Le minacce dell’antitrust in Italia hanno rappresentato la spinta
definitiva per Google per scegliere la via della trasparenza. Come
riporta il Wall Street Journal, il colosso di Mountain View ha
deciso di svelare come divide i proventi della pubblicità con i
publisher di AdSense: quelli che lo utilizzano per i contenuti
vengono ricompensati con il 68% dell’importo che Google riceve
dagli inserzionisti, mentre ai publisher che utilizzano AdSense per
la ricerca viene riconosciuto il 51% delle entrate per gli annunci
associati ai risultati di ricerca.
"Google sta cercando di dare una nuova immagine di sè, più
aperta, più gradevole”, secondo l’analista di Gartner, Andrew
Frank. Il 68% riconosciuto da Google ai publisher di contenuti è
più del 60% che Apple ha deciso di pagare agli sviluppatori che
usano il nuovo servizio iAd per le pubblicità mobili, nota il
WSJ.
Google ha anche affermato sul suo blog ufficiale che la quota che
trattiene per sè serve a coprire i costi per il continuo
investimento in AdSense e le spese di creazione di nuove
tecnologie, prodotti e funzioni. Inoltre, nel caso di AdSense for
Content la percentuale di revenue sharing non è mai variata negli
anni, mentre quella di AdSense for Search è stata elevata nel 2005
è da allora non è più stata modificata.
Nel proprio post Google ricorda comunque che le percentuali
applicate possono in certi casi variare: decine di editori di
media, come il New York Times, negoziano accordi personalizzati di
revenue-sharing e i termini di tali contratti non sono stati
rivelati. Google non ha reso noto nemmeno come divide le entrate
sulla piattaforma di YouTube, affermando che si tratta di un
programma appena lanciato i cui numeri non sono ancora definitivi.