L'INIZIATIVA

Tlc, Asstel e Fondazione Restart insieme per le competenze avanzate

Firmato il memorandum per formare una nuova generazione di ingegneri preparati alla quarta rivoluzione industriale e introdurre nei programmi accademici corsi attinenti alle telecomunicazioni

Pubblicato il 08 Apr 2024

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Formare una nuova generazione di ingegneri delle telecomunicazioni preparati alla quarta rivoluzione industriale, inserire nei programmi accademici corsi attinenti alle telecomunicazioni, condividere idee e dati per comprendere la dinamica in evoluzione dell’industria delle telecomunicazioni e i ruoli dei diversi attori. Sono questi alcuni degli individuati dal Memorandum of Understanding firmato tra Asstel e Fondazione Restart.

Sarmi: “Partnership vitale per la diffusione di skill”

“La filiera delle Telecomunicazioni sarà sempre più strategica per la competitività e lo sviluppo del Paese, in quanto le nostre imprese sono abilitatrici della trasformazione digitale grazie alla offerta di connettività, alla creazione e allo sviluppo di nuovi servizi digitali ad essa direttamente collegati. In questo scenario si rende quindi necessario integrare nelle aziende nuove figure professionali capaci di guidare l’innovazione attivando il circolo virtuoso competenze, innovazione, nuovi servizi e generazione del valore – spiega il presidente di Asstel, Massimo Sarmi –  Big data, Cloud, IoT, Cybersecurity, Intelligenza Artificiale e servizi industriali 5G sono settori chiave che necessitano di professionalità innovative. La velocità con cui evolvono processi e tecnologie impone un’analisi sempre più attenta per orientare al meglio la formazione e ridurre il divario tra domanda e offerta. La firma del MoU con Fondazione Restart va in questo senso: la collaborazione tra Istituzioni, Associazioni di rappresentanza, imprese è vitale per la diffusione delle competenze digitali. Solo così saremo in grado di favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro con un bagaglio di competenze in linea con le esigenze del mondo produttivo”.

Nell’ambito dell’iniziativa verranno realizzate l’analisi e la mappatura delle competenze attuali nel settore delle telecomunicazioni, nonché una previsione delle sue future evoluzioni.

A disposizione di Restart 116 milioni

“Il programma di ricerca e sviluppo Restart ‘RESearch and innovation on future Telecommunications systems and networks, to make Italy more smart’, è il più importante progetto pubblico mai finanziato in Italia nel settore Telecomunicazioni, con 116 milioni- ricorda il presidente della Fondazione, Nicola Blefari Melazzi – Restart ha l’ambizioso obiettivo di contribuire a delineare l’evoluzione delle Telecomunicazioni in Italia, aiutando a far ripartire un settore che dispone ancora di professionalità ed esperienze a livello di eccellenza mondiale, dedicandosi alle principali tematiche di scienza e tecnologie delle Telecomunicazioni, compresi tutti i tipi di sistemi e reti, per utenti umani e non umani. Ad esempio, reti fisse ad alta capacità; reti cellulari 5G/6G; reti in area locale; reti satellitari; Internet; applicazioni e servizi nei settori più diversi: agricoltura, commercio, energia, finanza, industria, media, salute, sicurezza, trasporti”.

Le attività di Restart

 Le attività di Restart sono strutturate in sette “missioni”: 1) Ricerca; 2) Laboratori, Proof of Concept e Dimostratori; 3) Innovazione e Trasferimento Tecnologico; 4) Supporto a Start-up e Spin-off; 5) Istruzione e Formazione; 6) Dottorati di Ricerca; 7) Comunicazione, Standardizzazione e Soluzioni Open-Source.

“Quindi, esso dà importanza non solo alla ricerca, che è il suo elemento centrale, ma anche ad attività trasversali e in particolare alla fondamentale questione dell’Istruzione e Formazione. Infatti, uno dei problemi oggi più sentito nel settore è la mancanza di competenze: il numero di persone che studiano discipline Stem, e in particolare Tlc, è lontano dal soddisfare le attuali esigenze; per di più un gran numero di laureati e tecnici lascia il Paese ogni anno e il saldo dei flussi tra ricercatori in entrata e in uscita è ampiamente negativo – puntualizza Blefari Melazzi –  Questa emigrazione, se non invertita, continuerà a trasferire all’estero ricchezza intellettuale e poi sostanziale, causando a tutto il Paese quello che ha causato in passato al Sud Italia. L’innovazione e poi lo sviluppo delle imprese non possono avvenire senza risorse umane qualificate e senza un substrato di R&S. La collaborazione tra la Fondazione Restart e Asstel si pone quindi come obiettivo iniziale quello di contribuire a ridurre l’attuale skill gap del settore”.

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