Robotica, ma non solo. Anche soluzioni di realtà aumentata, esoscheletri, sensoristica per il monitoraggio delle attrezzature e degli ambienti sono al centro dell’accordo sottoscritto da Inail e Eni che punta al miglioramento degli standard di salute e sicurezza sul lavoro. Il Il protocollo d’intesa è stato sottoscritto dal dg dell’Inail, Andrea Tardiola, dall’Ad di Eni, Claudio Descalzi, e dalle segreterie nazionali delle organizzazioni sindacali Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil.
E’ tempo di gestione-tech dei rischi
L’Inail ha avviato una serie di partnership con realtà d’impresa come Eni, con l’obiettivo – si legge in una nota, “di cogliere l’occasione per compiere un salto di qualità nella gestione dei rischi lavoro-correlati, sviluppando strumenti e modelli organizzativi ad alto tasso di innovazione”, di cui potranno beneficiare anche le tante medie, piccole e micro imprese che compongono la dorsale del sistema economico italiano.
Un’attività che deriva anche dalla mole delle opere che saranno realizzate grazie ai fondi del Pnrr nel campo delle infrastrutture e dell’ammodernamento dei servizi e dei processi produttivi, verso le nuove frontiere energetiche, tecnologiche e di sostenibilità sociale, che richiede di moltiplicare gli interventi in materia di salute e sicurezza.
Le tecnologie messe in campo
Il punto di partenza sono i progetti promossi dall’Istituto, insieme a realtà di eccellenza del mondo scientifico e universitario, nel campo della realtà aumentata, della robotica, della sensoristica per il monitoraggio delle attrezzature e degli ambienti di lavoro, dello studio di materiali innovativi per l’abbigliamento lavorativo e delle soluzioni per la prevenzione di infortuni e patologie di originale professionale, come gli esoscheletri collaborativi.
Per Eni la collaborazione con l’Inail offre l’opportunità di rendere disponibile al sistema Paese un portafoglio di iniziative e soluzioni operative innovative, che ha contribuito, si legge ancora nella nota, “a rafforzare ulteriormente il continuo impegno della società per la valorizzazione delle persone e la salvaguardia della salute e della sicurezza, basato su un modello di business che si sviluppa facendo leva sulle competenze interne e su una cultura aziendale incentrata sugli aspetti della prevenzione”.
Più alto il livello di sicurezza dei lavoratori
Un contributo significativo viene da nuove tecnologie sempre più digital-intensive e da apparati di ultima generazione che accrescono il livello di sicurezza degli operatori e che raccolgono e studiano i dati sugli incidenti in modo sempre più preciso per agire preventivamente sulle situazioni potenzialmente rischiose. Al tempo stesso, Eni applica metodologie di analisi del fattore umano nella sicurezza comportamentale e promuove la diffusione della cultura della sicurezza e del suo valore imprescindibile fra dipendenti, contrattisti e stakeholder locali.
Focus sullo smart working
Gli ambiti di collaborazione definiti dal protocollo, che avrà durata quinquennale in coerenza con la scadenza del Pnrr nel 2026, comprendono anche iniziative di comunicazione, programmi di formazione del personale, l’implementazione e la diffusione di modelli di organizzazione e gestione dei rischi, con un focus sulla sicurezza comportamentale e il fattore umano e su tematiche emergenti come smart working e stress lavoro-correlato, approfondimenti relativi all’applicazione e interpretazione della normativa di settore, e lo sviluppo di procedure, buone prassi e linee guida.
I risultati delle attività, realizzate attraverso la stipula di specifici accordi attuativi, saranno considerati anche nell’ottica della replicabilità degli interventi e del numero dei destinatari raggiunti, direttamente o indirettamente, nella filiera dell’energia.