L’Agcom richiama la Rai per l’intervista a Salvo Riina di Bruno Vespa. L’Autorità garante per le comunicazioni ha infatti inviato una lettera a Viale Mazzini per richiamare il Servizio Pubblico, dopo tutte le polemiche politiche e non scaturite dal tête-à-tête fra il conduttore di Porta a Porta e il figlio del boss corleonese di Cosa Nostra.
“Sono figlio di Totò e non del capo dei capi – aveva detto Riina junior nel corso della puntata – Non so cosa sia la mafia, non me lo sono mai chiesto. Abbiamo sempre vissuto in tranquillità, il nostro contesto nella sua complessità potrei dire che sia stato come un gioco”. Queste e altre le dichiarazioni che avevano provocato la levata di scudi di gran parte della politica e accuse anche da molti colleghi giornalisti.
Lo scorso 13 aprile il nuovo direttore editoriale di viale Mazzini, Carlo Verdelli, e il direttore di Rai1, Andrea Fabiano, sono stati ascoltati dalla Commissione di Vigilanza Rai. “Non censuro un programma per 10 o 15 dichiarazioni di politici che mi chiedono di farlo”, aveva spiegato Verdelli. Ma evidentemente all’authority l’intervista non è andata giù. Una lettere non cambia ciò che è già successo, ma potrebbe aiutare a far sì che situazioni del genere nei salotti del Servizio Pubblico non si verificassero più.