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At&t-Time Warner, nuovo ostacolo alla fusione: l’Antitrust Usa farà appello

Il dipartimento di Giustizia americano annuncia che ricorrerà contro la sentenza del giudice distrettuale Leon, che aveva dato il via libera alla nascita del mega-merger. Il colosso della tv via cavo: “Pronti a difendere la decisione della Corte”

Pubblicato il 13 Lug 2018

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L’amministrazione Trump scende in campo contro le nozze tra At&t e Time Warner. Il dipartimento di Giustizia Usa ha annunciato che farà ricorso contro la decisione del giudice distrettuale Richard Leon che aveva dato il via libera alla fusione.

A un mese esatto dalla sentenza, l’Antitrust americano si schiera di nuovo contro il mega-merger tra At&t, il secondo maggior operatore mobile degli Stati Uniti e numero uno della Tv via cavo, e il colosso dei contenuti Time Warner, proprietaria tra l’altro della rete satellitare e via cavo Hbo, dei Warner Film Studios, del canale di notizie Cnn e dei diritti di trasmissione del campionato Nba. Il dipartimento si era da subito opposto all’operazione da 85,4 miliardi di dollari, considerandola una minaccia alla concorrenza. Il giudice Leon ha invece ritenuto del tutto legittima la fusione verticale, ovvero tra aziende che, pur essendo dei player dominanti, sono attivi in segmenti industriali diversi. Smontando punto per punto le obiezioni del dipartimento di Giustizia.

La decisione di presentare appello contravviene anche al suggerimento di Leon, che nel leggere la sentenza si era augurato non fosse avanzata nessuna istanza per fermare e sospendere la sua decisione. Una tale mossa, aveva detto il giudice, sarebbe solo una manovra legale “ingiusta” nei confronti di At&t e Time Warner. Le due compagnie speravano così di mettere un punto alla lunga trattativa, durata 20 mesi.

Ora At&t si dice pronta a resistere in giudizio contro la nuova mossa dell’Antitrust. “La decisione della Corte difficilmente avrebbe potuto essere più basata sui fatti e ragionata. Anche se chi perde in tribunale ha sempre il diritto di presentare appello – scrive la compagnia in una nota – siamo sorpresi che il dipartimento di Giustizia abbia deciso di farlo in queste circostanze. Siamo pronti a difendere la decisione della Corte alla Corte d’Appello”.

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