Violazione della “non-fraternization policy”, il regolamento che impone a tutti i manager di Intel di non vere relazioni sentimentali con i dipendenti. E’ questo il motivo delle dimissioni del Ceo della multinazionale, Brian Krzanich.
Il caso di Krzanich è soltanto l’ultimo di una serie di fatti di questo genere che hanno coinvolto i vertici di diverse società statunitensi dopo relazioni che oltreoceano vengono generalmente considerate “inappropriate” per i dirigenti aziendali. L’attenzione su questi fenomeni è inoltre finita in primo piano dopo che è stato sollevato a più riprese dal movimento d’opinione #metoo, particolarmente attivo sui social network.
Il cambio ai vertici del produttore di chip arriva in un momento di svolta per l’azienda, impegnata a passare dal campo dei Pc e dei server a quello più ampio che comprende intelligenza artificiale e self-driving car.
In attesa della nomina di un nuovo Chief executive officer il board ha dato l’interim a Robert Swam, il Chief financial officer dell’azienda, mentre iniziano le procedure per la ricerca del nuovo amministratore delegato, che potrebbe essere un interno o un manager che viene da fuori del perimetro aziendale.
“Un’inchiesta in corso condotta da personale interno ed esterno – così Intel motiva l’uscita di Krzanich in una nota – ha confermato una violazione della ‘non-fraternization policy’ di Intel, che si applica a tutti i manager”.
Il consiglio d’amministrazione era stato informato dei fatti la scorsa settimana: la relazione con una donna che era stata tra i suoi collaboratori prima che Krzanich fosse nominato Ceo risalirebbe al 2013 e sarebbe ormai terminata da tempo, secondo una fonte anonima citata da Reuters.