STRATEGIE

Smart working, Profumo lancia l’allarme: “Rischio gender gap”

L’Ad di Leonardo mette in guardia da adozioni “facili” del lavoro a distanza: “Le aziende si attivino per evitare il divario tra occupazione maschile e femminile”

Pubblicato il 19 Ago 2020

alessandro-profumo-leonardo

“La differenza di genere mi preoccupa. Se lo smart working peggiora il divario tra l’occupazione maschile e femminile, le aziende devono essere le prime ad attivarsi per far sì che non si realizzi”. Lo ha detto Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo, nel corso di un convegno al Meeting di Rimini. “Se c’è una donna con 3 figli – ha proseguito – immagino ci sia anche un padre e anche lui dovrà farsi carico della situazione”.

In Leonardo smart working temporaneo

Anche per questo Leonardo è pronta a cambiare, spiega Profumo: “Abbiamo capito che sarà fondamentale non avere persone permanentemente al lavoro a distanza, quindi ci attrezzeremo per avere una modalità di smart working temporaneo – dice l’Ad -. Significherà cambiare radicalmente tutto il nostro assetto degli uffici, abbiamo calcolato che sarà necessario circa il 30% in meno di spazi“.

Ma prima di diventare smart, ha detto ancora, “bisogna cambiare i processi di lavoro. E’ complicato. Può essere semplice per i lavori amministrativi – ha spiegato – ma ad esempio in Leonardo abbiamo 10mila ingegneri e lo sviluppo dei nostri programmi non erano adeguati per il lavoro a distanza. Dobbiamo trasformare l’home working in smart working“. Tenendo presente, specifica, che la modalità “aumenta drammaticamente i rischi di sicurezza informatica, perché la superficie attaccabile è aumentata”.

Smart working: cambiare i processi

Sul lavoro a distanza interviene Gian Carlo Blangiardo presidente Istat: “Ha elementi positivi ma anche problematici” per cui “dobbiamo cercare di trovare una soluzione equilibrata per valorizzare questa opportunità, lasciando tutte le strade aperte e farlo in maniera differenziata in relazione alle problematiche dei settori e del mondo del lavoro”.

Il lavoro a distanza, ha spiegato, “c’è chi può farlo e può farlo in modo più produttivo. Ma non avendo vincoli di orari, c’è il rischio di lavorare in orari in cui non si sarebbe fatto, come la sera o la domenica. Oppure – ha detto ancora – penso a una madre con tre figli: forse andare al lavoro non dico fosse un modo di riposare, ma era motivo per uscire da un ambiente e sviluppare socialità. Il lavoro – ha ribadito Blangiardo – non è solo portare soldi a casa, ma anche socializzare. Un’opportunità che il lavoro a distanza non dà”.

Secondo il presidente dell’Istat, “abbiamo ricevuto una lezione importante, ci rendiamo conto del rovescio della medaglia, non enfatizziamo ma troviamo una soluzione equilibrata“. La vera sfida, ha aggiunto, “è creare le condizioni perché tutto questo non determini una caduta del prodotto e della produttività”, ha concluso.

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