GUERRA DELLE FREQUENZE

Banda a 700 Mhz al mobile? Tv locali sul piede di guerra

Aeranti-Corallo e Frt chiedono chiarimenti al ministro Passera sulla posizione italiana al Wrc-2012 di Ginevra, che punta a riallocare i canali 50-60 alle Tlc mobili in tempi rapidi: “A rischio lo switch off nel Sud”. Tv convocate al dipartimento delle Comunicazioni lunedì prossimo

Pubblicato il 01 Feb 2012

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Nella riunione delle Task Force delle aree tecniche di prossima digitalizzazione svoltasi ieri presso il Ministero dello Sviluppo Economico, è emersa l’ipotesi che l’Italia sostenga nell’ambito dei lavori della World Radio Communication Conference 2012 (Wrc-12) in corso a Ginevra, l’attribuzione in tempi rapidi della banda 700 Mhz (canale 50-60 Uhf) per servizi di larga banda mobile in luogo della attuale attribuzione per la radiodiffusione televisiva digitale terrestre. Lo rende noto Aeranti-Corallo, l’associazione delle piccole emittenti tivù,che chiede un rapido chiarimento al ministro Passera, lanciando un messaggio: in caso di passaggio delle frequenze a 700 Mhz alla telefonia mobile, lo switch-off dell’analogico in sei regioni del Sud, in particolare in Sicilia e Puglia, "sarebbe impossibile" per mancanza di risorse frequenziali e implicherebbe lo spegnimento di centinaia di emittenti. Sulla stessa linea d’onda anche l’Frt, l’associazione delle tivù locali, secondo cui la mancanza di chiarezza da parte del ministero dello Sviluppo sull’assegnazione delle frequenze porterà le emittenti locali del Sud a bloccare il passaggio al digitale terrestre.

La proposta di attribuire i 10 canali della banda a 700 Mhz alla telefonia mobile sarebbe partita da Roberto Sambuco, già capo del dipartimento per le Comunicazioni con il ministro Paolo Romani e riconfermato da Corrado Passera. La proposta sarebbe stata avanzata a Ginevra dai rappresentanti del governo italiano, senza un confronto preventivo con gli stakeholders, raccogliendo solo l’adesione di Nigeria a e Camerun e il "niet" generale da parte degli altri partecipanti alla World Radio Communication Conference, una quarantina di paesi. La proposta non solo è stata criticata dalle emittenti tivù, ma anche dagli operatori di telefonia mobile, che hanno appena sborsato 3,9 miliardi di euro per l’acquisizione delle frequenze del dividendo digitale (canali 61-69), il cui valore sarebbe pesantemente svalutato dall’eventuale liberazione delle frequenze aggiuntive dei 700 Mhz. Un’ipotesi che non va a genio nemmeno a quei paesi, Regno Unito in testa, dove l’asta per le frequenze Lte non c’è ancora stata.

Intanto, per lunedì le emittenti televisive sono state convocate al dipartimento per le Comunicazioni per un confronto.

Al riguardo Marco Rossignoli, coordinatore Aeranti-Corallo, ha dichiarato: “Tale ipotesi se trovasse attuazione comporterebbe una ulteriore gravissima riduzione degli spazi frequenziali per le tv locali, già enormemente penalizzate, rispetto all’analogico, a seguito della attribuzione dei canali 61-69 Uhf alla comunicazione mobile di larga banda e alla attribuzione di sei canali al beauty contest, ora sospeso. E’ evidente – ha proseguito Rossignoli – che in mancanza delle frequenze della banda 700 Mhz non sarebbe certamente più possibile realizzare lo switch-off nelle aree ancora da digitalizzare dove, già allo stato (in particolare in Sicilia e Puglia) le frequenze sono particolarmente scarse. Auspichiamo – ha concluso Rossignoli – che il Ministro Passera voglia al più presto chiarire la problematica aprendo anche un tavolo di consultazione e di confronto su tutti i temi radiotelevisivi all’ordine del giorno del calendario ministeriale. La mancanza di confronto di questi ultimi mesi è infatti divenuta inaccettabile”.

Per ora il ministero dello Sviluppo Economico non ha smentito l’ipotesi di passaggio dei 10 canali della banda 700 Mhz alla telefonia mobile. Aeranti-Corallo auspica una reazione formale al più tardi entro la prossima settimana. Già lo scorso anno, da stime dell’Agcom, è emerso che in Italia è necessario reperire un Gigaherz in più per sostenere lo sviluppo della telefonia mobile 4G. Ma anche il settore televisivo rivendica maggiore capacità frequenziale.

Giunco (Frt): "Senza garanzie su frequenze stop allo switch off al Sud"

Il presidente dell’Associazione Tv Locali Frt, Maurizio Giunco, intervenendo alla riunione della Task Force al Ministero dello sviluppo economico ha dichiarato: "iI Ministero deve dirci a chiare lettere, prima dell’avvio dei prossimi switch off, qual’è la posizione che l’Italia intende portare avanti in occasione della prossima riunione dei lavori preparatori della Conferenza di Ginevra relativamente alla destinazione dei canali della banda 700 Mhz – ha detto Giunco – Quello che è successo esattamente non più tardi di un anno addietro con la digitalizzazione del nord Italia con l’assegnazione – e il successivo esproprio – alle tv locali dei canali 61-69 non si ripeterà".

"E’ impensabile infatti – continua Giunco – chiedere agli imprenditori televisivi locali di sostenere significativi investimenti per il passaggio al digitale terrestre senza dare garanzie in merito alla definitiva assegnazione delle frequenze. Per questo motivo, in assenza di precisi impegni dello Stato le emittenti locali operanti nelle aree interessate dai prossimi switch off non procederanno allo spegnimento degli impianti".

"Inoltre, la scelta del nuovo governo di avviare una fase di dirigismo non potrà produrre che effetti negativi – attacca Giunco – Il Ministero dello sviluppo economico ha deciso, infatti, di procedere all’emanazione di alcuni decreti strategici per il futuro dell’emittenza locale senza avviare le consultazioni con i soggetti interessati, siano essi associazioni di categoria o enti locali come le regioni. Così e successo per l’emanando decreto delle frequenze della banda 800 mhz e così si pensa di fare con i futuri bandi regionali per l’assegnazione delle frequenze nelle aree da digitalizzare. Tale atteggiamento di non condivisione, sommato alle note problematiche di scarsezza di risorse frequenziali e di incompatibilità delle stesse sia con alcuni stati esteri confinanti che tra Sicilia e Calabria, non consente – al momento – di avviare nessuna forma di collaborazione tra il Ministero e l’Associazione Tv Locali Frt".

Sulle frequenze è bagarre totale. Anche il Coordinamento Associazioni Radio Tv- CARTv in una lettera aperta consegnata al ministro Passera chiede di sedere "al tavolo delle concertazioni ". In caso contrario "continueremo la nostra legittima lotta nelle competenti sedi. Il Tribunale Amministrativo, su nostro ricorso – continua la nota -, ha già smontato in mille pezzi la delibera sulla numerazione del telecomando promulgata dalla cosiddetta Autorità Garante delle Comunicazioni in concerto con il passato Governo".

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