Nella crisi del libro la crescita del digitale rappresenta un’eccezione che lascia aperto uno spiraglio alla speranza: in Italia la lettura tocca solo il 46% della popolazione ma nel 2012 gli e-book hanno raggiunto il 3% di chi ha più di 14 anni, pari complessivamente a 1,6 milioni di italiani, secondo il Rapporto 2013 sullo stato dell’editoria in Italia a cura dell’Ufficio studi Aie (Associazione italiana editori), disponibile da quest’anno solo in e-book sulle principali piattaforme.
L’Aie stima (anche se i player internazionali non riferiscono i loro dati di vendita) che il mercato e-book nel 2012 abbia raggiunto una quota compresa tra l’1,8% e il 2%: valori in assoluto ancora modesti, ma in crescita. Complessivamente il mercato digitale (e-book + banche dati) ha mostrato un andamento positivo nel 2012, pur senza riuscire a compensare le pesanti flessioni del mercato “fisico”: escludendo i prodotti ibridi (carta + cd-rom/Dvd rom) ha raggiunto infatti uno share del 6,4% (con una crescita in 3 anni del 44,3%).
I canali di vendita subiscono una non meno importante trasformazione, innanzitutto nella quota di mercato che ricoprono: si assiste infatti a una perdita di quota della libreria fisica, che passa dal 79% del 2008 all’attuale 73%, mentre cresce la quota dei canali online per la vendita di libri fisici: valevano il 3% nel 2008, arrivano oggi all’11% che salirebbe fino al 13% se considerassimo anche l’e-book. Ci si avvicina così alla Grande distribuzione organizzata, che si conferma al 16%.
“Una politica per il libro non è più solo urgente, è in ritardo”, ha dichiarato il presidente dell’Aie Marco Polillo in occasione della presentazione del Rapporto Aie alla 65ma edizione della Buchmesse di Francoforte. “In due anni il fatturato è diminuito del 14%, ogni giorno abbiamo notizie di librerie che chiudono, la crisi di liquidità si aggrava, si vanno rideterminando gli equilibri competitivi nei canali commerciali del libro, anche l’export cala. Chiediamo una politica per il futuro che passi per una vera promozione del libro e della lettura, un’Iva parificata tra e-book e libri di carta, il riconoscimento della centralità dei contenuti all’interno dell’Agenda digitale, un aggiornamento serio delle normative sul diritto d’autore. Il settore si aspetta molto da una buona politica: non sussidi, ma un supporto basato su regolamentazione, misure in favore dell’innovazione e promozione culturale”.
Il 2012 è stato infatti un annus horribilis per il libro, il cui mercato complessivo segna un calo dell’8,4% se dal perimetro si esclude il non book (fatto sempre meno da prodotti di cartoleria e sempre più da gadget). L’anno in corso non promette niente di buono: secondo i dati Nielsen nei primi 8 mesi del 2013 si registra un peggioramento ulteriore del 5,4% nei canali trade (quelli rivolti al pubblico: librerie, online, grande distribuzione organizzata) rispetto allo stesso periodo del 2012: è il – 13,6% rispetto al 2011. Non stupisce che gli occhi siano puntati sulla crescita del mercato dell’e-book e sulle vendite online che stanno permettendo di riconquistare, pur se timidamente, gli italiani alla lettura.