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Smart working, il ministro Giovannini: “Per le aziende obbligatorio il mobility manager”

Le nuove regole per le imprese oltre i 100 addetti e nelle città oltre i 50.000 abitanti. L’approvazione del decreto entro questa settimana. Avviata una consulta con l’industry, i sindacati ed i cittadini

Pubblicato il 27 Apr 2021

Foto Giovannini

Nelle aziende arriva il Mobility manager, la nuova figura professonionale che gestisce la mobilità in un contesto fortemente impattato dallo smart working. Come indicato da Enrico Giovannini, il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, “questa settimana spero sarà approvato da me” e da Roberto Cingolani, ministro per la Transizione ecologica “il decreto che rende obbligatorio il Mobility manager per le città oltre i 50.000 abitanti e per le imprese oltre i 100 addetti. Il decreto è pronto, spetterà agli enti locali attuarlo”.

Il Decreto Rilancio ha già previsto che le aziende con più di 100 dipendenti localizzate in un capoluogo di Regione, in una Città metropolitana, in un capoluogo di Provincia o in un Comune con popolazione superiore a 50.000 abitanti redigano il piano spostamenti casa-lavoro dei dipendenti e nominino il mobility manager aziendale. Ora sono in arrivo le modalità attuative, come indicato da Giovannini in un intervento al webinar del Consumers’ Forum dal titolo “Cittadini, istituzioni e aziende insieme per una nuova mobilità”.

Il ministro delle Infrastrutture ha affermato che compito del Mobility manager sarà “capire come spalmare lo smart working lungo la settimana. È chiaro che se tutti fanno smart working il venerdì, negli altri giorni si crea intasamento”.

Orari flessibili, le città devono riorganizzarsi

Per Giovannini “il tema della flessibilità degli orari, in vista delle riaperture a settembre, deve coinvolgere tutti i soggetti locali. Senza un coinvolgimento di tutti, non si cambia la vita delle città. Occorre distribuire gli orari di lavoro e delle scuole. Inizieremo già oggi a parlare con gli enti locali in vista delle riaperture a settembre”.

Con questo obiettivo Giovannini ha anche dato vita in seno al ministero a una “consulta con imprese, sindacati e reti di cittadini“.

Inoltre, nel Pnrr sono stati inseriti fondi per “piattaforme digitali in grado di connettere i diversi sistemi di trasporto, per offrire ai cittadini servizi di mobilità integrati”.

“La mobilità cambia, in particolare nelle città, perché molte imprese e istituzioni cambieranno l’approccio all’uso dello smart working”, ha sottolineato il ministro delle Infrastrutture.

Chi è il Mobility manager

La figura del Mobility manager non nasce oggi, ma a valle degli Accordi di Kyoto del 1997 per la riduzione delle emissioni inquinanti. Fino al 2019 la legge prevedeva l’obbligo di identificare un Mobility manager negli enti pubblici con più di 300 dipendenti e nelle aziende con almeno 800 unità di personale, ma solo in alcuni Comuni identificati come a rischio inquinamento atmosferico.

Con il Decreto Rilancio, la sua adozione obbligatoria è stata estesa a tutte le società con 100 o più dipendenti localizzati in Comuni, capoluoghi di provincia e regione e città metropolitane con popolazione superiore a 50 mila abitanti.

Tuttavia prima della pandemia l’obiettivo del Mobility manager era quello di ottimizzare costi e impatti della mobilità sul territorio, con aspetti di efficienza e attenzione ambientale. Con l’emergenza Covid-19 il focus si è spostato verso la salute dei dipendenti, il distanziamento sociale e la gestione dello smart working.

Il Mobility manager ha come obiettivo principale la creazione di un Piano Spostamenti Casa-Lavoro (Pscl) finalizzato a migliorare la raggiungibilità dei luoghi di lavoro e ottimizzare gli spostamenti dei propri dipendenti. Questo comporta una riduzione dell’uso dell’auto privata, e quindi del traffico veicolare, e un incentivo a soluzioni alternative come car sharing e car pooling, bici e monopattini elettrici, mezzi di trasporto pubblico.

A loro volta le aziende contribuiscono introducendo flessibilità nelle soluzioni di smart working, differenziando gli orari lavorativi differenziando e rendendo più flessibili i turni di lavoro.

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