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5G, liberazione frequenze a ostacoli. Rai e Tv locali sul piede di guerra

Processo di transizione dei broadcaster ancora in salita: emerge dal Tavolo Tv 4.0 del Mise. La Tv pubblica presenta ricorso contro il Piano nazionale frequenze. Aeranti-Corallo: “Tutelare la continuità aziendale delle emittenti locali”.

Pubblicato il 15 Ott 2018

TV-convergenza-media

Ancora nodi sulla strada verso il 5G. Anzi, sulla strada della “liberazione” della banda 700Mhz da parte delle emittenti TV a favore delle telco che se la sono aggiudicata via asta. Le problematiche sono state al centro del Tavolo TV 4.0 di oggi. Il nuovo “ostacolo” si chiama Rai: stando a quanto riferito da Italia Oggi l’azienda di viale Mazzini ha presentato nei giorni scorsi un ricorso al Tar del Lazio – si aggiunge a quello depositato da altre Tv nazionali – in cui si chiede l’annullamento del Piano frequenze approvato da Agcom. Secondo la Rai il processo di trasformazione dei multiplex previsto dalla Legge di Bilancio 2018 non consentirebbe di fare servizio pubblico e sprecherebbe risorse pubbliche. Secondo gli avvocati Rai con la transizione delle emittenti alla banda sub-700 e il processo di ristrutturazione dei mux rischiano di mandare in black out alcune zone del paese.

Sul piede di guerra anche le Tv locali che rivendicano un ruolo più forte nella transizione. “E’ inaccettabile – ha detto Marco Rossignoli coordinatore Aeranti-Corallo che rappresenta 180 imprese televisive locali – che si discuta solo dell’ipotesi di soppressione della riserva a favore delle tv locali di un terzo della capacità trasmissiva del piano di assegnazione delle frequenze, senza affrontare, allo stesso tempo, il tema di come garantire, attraverso norme organiche, la continuità aziendale e il futuro delle tv locali, a seguito del rilascio della banda 700 e del passaggio al DVB-T2”. Alcuni operatori televisivi nazionali hanno proposto ricorso al Tar, dice Aeranti – per contestare la legittimità del nuovo Pnaf ritenendo che preveda illegittimamente la riserva a favore delle tv locali e l’Agcom ha effettuato una segnalazione al Governo evidenziando di auspicare una revisione dell’attuale normativa in tema di frequenze e di capacità trasmissiva da riservare alle reti locali rispetto a quelle nazionali.

Inoltre, la Legge di Bilancio 2018 – ha aggiunto Rossignoli – non definisce neppure la quantità di capacità trasmissiva che ogni tv locale potrà avere nel nuovo contesto e le modalità di accesso al mux di banda III che la concessionaria pubblica dovrà realizzare”. “In ogni caso – ha evidenziato Rossignoli – a parere di Aeranti-Corallo il PNAF 2018 non rispetta la suddetta riserva”.

“In particolare – ha proseguito Rossignoli – la pianificazione delle reti in banda UHF per l’emittenza locale con l’utilizzo di identiche frequenze coordinate in ognuna delle tre aree di coordinamento principali (tirrenica, adriatica, svizzera) non garantisce un uso efficiente delle risorse disponibili in quanto in tal modo si verificheranno interferenze irrisolvibili tra le aree tecniche adiacenti dove vengono utilizzate le stesse frequenze e, pertanto, la capacità trasmissiva disponibile per l’emittenza locale sarà, in concreto, molto inferiore al terzo”.

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