L’Agcom si spacca su Maurizio Crozza. La par condicio non si può applicare alla satira: questo il “verdetto” emesso dal Consiglio riunito oggi anche in seguito a un esposto presentato dal Codacons. Ma si tratta di un verdetto raggiunto sulla scorta di una vistosa divergenza all’interno dell’organo dell’authority guidata da Marcello Cardani. “Il Consiglio, a maggioranza – scrive Agcom in una nota -, ha ritenuto che la norma citata (quella sulla par condivio, ndr) non sia applicabile alla satira”. Contro la decisione hanno votato i commissari Antonio Martusciello e Antonio Preto in quanto, a loro avviso, “nel suo monologo Crozza si è chiaramente riferito a temi di rilevanza politica ed elettorale e a vicende e a fatti personali di esponenti politici in violazione del citato art. 2, comma 1, lett. d) del Regolamento della Vigilanza.
L’esposto per violazione della par condicio era stato presentato dall’associazione dei consumatori all’Agcom e alla commissione parlamentare di Vigilanza “in seguito alle decine di telefonate – aveva fatto sapere il Codacons – di utenti della televisione pubblica indignati” per lo show del comico nel corso della prima serata del festival di Sanremo.