Digitale terrestre, si spacca il fronte delle tv italiane. Le
emittenti che fanno capo a Aeranti-Corallo e alla divisione locali
di Frt escono da Dgtvi, associazione che accompagna le emittenti
nel passaggio al digitale terrestre. Rassegnano le dimissioni dal
Consiglio dell’associazione Maurizio Giunco (Frt) e Marco
Rossignoli (Aeranti Corallo) e annunciando “azioni giudiziarie in
difesa dei legittimi diritti dei propri associati”.
La rottura interna si registra alla vigilia del beauty contest per
i cinque multiplex del dividendo interno e nel corso
dell’approvazione della legge di stabilità 2011 che prevede
un’asta delle frequenze (in banda 800Mhz, canali dal 61 al 69) a
favore delle Tlc mobili. Quello delle tv locali è un grido di
guerra contro il consorzio presieduto da Andrea Ambrogetti,
accusato di essersi allontanato “dalle problematiche delle
televisioni locali sino ad arrivare all’insostenibile silenzio
tenuto in questi giorni di fronte all’azione del Governo che, con
la Legge di Stabilità 2011, ha previsto la sottrazione alle
emittenti locali di ben nove frequenze (canali 61/69) da destinare
alla telefonia mobile”. Ciò proprio nel momento, denunciano le
tv, in cui tali frequenze vengono assegnate alle tv locali nelle
regioni dove lo switch off è già avvenuto (Lombardia,
Emilia-Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia).
Non basta. Nel mirino delle due associazioni, che contano
complessivamente circa 450 emittenti locali, anche il comma 10
della Legge di stabilità, che vincola gli operatori all’ambito
locale. Precludendo in questo modo la possibilità di affittare
capacità trasmissiva a editori nazionali. Un limite che le due
associazioni interpretano come un segnale della guerra, già
iniziata, di Mediaset contro Sky.