INNOVAZIONE

Smart working, la proposta di Treu: “Entri nella contrattazione nazionale”

Il presidente del Cnel: “Il lavoro agile deve diventare nuova normalità. La nuova stagione di trattative che si sta aprendo non può non tenerne conto”

Pubblicato il 12 Ago 2020

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Lo smart working diventi nuova normalità. La pandemia da Covid-19 ha cambiato radicalmente il lavoro e l’organizzazione aziendale, nelle imprese come nelle pubbliche amministrazioni. Il presidente del Cnel Tiziano Treu entra nel dibattito sulla necessità di rendere strutturale il lavoro agile in occasione dell’uscita del nuovo numero del Notiziario su Mercato del lavoro e contrattazione che dedica ampio spazio al tema.

“Lo smart working è stato uno strumento molto utile durante l’emergenza, ora occorre renderlo strutturale – spiega Treu nell’editoriale – Il grande numero di contratti scaduti e la nuova stagione della contrattazione che si sta aprendo non può non tenerne conto“. Ad affermarlo è In Italia, prima che l’emergenza sanitaria costringesse al lockdown, lavoravano da remoto circa 500mila lavoratori, mentre nelle settimane di isolamento imposto da Covid-19 si stima che i lavoratori a distanza abbia­no raggiunto gli 8 milioni”.

La gran parte degli smart workers – l’82% -, secondo i dati di un sondaggio Cgil – Fondazione Di Vittorio, ha co­minciato a lavorare da casa solo a seguito dell’emergenza sanitaria. Nel 37% dei casi, lo smart working è stato attivato in modo concordato con il datore di lavoro, nel 36% dei casi in modo unilate­rale dal datore di lavoro e solo nel 27% dei casi l’at­tivazione è stata prece­duta da una negoziazione alla quale ha partecipato il sindacato.

“Nei 100 giorni della pandemia l’Europa è cambiata più che negli ultimi trent’anni. I provvedimenti assunti dalle istituzioni europee esprimono per la prima volta un impegno comune anche finanziariamente significativo per sostenere i Paesi maggiormente colpiti dal Covid-19, a cominciare dall’Italia – evidenzia – Ora dobbiamo essere tutti all’altezza di questo impegno, facendo il miglior uso delle risorse nella direzione indicata dalla Commissione europea. È fondamentale gestire in modo innovativo le due grandi transizioni che l’Unione ci chiede, quella digitale e quella verde, che determineranno il nostro futuro verso uno sviluppo sostenibile”.

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