IL DOSSIER

Rete unica Tlc, summit governo-sindacati il 28 novembre

Il tema sul tavolo del primo faccia a faccia tra Cgil, Cisl e Uil con la presidente del Consiglio. Riflettori anche sul futuro di Tim. Ugliarolo, Uilcom: “Speriamo in confronto costruttivo”. E intanto la telco guidata da Labriola firma il contratto sul lavoro agile: attività da remoto per 3 giorni a settimana

Pubblicato il 23 Nov 2022

competenze, skill, smart working
Il futuro di Tim e la rete unica saranno i temi al centro dell’incontro tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e i sindacati il prossimo 28 novembre. La convocazione ufficiale non è ancora arrivata ma – risulta a CorCom – da Palazzo Chigi è arrivata una telefonata alle segreterie di Cgil, Cisl e Uil per sondare la disposnibilità. Che il “dossier Tim” fosse messo all’ordine del giorno del confronto è stata una richiesta esplicita dei sindacati, i quali hanno fanno presente – per voce del segretario generale della Uilcom Uil Salvo Ugliarolo – che  “il tema di cosa fare su Tim resta ancora nella totale confusione ed incertezza”.
“Da troppo tempo – continua Ugliarolo –  assistiamo alla confusione più totale da parte dei vari Governi su questo importante capitolo che riguarda una delle aziende più grandi del nostro paese. A prescindere chi avrà la delega politica per seguire questo dossier speriamo che già dall’incontro di lunedì prossimo si possa aprire un confronto costruttivo sul futuro di questa importante azienda“. “Noi, da sempre, abbiamo espresso la nostra contrarietà a ipotesi di spezzatino di questo Gruppo. Come Uilcom auspichiamo di avere modo di potere rappresentare la nostra posizione su questo importante dossier che vede, ormai da troppo tempo, la totale confusione ruotare attorno alla principale azienda del settore delle telecomunicazioni del nostro paese”, conclude Ugliarolo.

Smart working:  a casa tre giorni a settimana

Intanto è stato raggiunto un accordo fra Tim e i sindacati sullo smartworking: secondo l’intesa,  che avrà durata di 13 mesi (dal 1° febbraio 2023 al 29 febbraio 2024) e riguarderà circa 32.000 dipendenti del gruppo, le sedi di Tim resteranno chiuse il venerdì, facendo così passare da 2 a 3 le giornate di lavoro agile.
“Ciò consentirà ai dipendenti – spiega Tim in una nota – di meglio pianificare le proprie attività extra-lavorative, di rafforzare la co-presenza fra colleghi in ufficio negli altri giorni della settimana e di realizzare l’efficientamento energetico e la relativa riduzione di emissioni di CO2″. L’impatto, secondo le previsioni, sarà particolarmente rilevante nelle grandi città, come Roma (12.000 dipendenti) e Milano (3.700 dipendenti), con una riduzione del pendolarismo del 60%.

Due possibilità: modello giornaliero e modello settimanale

L’intesa è il risultato di una lunga fase progettuale che ha coinvolto le organizzazioni sindacali e si basa, a seconda dei ruoli ricoperti, sull’alternanza del lavoro all’interno e all’esterno dei locali aziendali. In particolare, l’accordo introduce due modalità di lavoro agile, giornaliero e settimanale, che differiscono per il diverso grado di autonomia, per la possibilità di organizzare il lavoro per obiettivi e per il differente regime orario.
Il modello giornaliero si applica agli ambiti organizzativi caratterizzati da attività svolte per obiettivi con adeguato livello di autonomia e flessibilità oraria e prevede 2 giorni in sede e 3 in lavoro agile. Il modello settimanale si applica agli ambiti organizzativi nei quali le attività svolte sono etero organizzate, non consentono di organizzare il lavoro per obiettivi e per i quali è indispensabile garantire il presidio in specifici archi orari e prevede una settimana di quattro giorni in sede e una settimana in agile.
“Il nuovo accordo sul lavoro agile  – spiega l’azienda – si inserisce all’interno del più ampio modello di welfare di Tim, che prevede diverse iniziative a sostegno della genitorialità e della famiglia, tra cui i rimborsi per le rette della scuola d’infanzia e materna, i soggiorni estivi e le borse di studio all’estero, e programmi dedicati al benessere e alla salute fisici e mentali, alla prevenzione e alla diffusione di corretti stili di vita”.

Verso un modello “più maturo” di lavoro agile

“Grazie al confronto serio e costruttivo che abbiamo portato avanti con le organizzazioni sindacali – commenta Paolo Chiriotti, Chief human resources e Organization officer di Tim – abbiamo potuto siglare un importante accordo che getta le basi per la costruzione di un modello più maturo del lavoro agile. Le nostre persone che lavorano da casa potranno contare su un sistema consolidato di tutele, come il diritto alla disconnessione, e di regole, come le giornate in compresenza, che favoriscono la stabilità aziendale e il miglioramento della produttività. Inoltre, con l’introduzione della chiusura delle sedi nella giornata di venerdì, mettiamo a segno un importante risultato per l’ambiente e per la conciliazione vita-lavoro dei nostri dipendenti. Su questo fronte l’impegno di Tim non si declina solo nello smart-working: da molti anni l’azienda è impegnata a sostenere le proprie persone attraverso diversi progetti in ambiti che garantiscono un supporto concreto nella gestione delle necessità familiari e questo è uno dei punti cardini del nostro modello di welfare”.

Soddisfazione delle Rsu: “Smart working strumento importante”

“Come in ogni confronto, non tutti gli aspetti che le organizzazioni sindacali confederali hanno provato fortemente ad inserire, hanno trovato accoglimento nel testo – scrivono le Rsu Uilcom Uil in una nota -. Registriamo però importanti avanzamenti rispetto alla stesura presentata nella serata del 10 novembre e crediamo che, seppur si tratti di un modello sperimentale definito, si pongano le basi perché si possa in futuro individuare e sviluppare ulteriori soluzioni in grado di migliorare l’efficacia dello strumento del lavoro agile”. Il sindacato sottolinea inoltre i “tanti gli aspetti rilevanti dell’intesa che evolve, seppur ancora non completamente, verso una visione dello smart working come importante e fondamentale strumento per la conciliazione delle esigenze personali con quelle aziendali”.

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