La Commissione europea, guardiano della concorrenza nell'Ue,
mette in dubbio la legalità di un credito d'imposta del 30%
offerto ai cinema italiani che installano attrezzature per la
proiezione digitale. Questo il motivo per il quale il braccio
esecutivo dell’Ue ha aperto un'inchiesta sugli aiuti pubblici
al cinema digitale in Italia, spiegando che questi rischiano di
avvantaggiare soprattutto i multiplex a scapito delle piccole
sale.
“Un effetto di incentivazione per i cinema che guadagnano di
più'' – si legge nel comunicato diffuso dalla
Commissione – ''misura che avvantaggia principalmente i
grandi multiplex che dovrebbero ricevere invece un sostegno meno
importante''. Bruxelles si dice inoltre
''preoccupata'' per ''l'accesso più
limitato a questo aiuto per i piccoli cinema'' e per
''l'incidenza sociale e culturale'' degli
aiuti. ''Oltre il 75% dei cinema italiani dispone da uno a
quattro schermi e, a causa della loro scarsa redditività, sembrano
meno suscettibili di beneficiare del credito d'imposta proposto
rispetto ai grandi multiplex'', osserva il commissario alla
Concorrenza, Neelie Kroes.
Per fare chiarezza sulla questione, la Commissione invita le parti
interessate ad inviare i loro commenti a Bruxelles entro il 31
ottobre.
''È giunto il momento di un dibattito pubblico
sull'impatto del cinema digitale in Europa, perchè alcuni
affermano che migliaia di cinema d'essai e di cinema locali in
Europa dovranno chiudere perché non in grado di far fronte ai
costi di conversione'', ha aggiunto il commissario
Kroes.
Bruxelles ha invece dato il suo via libera al regime italiano di
incentivi fiscali per le aziende, i distributori o gli esercenti
che investono nella produzione di film culturali europei. Gli
aiuti, valutati in 82 milioni di euro e previsti fino alla fine del
2010, ''mirano a stimolare l'investimento di settori
esterni alla produzione cinematografica nei film culturali
europei''.