Cresce in Italia la richiesta di esperti Ict e nel terzo trimestre ammontano a oltre 19mila, 2mila in più rispetto al secondo. È quanto emerge dalle rilevazioni dell’Osservatorio Competenze Digitali presentate in occasione della web conference “L’impatto della pandemia sulle professioni Ict: come sta reagendo il settore del digitale” organizzato da Aica, Anitec-Assinform, Assintel e Assinter Italia, insieme all’Università Bicocca e moderato dal direttore di CorCom Mila Fiordalisi. (qui le slide dell’evento)
Il terzo trimestre mostra dunque segnali di ripresa rispetto agli scorsi mesi: i primi 9 mesi del 2020 chiudono a consuntivo a -26% rispetto allo stesso periodo del 2019 a causa principalmente dal lockdown di marzo, aprile e maggio. Ma nel periodo luglio-settembre si registra un +13% sul trimestre precedente nonostante il mese di agosto, mese tradizionalmente fermo per la “pausa” lavorativa estiva.
“La pandemia ha sicuramento impresso una forte accelerazione al bisogno di trasformazione digitale, ma ha rallentato la capacità del settore Ict e degli altri settori di occupare professionalità e competenze digitali essenziali per lo sviluppo – commenta Marco Gay, presidente Anitec-Assinform -. È importante, in chiave di rilancio, rafforzare non solo gli strumenti di sostegno alla domanda di servizi e prodotti Ict e alle stesse imprese Ict, ma anche aumentare i percorsi educativi e formativi Ict, guardando alle competenze digitali come leva strategica di cambiamento. La ripresa della domanda di profili digitali deve rappresentare la spinta ad agire concretamente in questa direzione”.
Le figure più richieste: Solution Designer, Cloud Specialist e Quality Assurance Manager e Digital Transformation Manager
Sono in ripresa tutte le “famiglie” delle professioni dell’Ict, anche se a due velocità – è emerso dalle rilevazioni dell’Osservatorio: l’offerta appare più marcata nelle aree Design, Business, Emerging e Support, con tassi di crescita trimestrali dal 22 al 31%, e meno marcata, ma pur sempre significativa, nelle aree di Process Improvement e Development (rispettivamente, +11% e +9%).
Le figure maggiormente richieste sono: per l’area Design, i Solution Designer (+90% sul trimestre precedente), i System Analyst (+41%) ed i Data Specialist (+37%); per l’area Business, i Cio (+53%). Per l’area Emerging, boom di richieste per i Cloud Specialist (+106%), a seguire Robotics Specialist (+27%) e IoT Specialist (+19%) per l’area Support, infine, Quality Assurance Manager (+117%), dell’Information Security Manager (+29%), del Project Manager (+44%), del Technical (+55%) e Account Manager (+77%).
Nelle aree Process Improvement e Development, in cui si sono registrate crescite più moderate, ma non sono mancate forti accelerazioni nelle richieste di figure quali Digital Transformation Manager (+114%) e Scrum Master (+68).
“La pandemia dovuta al Covid19 se da un lato sta accelerando l’adozione del digitale in tutti i contesti lavorativi e di formazione, dall’altro ha messo in evidenza la mancanza di sufficienti professionalità Ict per far fare fronte alle richieste di innovazione di tutto il Paese, e una diffusa mancanza di competenze per utilizzare al meglio il digitale da parte dei cittadini – sottolinea Giovanni Adorni, presidente di Aica -. È necessario quindi creare occasioni di qualità e fornire strumenti per lo sviluppo e l’aggiornamento continuo delle competenze digitali dei professionisti Ict, in ambito scolastico/educativo, nelle aziende, per i professionisti e per tutti i cittadini. Attraverso percorsi formativi, ma anche attraverso meccanismi di assessment e certificazione come strumento strategico, si può assicurare un efficace e corretto sviluppo delle competenze digitali utili al paese Italia”.
Il Nord-Ovest l’area più dinamica, la Lombardia al top
Le variazioni rilevate a livello territoriale confermano il gap tra Nord, Centro e Sud del Paese nella ricerca di figure professionali Ict in tutti i settori, come emerge nella composizione percentuale delle nuove ricerche nel terzo trimestre 2020.
