IL REPORT

Più potere all’HR, ora è “leader” della digital transformation

Non più solo responsabile delle risorse umane, ma “motore di innovazione”: emerge dal rapporto Talent Garden secondo cui serve una svolta nelle funzioni del manager. Ma servono programmi di formazione per affinare le digital skill

Pubblicato il 02 Dic 2019

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Il responsabile delle risorse umane? Un “leader” della digital transformation in azienda. Emerge dalla ricerca di Talent Garden, piattaforma di networking e formazione, secondo cui per gli HR è tempo di cambiare: non più solo responsabili di recruiting e personale, ma “maestri del design organizzativo” e motore del cambiamento. Ma per raggiungere risultati del genere sono necessari programmi di formazione.

Upgrade delle proprie competenze e acquisizione di nuove skill sono le strade indicate al 58% dai manager intervistati per ridefinire il ruolo delle risorse umane. Il 44% si aspetta elaborazione di nuovi modi per gestire e motivare le risorse introduzione di nuove tecnologie e metodologie di lavoro (42%), sperimentazione di nuovi processi interni e strutture organizzative (39%).

Un intervistato su 4 ritiene che l’HR dovrebbe diventare Digital Transformation Leader, in grado di plasmare l’organizzazione nelle sue strutture e abilitare le persone a nuove modalità di lavoro, dallo smart working all’agile, dal knowledge sharing all’open innovation, confermando un trend molto forte.

“La figura dell’HR deve essere in grado di sviluppare competenze e capacità ulteriori rispetto a qualche anno fa – dice Lorenzo Maternini, Vp Global Sales & Country Manager Italy Talent Garden -. Dev’essere un leader ‘ibrido’, cioè mettersi in gioco grazie alla leve digitali, comprendendone le potenzialità. Serve una visione olistica del sistema all’interno del quale è inserito, diventare prima di tutto agile lui stesso, per rendere agili gli altri”.

Il nuovo ruolo del responsabile HR

Secondo il 39% dei manager il contributo HR alla trasformazione deve riguardare soprattutto la digitalizzazione dei processi e l’introduzione di nuovi servizi per il personale. Il 37% individua invece un ruolo importante nel supporto all’introduzione di nuove modalità di gestione delle persone, ad esempio la social collaboration o il metodo agile. Sopra il 30% anche il supporto alla digitalizzazione dei processi e il change management, mentre solo il 24% ritiene che il contributo sia limitato all’assunzione di nuove professionalità e competenze.

Tra i fattori più critici per il successo dell’attività di HR, l’acquisizione di un nuovo mindset e di una cultura digitale diffusa (per il 59% degli intervistati) seguiti dalla riprogettazione di processi e modi di lavorare (50%), e dall’introduzione di nuove skill (37%). La gestione del cambiamento è invece scelta dal 33% dei partecipanti, la creazione di nuovi ruoli e strutture organizzative dal 30% e l’introduzione di nuove tecniche e strumenti di innovazione e aggiornamento continuo dal 23%.

“La Talent Garden Innovation School rappresenta un punto di riferimento per le aziende e i professionisti che vogliono intraprendere un cambiamento nell’ambito della formazione delle nuove professioni digitali – dice Giulia Amico di Meane, Talent Garden Innovation School Director -. Uno dei nostri punti di partenza è modificare il mindset delle persone ed è quello che facciamo anche nel Master in Digital HR ampliando la visione, avvicinando l’uso delle tecnologie digitali e adeguando questa professione alle esigenze del mercato”.

Da Recruiter a Digital Transformation Leader

Sarà il recruiting l’ambito che cambierà di più, per l’HR (secondo il 69%): “percentuale alta – annota l’azienda -, che tuttavia non sminuisce l’impatto sull’attività di training”. Secondo un quarto dei manager intervistati l’HR deve invece diventare una sorta di Marketer e Communication Manager, gestendo la comunicazione verso l’interno e l’esterno dell’azienda. A breve distanza, il 21% degli intervistati ritiene che l’HR debba assimilare le migliori tecniche di analisi dei dati, così da poter prendere decisioni strategiche data driven (percentuale che sale al 24% considerando solo le risposte di chi ricopre ruolo di HR). Il 18%, infine, vede l’HR come Change Maker, ovvero la vera guida del cambiamento in azienda, probabilmente proprio grazie ad un mix delle altre figure.

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