lavoro è un tema cruciale che anche il Presidente Matterella ha affrontato nel suo ultimo discorso di fine anno, quando ha parlato della necessità di governare i cambiamenti e ha ricordato l’importanza del lavoro, soprattutto per i giovani. Per essere competitivo nel nuovo contesto di mercato, nessun Paese può permettersi di utilizzare solo metà del suo principale asset, i giovani: nonostante i dati incoraggianti dell’ultimo periodo in termini crescita degli occupati (23,18 milioni a novembre 2017, il livello più alto dal 1977, inizio delle serie storiche Istat), il nostro Paese fatica a generare nuova occupazione, a riallineare domanda e offerta di professionisti e ad inserire i giovani nel mercato del lavoro.
Ecco perché EY ha deciso di impegnarsi insieme con altre aziende e organizzazioni leader, università, scuole secondarie e formatori, in un’Alleanza per il lavoro del futuro. Si tratta di un programma concreto volto a facilitare la comprensione delle dinamiche che stanno modificando il lavoro e indicare la strada da seguire in questo percorso e avviare progetti che possano trasformare le criticità di questo momento in nuove opportunità.
“Le grandi aziende hanno rilevato, come noi, la necessità di investire sui giovani e si stanno muovendo di conseguenza, mentre le Pmi hanno ancora molto margine per ampliare gli investimenti sul lavoro del futuro e ottenere così un vantaggio competitivo – Donato Iacovone, Ad di EY in Italia e Managing Partner dell’Area Mediterranea – Per questo motivo ci siamo fatti promotori di un’Alleanza tra imprese e mondo dell’istruzione universitaria e superiore, un network che può affiancare le Pmi in questo processo di trasformazione, contribuendo a promuovere azioni concrete, compresa l’immissione di giovani nel mondo del lavoro con competenze nuove. Abbiamo stimato che se aderiranno almeno 50 aziende si potranno creare più di 100.000 posti di lavoro nei prossimi 5 anni. L’Alleanza, alla quale stanno rapidamente aderendo primarie imprese e università, potrebbe efficacemente contribuire a ridurre la percentuale dei disoccupati, avvicinando in 3 anni il Paese alla media europea”.
Con l’Alleanza si sviluppa un sistema per potenziare i ruoli dei diversi protagonisti: i ceo delle grandi aziende e organizzazioni che influenzano in modo determinante le professioni future; le Università, le Scuole superiori e le Business School che possono aiutare a capire quali saranno le competenze del futuro e come svilupparle.
Attualmente in Italia solo il 29% della forza lavoro possiede elevate competenze digitali, contro una media Ue del 37%. Un divario che rischia di aggravarsi se si considera la bassa partecipazione di lavoratori a corsi di formazione (8,3%) rispetto alla media Ue di 10,8% e a Paesi quali Francia 18,8% e Svezia 29,6%. Per recuperare competitività è quindi necessario investire sullo sviluppo di capacità professionali nuove.
L’Alleanza si propone di accelerare la comprensione delle dinamiche che portano alla trasformazione del lavoro e abilitare la realizzazione di iniziative concrete per lo sviluppo delle nuove professionalità, declinate sui territori e sui settori.
Ad oggi sono 21 le realtà che hanno aderito, tra queste: Docomo Digital, GE Italia, Italiaonline, Luiss Business School, Microsoft, Nana Bianca, SAP, Spencer Stuart. L’Alleanza si riunirà per la prima volta l’8 febbraio a Milano.