Nel corso del 2022 gli annunci di lavoro apparsi sul web sono cresciuti del 20,9%, mentre le persone in ricerca attiva in rete sono aumentate del 12%. Confrontando la situazione degli ultimi 12 mesi, i numeri sono confortanti: +46,3% gli annunci, +8,4% il numero di chi cerca lavoro.
A segnalarlo è Jobtech, agenzia italiana per il lavoro digitale che ha diffuso i dati del suo Osservatorio sul mercato del lavoro in somministrazione. Jobtech ha condotto un’analisi su un campione di 50 mila utenti attivi sui portali verticali dell’agenzia e sulle principali piattaforme esterne di ricerca lavoro, nel periodo compreso tra gennaio e giugno 2022.
Rimane il divario di genere
I risultati confermano, come nei precedenti 12 mesi, la maggior difficoltà delle donne a trovare un’occupazione, visto che sono sempre loro a cercare lavoro in misura maggiore rispetto agli uomini. Per la prima volta, però, il divario si riduce: sono il 54% (erano il 63% sei mesi fa), contro un 46% della compagine maschile. Si conferma la maggiore propensione agli studi delle donne, che sono diplomate e laureate in percentuale maggiore rispetto agli uomini: a possedere il diploma di maturità sono infatti il 58,7% delle donne contro il 54,5% degli uomini, sono laureate il 23,5% delle donne rispetto al 15,4% degli uomini.
Guardando, invece, le differenze anagrafiche si rileva come siano sempre i millennials a rappresentare la maggioranza del campione di chi cerca lavoro: tuttavia, mentre rappresentavano il 46% del totale nella rilevazione semestrale precedente il dato è sceso al 41%. Ad essere cresciuti sono gli over 40: è membro della Generazione X il 27,5% (era il 23%) e un Baby boomer il 3,9% (era il 2,9%) del totale. Cala anche la Generazione Z, con il 26,7% (era il 28%).
Le differenze da regione a regione
In fatto di opportunità lavorative e dinamismo occupazionale l’Italia, anche nella prima parte del 2022, resta spaccata in due: secondo i dati dell’Osservatorio il 75% degli annunci di lavoro online proveniva dal Nord Italia (rispettivamente il 42% dal Nord-Ovest e il 33% Nord-Est). Da sola, la Lombardia raccoglie il 31,3% degli annunci. Dal Centro solo il 16,1%, mentre dal Sud e Isole solo l’8,9%. Un divario, questo, che si ripercuote anche sulla domanda di lavoro. Non è un caso che risieda nel Nord Italia la maggior parte degli utenti impegnati nella ricerca di un impiego, il 60,5% del totale. Anche rapportando i dati con la popolazione, le regioni con la popolazione più attivamente alla ricerca di lavoro sono state Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia. Di contro, quelle in cui si è meno cercato lavoro tramite i canali online sono state Calabria, Sicilia e Campania. La spaccatura Nord-Sud si conferma anche per quanto riguarda la competizione tra candidati: le regioni contraddistinte dai più alti rapporti tra annunci e candidature sono state Calabria, Basilicata e Molise, mentre quelle dove c’è stata minor competizione su una singola offerta di lavoro – e quindi più chance di assunzione – sono state Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.
I settori più ambiti da chi cerca lavoro online
Le professioni più ambite da chi ha cercato lavoro nella prima parte dell’anno sono nell’ambito della logistica e della produzione: due settori particolarmente appetibili per chi cerca, quelli che dopo due anni di pandemia hanno subito meno oscillazioni negative. Nel dettaglio, gli uomini hanno puntato a logistica, produzione e horeca, segmenti che negli scorsi mesi lamentava difficoltà nel far incontrare domanda e offerta di lavoro. La preferenza del genere femminile è ricaduta sui mondi della contabilità e amministrazione, hospitality e retail. Interessante notare il forte interesse dell’horeca da parte dei più giovani: forse perché il lavoro stagionale – tipico di molte professioni del ramo – è quello più gestibile mentre si studia, ma la maggior parte delle persone che ambisce alle professioni in sala e cucina appartiene alla Generazione Z.
“La prima parte dell’anno”, dichiara Paolo Andreozzi, founder di Jobtech, “è stata ricca di oscillazioni per quel che concerne il mercato del lavoro: gli ultimi dati Istat, relativi a maggio, hanno registrato un calo degli occupati dopo mesi di percentuali positive; preoccupa, inoltre, l’aumento degli inattivi, che raggiungono percentuali leggermente superiori al periodo pre-pandemia. In questa situazione di incertezza è bene lavorare per colmare quel mismatch tra domanda e offerta di lavoro che esiste (i nostri dati lo dimostrano) e che va gestito quanto prima, per dare alle aziende nuova forza lavoro e ai lavoratori, in primis i più giovani, opportunità di indipendenza e realizzazione. Infine, dobbiamo risolvere con urgenza la drammatica spaccatura Nord-Sud, che è ben lontana dall’essere ricucita nonostante sia oggetto di dibattito da decenni e cardine del Pnrr”.