LA PROPOSTA

Gig economy, Tridico: “Serve una piattaforma per i lavoratori”

Il presidente dell’Inps: “Il sistema consentirebbe la tracciabilità istante per istante del percorso di lavoro e del tipo di rapporto nonché delle tutele e delle protezioni”. E avverte: “Disegnare un welfare al passo con i nuovi bisogni”

Pubblicato il 30 Giu 2021

tridico

Una “piattaforma delle piattaforme” per i lavoratori della gig economy. È  la proposta lanciata dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, in audizione in Commissione Lavoro della Camera. “L’istituto è in grado di mettere a disposizione del Paese una piattaforma di collegamento tra tutte le piattaforme del food delivery e i lavoratori stessi, la cui “tracciabilità difficile – Abbiamo  già una piattaforma simile a quella che oggi si propone, usata per il lavoro occasionale con la quale vengono registrati i contributi di quattro categorie di lavoratori: domestici, baby sitter, ripetizioni o giardinaggio”.

Il sistema è frutto di una intensa collaborazione con Inail e permette di raccogliere informazioni che possono essere fruite da diversi soggetti.  La piattaforma proposta da Tridico, “sarebbe più dinamica” di quella già esistente e “consentirebbe la tracciabilità istante per istante del percorso di lavoro, la tutela durante il lavoro e la tracciabilità del rapporto di lavoro“. L’eventuale riconoscimento di questa nuova figura “dovrebbe andare sotto una possibile dicitura ‘lavoratore della piattaforma’, siano essi rider o digital creator o altre forme di lavoro che evolveranno nei prossimi anni”, ha puntualizzato.

Il principale obiettivo è la riduzione dell’economia sommersa a cui è soggetto questo mercato e la relativa tutela dei lavoratori della gig economy. “La creazione della piattaforma infatti garantirà la trasparenza, la disponibilità e la veridicità dei dati afferenti alle prestazioni lavorative, riducendo la concorrenza sleale e fornendo un supporto alle aziende virtuose”, ha evidenziato.

Un nuovo welfare ai tempi della gig economy

Un eventuale riconoscimento di una figura nuova dovrebbe andare sotto una possibile dicitura di lavoratore della piattaforma siano essi rider, digital creator o altre forme di lavoro che nei prossimi anni evolveranno ancora. Si potrebbe immaginare una tutela di welfare minimo per tutti i lavoratori delle piattaforme nell’ottica dell’universalità verso la quale mi sembra stia andando anche il legislatore, al di là della categoria del lavoro di appartenenza – ha detto – La crisi pandemica e l’evoluzione del mercato degli ultimi anni ha dimostrato che la protezione dei lavoratori per categorie è una caratteristica che non regge più nelle società complesse, noi oggi diamo assistenza anche agli autonomi e ad altre forme di lavoratori che non sono subordinati”.

Si tratta di “una rete di protezione previdenziale universalistica che si allarga a tutti i lavoratori delle piattaforme per garantire anche alle figure emergenti dell’economia digitale una maggiore equità sociale senza però imbrigliare le dinamiche evolutive dei nuovi mercati digitali”.

Secondo il presidente dell’Inps, “un intervento legislativo maturo dovrebbe uscire da logiche settoriali anche perché l’economia digitale è in rapida espansione e la regolamentazione frammentata delle singole figure potrebbe introdurre ulteriori segmentazioni nel mercato del lavoro con trattamenti ingiustificatamente differenziati nelle platee dei lavoratori digitali solo sulla base della tipologia del servizio erogato”.

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