La battuta d'arresto alla Google Tv è solo una goccia in un
trend irreversibile: la convergenza tra televisione e internet è
scattata, anche se sarà un processo graduale e complesso.
Difficilmente riproporrà sul monitor della tv i normali servizi
internet che utilizziamo al computer: invece l'internet tv
farà probabilmente nascere servizi specifici e mirati per la tv
interattiva e facilmente fruibili dai telespettatori on line con il
semplice telecomando. E' quanto emerge dall'intervento di
Roberto Azzano, vice presidente di Anfov e responsabile
dell'area New Media della società di ricerca NetConsulting
all'incontro organizzato dalla stessa Anfov sulle "Nuove
forme di distribuzione radiotelevisiva: piattaforme cross-mediali e
servizi web-oriented".
Secondo Azzano dal lato dell'offerta la convergenza sarà molto
combattuta tra i diversi attori della filiera, tra cui i grandi
produttori di apparecchi e di decoder tv, come LG, Samsung e
Philips, i broadcaster e le pay-tv, come BBC e Sky, i telcos, e i
colossi che controllano gli standard dell'informatica, come
Apple, Google e Microsoft. Non è ancora possibile sapere chi e
quanti saranno i veri vincitori, cioè chi imporrà lo standard per
i servizi della nuova internet tv.
Esistono ancora problemi di natura tecnologica sugli standard e
soprattutto diversità sostanziali di esperienza di fruizione tra i
due media, la tv e il computer con cui due miliardi di persone nel
mondo ormai si collegano a internet. La televisione, dice Azzanoè
ben diversa dal personal computer: costituisce un'esperienza
familiare o di gruppo e non individuale, un'esperienza più
passiva che attiva, più visiva che testuale, ed è comandata
semplicemente da un telecomando e non da una tastiera. Non bisogna
illudersi: difficilmente si riproporranno sullo schermo tv gli
stessi servizi che hanno invece successo sulla rete via computer.
Tuttavia non bisogna neppure sottovalutare le grandi potenzialità
della televisione: in particolare la televisione digitale sta
dimostrando grandi possibilità evolutive che non riguardano solo
la moltiplicazione dei canali e dei contenuti a disposizione dei
telespettatori. La televisione sta diventando on demand, il
palinsesto diventa sempre più personale, costruito secondo gli
interessi dei singoli fruitori.
Grazie ai nuovi decoder – integrati o meno nel televisore – la
tv diventa anche un mezzo per fruire di servizi interattivi. Del
resto anche internet non è più solo web, ma anche webcasting, e
video, passa per le lavagne elettroniche come l'iPad, i social
network e altro ancora. E' possibile allora che l'internet
tv sviluppi servizi on line mirati in particolare per il pubblico
televisivo e adatti ai formati video caratteristici della
televisione, come i giochi e le scommesse, o i servizi per il
turismo e di prenotazione dei viaggi, o i servizi di shopping,
training ed educativi e altri ancora.
Secondo Azzano lo sviluppo dell'internet Tv passerà per
quattro fasi evolutive: nel 2010-11 la pay-tv digitale trainerà lo
sviluppo mentre la raccolta pubblicitaria recupererà le perdite
degli anni precedenti. Nei due anni successivi, 2012-13, le
soluzioni di internet tv verranno offerte secondo due traiettorie
competitive: da un lato i broadcaster della pay-tv offriranno
soluzioni chiuse o semi-aperte; dall'altro le televisioni
pubbliche e commerciali generaliste, i Telcos e i web operator
proporranno invece soluzioni aperte o semi-aperte di internet
tv.
Intorno alla metà di questo decennio la situazione diventerà
ancora più complessa e sarà ancora scarsa la capacità di
valorizzare e di monetizzare i contenuti. Come è già avvenuto
nell’industria musicale e editoriale, si accentueranno lo scontro
fra i proprietari dei diritti e dei contenuti da una parte e i
possibili distributori dall'altra, come Google e Apple. Solo
nella seconda metà del decennio si assisterà alla diffusione
generalizzata di servizi e applicazioni nati sul web ma meglio
fruibili sulla tv interattiva. Occorre, infatti, sottolineare che
il mercato delle applicazioni per l'internet tv richiede
investimenti e tempi di sviluppo consistenti e che i modelli di
business si affermeranno solo gradualmente.
Dal lato dell'offerta, dal 2008 quasi tutti i broadcaster
europei hanno iniziato a progettare servizi di tv on line. I player
di mercato sono molti e ognuno ha strategie ancora non definite e
in forte movimento, e possibilità aperte di alleanza o di
competizione. E' iniziata la battaglia dei giganti per dettare
gli standard della nuova televisione: i principali protagonisti
sono i produttori di apparecchi tv, di decoder, di game console, i
broadcaster generalisti pubblici e privati, i gestori di pay-tv,
gli operatori di reti di tlc, i costruttori di apparati e sistemi
di tlc, come Cisco, e Adobe.
La competizione per imporre gli standard tecnologici dei servizi
della internet tv è aperta e gli esiti sono imprevedibili. Quello
che invece è praticamente certo è che i servizi e le applicazioni
offerte percorreranno due differenti e spesso divergenti linee di
sviluppo: da una parte i servizi “chiusi” o “walled garden”
tendenzialmente a pagamento, dall'altro servizi aperti
tendenzialmente finanziati dalla pubblicità (o dal canone, nel
caso delle tv pubbliche). Da un lato si sviluppano, infatti,
progetti “chiusi” nati da accordi fra detentori di diritti e
produttori di contenuti e costruttori di terminali tv, come quelli
sviluppati da LG, Samsung e Apple. D'altro lato i broadcaster e
i gestori delle reti televisive stanno avviando iniziative – come
per esempio il progetto Canvas in UK, promosso dalla BBC e da BT –
per realizzare standard condivisi nati dagli accordi tra i
detentori dei diritti dei contenuti e i costruttori di terminali tv
o di console per videogiochi.
In conclusione: è iniziato un fenomeno importante e irresistibile
che porterà internet dentro la tv del salotto di casa. Secondo le
previsioni di Azzano in Italia già nel 2014 il 40% delle famiglie
disporrà di una tv connettibile a internet e nel 2018 questa quota
salirà al 65%. Attenzione però: le tv effettivamente connesse a
internet saranno all’inizio una quota minoritaria del parco di
apparecchi già predisposti per l'accesso alla Rete, anche per
le difficoltà e i problemi relativi al networking domestico, cioè
al collegamento tra tv, computer e modem Adsl. Il pubblico si
dovrà abituare ai nuovi servizi, e anche l'offerta crescerà
passo dopo passo.