Il Nord-Ovest primeggia con una quota pari a circa il 43% delle nuove ricerche di figure Ict, con la regione Lombardia in pole position con il 34% circa delle richieste. Segue il Nord-Est con il 29%, con Veneto ed Emilia-Romagna rispettivamente al 15% e all’10% circa. Il Centro si attesta al 19%, con il Lazio a guidare (11%), mentre il Sud e le Isole sono tributate solo del 9,4%, con la Campania a guidare (3,5%).
Il settore Ict, pur prevalendo, nel terzo trimestre 2020, non supera il 38,6% delle nuove ricerche, a conferma della trasversalità delle ricerche di professionisti Ict. Seguono i servizi professionali e consulenziali, i servizi di amministrazione e supporto e l’industria rispettivamente, con quote del 20,6%, 13,5% e 12,8%. Gli altri settori economici coprono il rimanente 14,5%. La relazione tra settori economici e territorio rispecchia la presenza dei diversi settori nel nostro paese. Ad esempio, la domanda di nuove figure professionali Ict nell’industria è percentualmente più rilevante nel Nord-Est (17,8%) e nel Nord-Ovest (12,6%), mentre si attesta tra il 10,8% e l’8,5% nel Centro e Sud e Isole.
Non solo “tecnici”, le soft skill si fanno strada
In media, nelle professioni legate all’Ict la componente di competenze digitali richieste è pari al 43% (Digital Skill Rate), seguono le soft skills, che pesano per il 37,8%, e infine le altre competenze non digital (19,2%). Fatta salva la variabilità legata ai diversi profili, a livello generale emerge una crescita progressiva della rilevanza delle soft skills anche all’interno dei profili più tecnici, e non solo in quelli manageriali.
Contemporaneamente, si assiste alla crescita della domanda di nuovi profili tecnici, in particolare di quelli legati alle tecnologie dei big data, dell’intelligenza artificiale, dell’IoT, della robotica, del cloud-computing e blockchain.
Il Covid19 spinge la richiesta di professionisti
Le analisi del terzo trimestre 2020 della domanda di lavoro sul web delle professioni Ict mostrano gli effetti delle restrizioni imposte dalla pandemia: in aumento la domanda di professioni Ict che facilitano la progettazione e realizzazione di soluzioni per l’interazione in rete dei più diversi soggetti (aziende, amministrazioni, clienti e cittadini), e cresce l’attenzione alle professioni emergenti, focalizzate all’incremento di conoscenza dei fenomeni e all’innovazione di prodotti e servizi. Rallenta invece la domanda di profili legati ad attività più tradizionali e/o interne all’organizzazione (come Test Specialist e Developer). Resta il fatto che per effetto della pandemia, i primi tre trimestri 2020 hanno circa 21 mila annunci di lavoro in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
“La metà delle nostre imprese lamenta un gap di competenze digitali sul mercato, mentre sono proprio gli investimenti in ricerca e sviluppo a costituire uno degli antidoti messi in campo per il rilancio del business – evidenzia Paola Generali, presidente di Assintel -. Questa è la realtà del tessuto di micro, piccole e medie imprese che caratterizza l’ICT Made in Italy, che va sostenuto come driver di occupazione e di rilancio di tutto il Sistema. Occorre intervenire a monte e a valle: a monte incentivando i percorsi Stema, anche economicamente; a valle abbattendo il costo del lavoro, soprattutto per le assunzioni in ambito Ricerca e Sviluppo”.
E Francesco Ferri, presidente di Assinter Italia, sottolinea che cultura e competenze digitali che “rappresentano il vero volano di sviluppo e di trasformazione, prima culturale e poi organizzativa, della PA. Occorre, dunque, una decisa e definitiva inversione di rotta mettendo a disposizione risorse per la formazione, proseguendo con una nuova stagione di reclutamento di professionalità giovani, altamente preparate e formate per valorizzare il patrimonio informativo pubblico. E’ importante lavorare e promuovere iniziative di collaborazione tra tutti gli attori, pubblici e privati, al fine di aggregare la domanda di innovazione presente nei nostri territori”.