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Smart working, procedura semplificata oltre l’estate: la norma nel Sostegni 2

Il ministro Andrea Orlando al lavoro sul provvedimento che sarà prima condiviso con le parti sociali. PD e FI spingono perché la deadline sia fissata al 30 settembre

Pubblicato il 18 Apr 2021

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Proroga per la procedura semplificata per lo smart working. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando, sta lavorando – nelle scorse settimane è stato forte il pressing delle associazioni datoriali – a una norma da inserire del decreto Sostegni 2: l’intenzione è quella di confermare le regole light fino a dopo l’estate quando, si presume, la campagna vaccinale avrà dato i suoi risultati. Pd e FI stanno spingendo perché la data sia quella del 30 settembre.

Non sarà dunque necessario ricorrere all’accordo individuale tra datori di lavoro e dipendenti per lavorare in modalità agile. Sarà sufficiente compilare la modulistica e l’applicativo informatico resi disponibili dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

La norma allo studio di Orlando sarà discussa con le parti sociali prima di essere inserita del Sostegni 2.

Il decreto Sostegni non aveva prorogato oltre il 30 aprile la procedura semplificata, introdotta un anno fa dal governo Conte in deroga alla legge m.81/2017, all’inizio dell’emergenza Covid, e successivamente fatta slittare a fine aprile dal Milleproroghe, convertito nella legge n. 51 del 1° marzo 2021.

La proroga era prevista solo per i lavoratori cosiddetti fragili che potranno lavorare in modalità “agile” fino al 30 giugno 2021. L’articolo 15 del provvedimento stabilisce inoltre che quando lo smart working non sia compatibile con le mansioni, e sempre fino al 30 giugno 2021, è possibile assentarsi dal lavoro senza perdere il proprio posto: i giorni di assenza non vengono calcolati nel periodo massimo di malattia, il cosiddetto “periodo di comporto”.

Ora il governo ha deciso di allungare la modalità “facile” a tutti i lavoratori. Il ministero del Lavoro vuole tutelare la salute dei lavoratori così come consentire alle imprese, che possono fare ricorso allo smart working, di non doversi imbattere in procedure troppo lunghe da gestire, soprattutto in piena pandemia, a cominciare dalla sottoscrizione degli accordi individuali come previsto dalla legge 81 del 2017.

Intanto oggi, in un’intervista al Giorno-La Nazione – il ministro della PA, Renato Brunetta, evidenzia il ruolo forte dello smart working nella sua strategia di rilancio dell’amministrazione.

“Lo smart working dovrà restare uno strumento del lavoro pubblico e dovrà essere regolato dal contratto, per evitare ogni abuso a danno dei dipendenti – ha spiegato – Ma dovrà anche essere ancorato a tre variabili: efficienza, produttività e customer satisfaction. Se le migliora bene, altrimenti si lavora in presenza”.

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