Cento milioni di dollari di finanziamenti e bonus per la pubblicità sul social con l’obiettivo di aiutare la stampa, in particolare i giornali locali americani, a superare la crisi del settore acuita dalla pandemia del coronavirus.
È soprattuto la carta stampata, infatti quella che sino a questo momento ha subito maggiormente l’urto del virus, con il forte calo della pubblicità dovuta alle aziende che hanno riprogrammato e ridotto i propri budget pubblicitari a causa delle incertezze di mercato collegate al coronavirus. L’Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede che ha 160 anni di storia, ha da poco sospeso la pubblicazione della versione cartacea del giornale ed è solo l’ultimo di una lunga serie di testate che hanno crescenti difficoltà a operare dopo la pandemia di coronavirus per via dei costi crescenti, delle difficoltà della distribuzione e per il calo della pubblicità.
La donazione di Facebook comprende 25 milioni di dollari di prestiti per aiutare i media locali (statunitensi) e altri 75 milioni per le spese di marketing delle testate giornalistiche di tutto il mondo. Il primo round di finanziamenti, ha spiegato Facebook, riguarderà 50 redazioni locali tra Stati Uniti e Canada. «L’informazione locale – ha detto Mark Zuckerberg – è particolarmente colpita dalla crisi, quindi stiamo impegnando 25 milioni per dare finanziamenti d’emergenza attraverso il Facebook Journalism Project, e altri 75 milioni in spesa pubblicitaria per sostenere giornalisti ed editori». Oltre a questi soldi, l’azienda ha già stanziato 300 milioni per sostenere l’informazioni soprattutto locale nei prossimi anni. “Spero – ha detto Zuckerberg – che riusciremo in questo modo ad aiutare i tanti giornalisti che con il loro lavoro ci continueranno ad informare”.
Facebook non è l’unica tra i big del tech a intervenire per aiutare settori dell’economia in difficoltà, soprattutto negli Stati Uniti. Alphabet, la casa madre di Google, ha dichiarato che donerà 800 milioni di dollari tra fondi diretti e credito per la pubblicità online sui suoi servizi alle aziende, organizzazioni sanitarie e al governo americano.
In generale il settore dell’Ict sta contribuendo all’emergenza con fondi alle strutture in prima linea per fronteggiare il coronavirus, sistemi di collaboration e apparecchiature wi-fi per la comunicazione. In Italia è inoltre attivo, oltre alle varie iniziative delle singole aziende, anche il progetto “solidarietà digitale” lanciato dalla ministra dell’Innovazione, Paola Pisano, che invita a mettere a disposizione gratuitamente soluzioni di connettività, smart working e scuola digitale.
A questo riguardo, visto che la tecnologia più fare molto per affrontare una emergenza come quella causata dalla pandemia di coronavirus, è in corso una grande ondata di solidarietà digitale. Grandi aziende e startup organizzazioni, imprese, associazioni e piattaforme di crowdfunding si stanno attivando per offrire i loro servizi a cittadini e aziende, creando di fatto una importante azione di divulgazione dell’innovazione tecnologica. Da Ibm a Cisco, da Tim a Vodafone, da Wind3 a Fastweb, da Microsoft a Mondadori, da Weschool a Italiaonline, da Amazon ad Apple, sono sempre più numerose le aziende che hanno deciso di aderire alla piattaforma lanciata dal Ministero dell’Innovazione, mettendo a disposizione gratuitamente alcuni servizi. Tra queste aziende c’è anche Digital360, società che edita CorCom.